sexta-feira, 29 de maio de 2015

Juventus, Allegri: ''Messi non mi mette ansia, a Berlino con entusiasmo''

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Niente panico, il tecnico vuole rendere più leggera possibile la marcia di avvicinamento alla finale di Berlino contro il Barcellona: ''Evitiamo di bruciare energia nervose. Dovrà essere una settimana identica a tutte le altre". A Verona per chiudere il campionato nel migliore dei modi, Tevez in campo per sfidare Toni nella corsa al primato dei bomber

ORINO - No panic. A una settimana da Berlino, le parole preferite di Massimiliano Allegri sono "serenità, entusiasmo e consapevolezza". Il tecnico bianconero è impegnato a normalizzare la lunga vigilia della finale di Champions League. Rendendola, di fatto, uguale a tutte le altre: "Evitiamo di bruciare energie nervose che ci serviranno durante la partita: questa dovrà essere una settimana identica a tutte le altre, anche se alla fine la posta in palio è diversa". La Juve sa bene di non avere i favori del pronostico, ma sa anche di essere immersa in una situazione tutto sommato ideale: "C'è grande entusiasmo. Una stagione come questa è difficile da ripetere. Più di così la squadra non poteva fare. Non abbiamo nessun vantaggio psicologico, ma abbiamo la consapevolezza di poter giocare una grande partita, sperando che la buona sorte sia dalla nostra parte".

Allegri chiede ai suoi di non frequentare alcun timore riverenziale: "Perché avere ansia da Messi o da Neymar? E' normale sfidare giocatori di livello mondiale, ma se siamo arrivati in finale vuol dire che abbiamo altrettante qualità. A metà campo loro hanno giocatori importanti, Iniesta è straordinario, ma noi vogliamo giocarci al meglio le nostre possibilità di vincere la coppa. Contro il Barcellona dovremo essere ancora più bravi di quanto lo siamo stati con il Real, perché si tratta di una partita secca".

Al tempo. Adesso l'ordine di scuderia è un altro: pensare soltanto all'anticipo di domani (ore 18) in casa del Verona: "Mi chiedete se al Bentegodi, dove è cominciata la mia avventura in bianconero, questa volta si vedrà la vera Juve di Allegri? Ma questa non è la Juve di Allegri, semmai è una squadra che ha fatto una stagione straordinaria. Manca l'epilogo, che arriverà fra sette giorni. E allora pensiamo soltanto alla partita di domani, l'ultimo test prima della finale di Champions. Siamo in una buona condizione fisica: andiamo a Verona senza pensare a Berlino. Vogliamo chiudere il campionato nel migliore dei modi".

Domani Allegri darà spazio a Tevez (20 gol), che proverà a sfrattare Toni (21) dal trono dei bomber: "Carlos giocherà, anche perché sabato scorso contro il Napoli non c'era. Avrà la possibilità di agganciare e superare Toni. Entrambi meriterebbero il titolo di capocannoniere. A proposito, complimenti a Toni, perché fare un'annata del genere a 38 anni non è da tutti". Assente Barzagli ("fino a martedì o mercoledì non sapremo se sarà a disposizione per Berlino: il suo recupero prosegue bene, ma proprio non intendo per ora spingermi oltre"), Allegri non vuole rischiare i diffidati, "a rischio per la Supercoppa". Possibile turno di riposo dunque per Vidal, Pereyra e Chiellini (nell'elenco dei "cattivi" ci sono anche Sturaro e De Ceglie; ndr). "Non è che se qualcuno non gioca poi non è pronto per la finale, una partita che trasmette di suo grandissime motivazioni. Cominceremo a pensare al Barcellona da lunedì, visto che domenica la squadra avrà un giorno di riposo".

In chiusura Allegri liquida velocemente lo scandalo-Fifa ("Aspettiamo prima di giudicare. Io comunque sono un uomo di campo, devo essere competente in altri settori") e l'acquisto di Dybala: "Ha solo 21 anni, viene da una stagione importante. Mi piace, potenzialmente può diventare un grande giocatore". C'è più tempo e voglia di parlare dell'Heysel, a trent'anni spaccati dal tragico giorno in cui morirono 39 tifosi bianconeri cercando di sfuggire alla furia degli hooligans. E' il tema del giorno, che apre e chiude la conferenza del mister: "Quella fu una tragica serata, una pagina nera dello sport mondiale e della storia della Juventus. Credo che oggi sia doveroso commemorare le vittime e stringersi con affetto intorno ai loro familiari. Quanto è cambiato, in materia di sicurezza, il calcio rispetto ad allora? E' stato fatto tanto, ma non ancora abbastanza. Dovremmo migliorare tutti, essere più positivi. La partita deve restare uno spettacolo, da vivere senza violenza o atti vandalici. C'è ancora tanto da fare per risolvere tutte le le problematiche e ritrovare la serenità di andare allo stadio". Ancora una volta, è tutta questione di serenità. Ecco il probabile 4-3-1-2 dei bianconeri: Buffon tra i pali, Padoin ed Evra esterni, Bonucci e Ogbonna centrali, Piro in regia, Marchisio e Pogba interni, Vidal trequartista a supporto di Tevez e Llorente.

