quarta-feira, 9 de setembro de 2015

calcio italy - news


Resultado de imagem para flag italyResultado de imagem para LOGO CALCIO SERIE A

Juventus, i volti nuovi per ripartire. Tocca a Alex Sandro e Hernanes

Sabato la sfida contro il Chievo, Allegri recupera Marchisio e si prepara a lanciare dal 1' due dei colpi del mercato. L'esterno ex Porto prenderà il posto di Evra, il brasiliano agirà tra le linee nel 4-3-1-2. In attacco sarà Morata a fare coppia con Dybala. Agnelli entra nell'esecutivo Uefa
TORINO - "Ricominciamo", haordinato ieri Massimiliano Allegri, facendo suo il tormentone di Adriano Pappalardo. La Juve dovrà ripartire dal Chievo, e cioè dalla stessa avversaria che l'anno scorso aveva battezzato l'avventura in bianconero del tecnico livornese, allora avvolto da dubbi e perplessità per certi versi simili a quelli che frequenta anche oggi. Nel 2014 se n'era andato Conte, l'anima della rinascita bianconera. Oggi mancano soprattutto Pirlo, Vidal e Tevez, e cioè la mente, i polmoni e il cuore dei quattro volte campioni d'Italia. "Nonostante gli addii pesanti, il ciclo juventino non è finito - assicura l'ex ct Marcello Lippi intervenuto sulle frequenze di Radio Kiss Kiss -. Vedrete che la squadra lotterà con le altre, poi non so se vincerà ancora. La Juve ha delle difficoltà perché è cambiata molto. Non basta schioccare le dita per trovare l'amalgama, ci vuole tempo. Ma se perdi troppo terreno poi si crea un po' di sfiducia e tutto diventa più difficile".

Oggi a Vinovo sono rientrati gli azzurri (Buffon, Chiellini, Zaza, Barzagli, Bonucci), Mandzukic e Pogba, che si è limitato a un lavoro defaticante, in palestra, mentre Evra ha ottenuto un giorno di permesso e si unirà al gruppo domani. Ma per riavere la rosa al completo, Allegri dovrà aspettare giovedì, quando arriveranno anche i sudamericani Caceres e Pereyra. Per tentare di cambiare musica, il tecnico sostituirà qualcuno degli orchestrali che hanno steccato contro Udinese e Roma. La novità più attesa e importante è in cabina di regia: fuori Padoin, dentro il recuperato Marchisio, incaricato a ridare geometrie e tempi all'asfittica manovra bianconera e intanto a trasmettere un po' di tremendismo a una squadra apparsa morbida. Il "Principino" verrà scortato da Sturaro (in vantaggio su Pereyra) e da quel Pogba che ha finalmente dato qualche segnale di risveglio giocando da mezzala (e non più da trequartista) nella Francia che ieri ha piegato (2-1) la Serbia. Dopo una ventina di giorni ai box, resta soltanto da capire quanta autonomia avrà il centrocampista torinese.

Ma il pubblico di uno Stadium parzialmente disabitato - oggi il Collegio di Garanzia ha reso note le motivazioni che hanno portato alla chiusura per un turno della Tribuna Sud nell'anticipo di sabato contro il Chievo - avrà soprattutto occhi per i debuttanti Alex Sandro e Hernanes. I due brasiliani andranno rispettivamente a rimpiazzare lo squalificato Evra a sinistra e a occupare il ruolo tra le linee del 4-3-1-2 progettato da Allegri. L'ex pendolino del Porto dovrà rifornire di cross Morata, la quarta e ultima novità rispetto alla squadra scivolata all'Olimpico romano. Lo spagnolo sembra il prescelto per duettare con Dybala. Dopo due partite intere con la Nazionale croata, Mandzukic dovrebbe infatti essere dosato in vista della prima uscita di Champions League, martedì in casa del Manchester City. Salvo colpi di scena, sarà questa l'unica probabile concessione al turnover. L'esordio europeo è proprio lì, dietro l'angolo. Ma la Juve, ancora ferma a zero punti, non può permettersi un altro passo falso in campionato.

AGNELLI: "ONORATO DI ENTRARE NELL'ESECUTIVO UEFA" - Il presidente della Juventus Andrea Agnelli e il suo omologo del Bayern Monaco Karl-Heinz Rummenigge entreranno nel Comitato esecutivo Uefa come membri della European Club Association (ECA). Per la prima volta nella storia i rappresentanti di due club faranno parte del direttivo del calcio continentale. "E' un grande onore e una grande responsabilità", ha twittato il presidente bianconero. I due dirigenti sono stati nominati dall'Eca come suoi rappresentanti ed entrambi parteciperanno al Comitato esecutivo in programma la prossima settimana a Malta. La Uefa ha votato a favore per l'ammissione di una rappresentanza dei suoi principali stakeholder al Congresso, e all'Eca sono andati due posti.