JOHN ELKANN: "BUFFON MERITA IL PALLONE D'ORO" - "È straordinario avere vinto per la quarta volta consecutiva il campionato e dopo vent'anni anche la Coppa Italia. Ho detto ai miei figli, cresciuti con questa Juve fortissima, che questo è un momento straordinario. Merito del grande equilibrio che Andrea (Agnelli; ndr) è riuscito a creare tra società, allenatore e squadra". John Elkann si gode la splendida attualità bianconera e candida Buffon per il Pallone d'Oro: "Gigi è stato determinante nel suo ruolo, ma anche come leader: merita il Pallone d'Oro". Ma per un consuntivo finale toccherà aspettare la finale di Champions: "Il bilancio stagionale lo faremo il 7 giugno, dopo Berlino, ma finora è buono. Quanto alla Ferrari, stiamo assistendo a un miglioramento anche della parte sportiva e i podi di questa stagione sono molto ben auguranti".
Il presidente di Exor ha inoltre garantito la solidità dell'azienda
bianconera: "La Juventus è un'organizzazione compatta e questo spiega i grandi risultati ottenuti. Non mi preoccupa il debito della società, che è ben gestita sia nella componente sportiva sia in quella economico-finanziaria". Infine, John Elkann ha risposto alle domande sullo scandalo-Fifa, dicendosi "scandalizzato, come tutti, da quello che si sta leggendo in questi giorni sui giornali, ma di più non so".  


Berlusconi: ''Spero torni Ancelotti, gli costruiremo un grande Milan''. Inzaghi non si rassegna: ''Pronto ad andare avanti''


Il presidente rossonero confida in una risposta positiva dell'ex tecnico del Real: ''Con Carlo siamo legati da un grande affetto". Sul mercato: ''Faremo acquisti importanti''. Il tecnico ormai in partenza: ''E' impensabile che io rimanga con un'altra posizione. Io faccio l'allenatore.  E lo farò per i prossimi trent'anni''

MILANO - Per il secondo anno consecutivo il Milan finisce il campionato con un allenatore sostanzialmente destituito. Dodici mesi fa era toccato a Clarence Seedorf, adesso al suo successore Pippo Inzaghi che vive la vigilia dell'ultima giornata di campionato al termine di una settimana di corteggiamento serrato di Adriano Galliani a Carlo Ancelotti a Madrid.

BERLUSCONI CRITICA INZAGHI  -  E ogni giorno Berlusconi ribadisce le sue intenzioni utilizzando il tecnico emiliano alla stregua di una promessa elettorale nella volata per le Regionali di domenica: "Io spero che Ancelotti torni - dice a Radio Monte Carlo - ci lega a Carlo un affetto forte e lui è stato vincente in tutte le squadre dove ha fatto l'allenatore, nel Milan naturalmente, nel Chelsea, nel Psg, nel Real Madrid". Come se non bastasse il trattamento riservato in queste ultime settimane a Inzaghi, Berlusconi aggiunge una critica all'ex bomber: "Abbiamo già una squadra molto forte, che non ha ricevuto un gioco all'altezza". Ribadite la volontà di tornare a spendere in modo sostanzioso sul mercato, decisione presa per convincere Ancelotti e per non svalutare ulteriormente il valore del club in questa fase di trattative per la cessione: "Abbiamo l'intenzione naturalmente di fare degli acquisti importanti, e credo sia giusto mettere a disposizione un finanziamento importante, ma anche gli uomini che sono già nella rosa sono assolutamente validi e molti di loro sono nella nazionale italiana".

INZAGHI NON VUOLE ALTRI RUOLI - Inzaghi abbozza a Milanello dove sta preparando la trasferta di domani a Bergamo con l'Atalanta: "Non commento più le parole di Berlusconi, parliamo della partita di domani. Non è stato un problema il viaggio di Galliani a Madrid. Sono stato avvisato per tempo. Sono grato al Milan e ho un contratto. Cercherò di preparare al meglio la prossima stagione, finché non mi verrà detto qualcosa. Dopo dieci mesi ho capito molto di più della rosa e dell'ambiente e sono convinto che questa squadra possa migliorare. Se ne avrò l'opportunità, andrò avanti. Altrimenti, se la società deciderà di cambiare, sarò grato al Milan e continuerò da un'altra parte". Alcune risposte però tradiscono il nervosismo comprensibile di Inzaghi: "Ancora una domanda sul futuro? Ho un contratto, non sono rassegnato. Ma vi sembra una bella domanda chiedermi se preferirei essere sostituito da Ancelotti o da qualcun altro?", sbotta Super Pippo che chiarisce di non avere intenzione di restare al Milan con un ruolo diverso a proposito di una ventilata collaborazione come vice o assistente di Ancelotti. "E' impensabile che io rimanga con un'altra posizione. Io faccio l'allenatore.  E lo farò per i prossimi trent'anni. Sono molto conscio delle mie idee, della mia forza e della mia cultura del lavoro. Ancelotti è un caro amico e non c'è nessun problema con lui".

SIMBOLICO RITORNO A BERGAMO  -  Simbolico che il finale del campionato rossonero e quindi di questa avventura di Inzaghi vada in scena proprio contro l'Atalanta a Bergamo, la provincia dove ha segnato il primo gol da professionista con il Leffe in Serie C1 e la squadra con la quale ha iniziato la scala al grande calcio laureandosi capocannoniere in Serie A al termine del campionato 1996-97. Diciotto anni dopo all'Azzurri d'Italia potrebbe finire definitivamente la lunga parentesi rossonera di Inzaghi, prima da calciatore, poi da allenatore del settore giovanile, infine della prima squadra. "Quando torno a Bergamo è sempre emozionante. La gente mi ricorda con affetto, mi fa piacere che l'Atalanta sia salva. Andremo lì per fare una buona partita. Il Milan sta facendo delle buonissime cose ultimamente. Le prestazioni dei ragazzi sono state sottovalutate perché si parla di altro. Avremmo potuto vincere a Sassuolo senza certe cose".

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