UNESCO CUP: IL BOCA SUPERA LA JUVE AI RIGORI (5-3) - Per il suo quarto anniversario, lo Stadium si è regalato la Unesco Cup, amichevole tra le “leggende” di Juventus e Boca Juniors, unite simbolicamente nel segno di Tevez e capitanate rispettivamente dall'ex River Plate Trezeguet e dal totem xeneize Palermo. Ha vinto il Boca ai rigori (5-3), dopo l'1-1 dei tempi regolamentari: vantaggio al 27' di Guglielminpietro, ex di Milan, Inter e Bologna, e pareggio al 47' di Trezeguet, dopo uno scambio “amarcord” tra Camoranesi e Nedved. Nel primo tempo lo stesso Trezegol, deus ex machina dell'evento, aveva fallito un'incornata da due passi, per lo sconforto di sua mamma Beatriz, presente al solito in tribuna con tanto di bandierone. In grande spolvero l'idolo dei tifosi Montero, oltre a Nedved, Davids e Tacconi, bravo ad evitare un parziale più pesante nel primo tempo. Tra gli argentini si sono distinti soprattutto Palermo e l’“hijo del vento” Caniggia, sorprendentemente in campo per tutti i 90 minuti. Nel cast della sfida tra vecchie glorie anche Schillaci, Ferrara, Torricelli, Ravanelli, un irriconoscibile Aleinikov e alcune meteore come Mirkovic e Tavola. Unica nota negativa l'affluenza piuttosto magra. Appena 8 mila spettatori, pochi, compresi una ventina di rumorosissimi tifosi argentini, una commovente delegazione della Bombonera allo Stadium. Peccato perché la serata aveva un fine nobile: l'incasso andrà a finanziare due progetti - nati dalla partnership fra l’agenzia delle Nazioni Unite e il club bianconero – in favore dei bambini-soldato del Mali e della Repubblica Centrafricana. 


Lazio, De Vrij salta l'Udinese. ''L'Olanda ha sbagliato a farlo giocare''

Nessuna lesione al menisco ma una sofferenza al ginocchio sinistro per il centrale orange che non sarà disponibile per la sfida con i friulani. Lo staff medico biancoceleste: ''Infiammazione evidente, non doveva scendere in campo con la nazionale. Bisogna andare con molta cautela''

ROMA - Sospiro di sollievo con polemiche annesse. Nessuna lesione al menisco per Stefan de Vrij: sorride l'olandese, si passa la mano sulla fronte Stefano Pioli. Il rischio di perdere a lungo il forte centrale stava tormentando il sonno del tecnico della Lazio, ma l'esito dei controlli clinici ha spazzato via i timori più infausti. "Sofferenza al compartimento esterno del ginocchio sinistro con evidente infiammazione. Difficile il suo impiego per domenica, la prossima settimana faremo un'altra visita", questo il responso degli esami condotti presso la clinica Paideia: un quadro decisamente più roseo rispetto alle paure della vigilia. Certo, la colonna portante della difesa biancoceleste mancherà contro l'Udinese, alla ripresa del campionato dopo la sosta per le Nazionali. Ma il tecnico di Parma pregusta già l'idea di riaverlo a disposizione per il primo match di Europa League in casa del Dnipro (in programma giovedì 17) o quantomeno per la trasferta di Napoli (domenica 20). Pioli maneggia il più proverbiale dei bicchieri, con la serenità di poterlo ammirare come mezzo pieno.

POLEMICHE SUL FILO ROMA-OLANDA - Eppure la sensazione è che lo stop poteva essere evitato. Si ritorna allora alla pausa dei campionati dedicata alle qualificazioni europee. E a quel doppio impiego ravvicinato di de Vrij, sceso in campo con la maglia dell'Olanda sia giovedì scorso, contro l'Islanda, che domenica sera nella pesante sconfitta con la Turchia. "Il ragazzo ha giocato in condizioni non idonee per portare a compimento una partita", afferma il consulente ortopedico laziale Stefano Lovati. Tradotto: se contro i turchi de Vrij fosse rimasto a riposo, saremmo stati tutti più contenti. Già, perché era stato lo stesso giocatore a ricondurre i fastidi al ginocchio alla prima gara contro l'Islanda: "Dopo quella partita, i medici (della Nazionale orange, ndr) mi avevano detto che era presente del liquido". Tre giorni dopo però l'ex Feyenoord era ancora presente al centro della difesa: "Insieme allo staff medico abbiamo deciso che ero in condizione di giocare, il ginocchio non mi procurava particolari problemi". La scelta, rivelatasi a conti fatti rischiosa, è stato quindi presa di comune accordo tra comparto medico e calciatore. In casa Lazio però badano più alle conseguenze: il sicuro forfait con l'Udinese, sperando che l'infermeria sia clemente e lo restituisca già per il viaggio in Ucraina.

A Formello i motivi per lanciare frecciatine ai responsabili olandesi - la società potrebbe anche decidere di farsi sentire presso la Federazione locale - e rivolgere una ramanzina (paternale, s'intende) al ragazzo non mancano di certo. Anche se, seguendo la ricostruzione offerta dallo stesso de Vrij, le cause dei ripetuti fastidi al ginocchio precedono la chiamata in Nazionale: "Quest'estate mi sono infortunato e poi, senza preparazione, ho giocato sei partite in poco più di due settimane". Cinque di queste le ha disputate con la Lazio: tra Supercoppa, playoff Champions e campionato, Pioli non se l'è sentita di rinunciare al suo baluardo.

MAURICIO-GENTILETTI, LA COPPIA (QUASI) INEDITA - Ora però dovrà fare a meno di lui contro i friulani di Colantuono. Spazio allora a Mauricio e Gentiletti, che in coppia dall'inizio hanno giocato finora solo nelle amichevoli estive: Top 11 Cadore, Anderlecht e Sigma Olomouc. Oltre agli ultimissimi minuti del match di andata dei preliminari contro il Bayer Leverkusen (l'argentino in campo dall'89' proprio al posto di de Vrij). Nella scorsa stagione, il brasiliano e l'ex San Lorenzo sono scesi in campo insieme nell'ultima trasferta di Napoli e nella finale di Coppa Italia contro la Juventus, ma in una difesa a tre completata dall'olandese. Un altro tulipano, Wesley Hoedt, aveva invece formato con loro il pacchetto arretrato nel test di fine luglio contro il Mainz. Per Pioli il tandem Mauricio-Gentiletti ha insomma i contorni dell'esperimento assoluto. L'ipotesi di adottare lo schieramento a tre, con Radu centrale di sinistra, rimane in questo momento nelle retrovie. Toccherà allora ai due sudamericani non far rimpiangere de Vrij. Che nel frattempo si dedicherà a unico obiettivo: mettersi alle spalle una volta per tutte i grattacapi fisici. La Lazio, verità nota già dallo scorso anno, non può prescindere dal suo ministro della difesa.



Bertolacci out, Mihajlovic si affida a Kucka e Poli a centrocampo con De Jong


Andrea Bertolacci non sarà a disposizione di Sinisa Mihajlovic e del Milan nel derby di Domenica sera. Al suo posto Poli, con Bonaventura ancora trequartista.



Gli esami di ieri hanno confermato quella che era la sensazione non appena la notizia è venuta a galla. Andrea Bertolacci non ci sarà nel derby di Domenica sera. Il problema all'adduttore è una piccola lesione che costringe il centrocampista a fermarsi e ad alzare bandiera bianca. Per Mihajlovic un'altra assenza pesante dopo quella di Antonelli.
Se sugli esterni l'allenatore serbo sa già che giocheranno Abate e De Sciglio, per sostituire Bertolacci c'è qualche dubbio, anche se la strada sembra ormai segnata. In teoria, a fianco dell'intoccabile De Jong, sarebbero in cinque per due magli dal primo minuto contro l'Inter. Poli, Kucka, Montolivo, Nocerino e Josè Mauri. Bonaventura è escluso da questo elenco perchè è molto probabile faccia il trequartista Domenica sera. Honda segna e fa assist con il Giappone, ma il derby è tutta un'altra cosa e il giapponese non rappresenta una garanzia. Certezze che non ci sono neanche per le mezzali, ma si può azzardare che i prescelti da Mihajlovic alla fine saranno Kucka e Poli. Più che altro perchè per un motivo o per un altro gli altri candidati si possono escludere già ad oggi, a meno di clamorosi ribaltoni in questi giorni di avvicinamento. Nocerino ha avuto una chance sia con l'Empoli che con il Mantova, ma le due sostituzioni dopo appena 45' di gioco sanno tanto di bocciatura. Montolivo si è dimostrato ancora molto indietro di condizione e con la fisicità dell'Inter si deve essere pronti. Josè Mauri non ha mai giocato e lanciarlo per la prima volta con i nerazzurri sembra azzardato.
Ecco perchè alla fine restano solo lo slovacco e l'ex Sampdoria. Niente piedi di seta, ma, almeno sulla carta, corsa, determinazione e possibili inserimenti in zona gol. Tutte armi che possono tornare utili contro una squadra come quella di Mancini, molto grossa se ne facciamo una questione di altezza e chili di molti suoi elementi. Kucka e Poli dovranno provare a riequilibrare almeno in parte questo gap in favore del Milan.


Nenhum comentário:

Postar um comentário