L'attaccante è ai box dopo la botta rimediata con il Carpi. Obiettivo Coppa Italia.
Le condizioni di Alvaro Morata tengono in apprensione lo staff medico bianconero. Una manciata di minuti con la Fiorentina - per griffare la partita tricolore - poi un tempo con il Carpi. Lo spagnolo si ferma allo scoccare della prima frazione. Una botta costringe Allegri al cambio, l'attaccante, dolorante, non rimette piede in campo. Contrattura, a una prima diagnosi, occorre attendere ora - come riporta la Gds - un'analisi più approfondita per tracciare una tabella di rientro.
Difficile ipotizzare un utilizzo di Morata a Verona, contro l'Hellas, nel posticipo domenicale della giornata n.37. Allegri insegue l'ultimo obiettivo di stagione, vuole abbinare alla corsa tricolore la Coppa nazionale. La finale con il Milan rappresenta lo scoglio di Primavera, un successo per dare ulteriore linfa a una bacheca smisurata. Morata punta senza mezzi termini a quella gara, per poi definire un futuro oggi ancora incerto. Da una parte l'offerta della Juventus, 25 milioni per confermare a Torino il centravanti, dall'altra i "diritti" del Real, una clausola che pone Florentino sopra le parti.
In vista del penultimo turno di A, il tecnico deve nel frattempo far di conto con diverse defezioni. Con Chiellini che prosegue il suo percorso di recupero - anche per il difensore la partita con il Milan è ipotesi plausibile - e quattro squalificati (Pogba, Hernanes, Mandzukic e Lichtsteiner), d'obbligo una mini-rivoluzione. Senza Marchisio, in regia spazio nuovamente per Lemina, riscattato di recente dalla Juventus. In corsia, in luogo di Lichtsteiner, possibile la presenza di Cuadrado, con Evra sul lato opposto. Scelte obbligate, invece, davanti, dove Allegri può disporre dei soli Zaza e Dybala. L'argentino è pronto al rientro dopo il turno di riposo, l'azzurro vive giorni non semplici. Una polemica a distanza, causa lo scarso utilizzo, mette in dubbio la permanenza dell'ex Sassuolo a casa Juve.
Oggi secondo giorno di riposo, dopo il successo sul Carpi, da domani si inizia a preparare la partita del week-end.
Inter, Zanetti: "Dobbiamo confermare il quarto posto, poi programmeremo il futuro"
L'argentino, ai microfoni di Inter Channel, racconta le difficoltà attuali di Inter e Milan.
La 21esima edizione del Premio Gentleman | Fair Play Awards è l'occasione per aprire il libro nerazzurro. Javier Zanetti si divide tra passato e presente, riannoda i fili di ieri e sostiene l'operato di Mancini. Ai microfoni di Inter Channel, l'ex capitano commenta la battuta d'arresto di Roma. Squadra priva di idee e forza mentale, messa all'angolo da una Lazio intraprendente.
La partita con l'Empoli - penultimo impegno di stagione - deve essere di altro tenore, è l'occasione giusta per blindare la quarta posizione dal possibile ritorno della Fiorentina, per riportare il sereno sul cielo milanese.
"Inter-Empoli è una partita fondamentale, domenica è arrivata una sconfitta meritata perché non abbiamo giocato bene. Ora dobbiamo confermare il quarto posto che per noi è molto importante, poi programmeremo il futuro. Mauro Icardi è un attaccante intelligente, un goleador, è molto giovane e può migliorare tantissimo".
La mente di Zanetti corre poi al passato da giocatore. Gioie e dolori, una data che ricorre prepotente, tra polvere e altare. Le lacrime del 5 maggio 2002, uno Scudetto cucito sul petto che sbiadisce all'ultima tornata, una caduta difficile da digerire.
Otto anni dopo, ancora il 5 maggio, la redenzione, l'inizio dell'epopea. Mourinho e il Triplete, l'Inter vince tutto.
"È stato un onore giocare con Ronaldo. Lui era imprendibile anche in allenamento, difficilissimo fermarlo".
"Il 5 maggio è stato triste per noi interisti, poi però il 5 maggio 2010 è stato il primo passo verso il Triplete e io preferisco ricordarmi quella data".
La situazione di Milan e Inter non è certo rosea. Alle porte, cessioni imortanti, nuovi soci pronti a rinfrescare le casse di club in affanno dal punto di vista economico. La Cina guarda all'Italia per entrare dalla porta principale nel football nostrano. Una rinuncia importante per tornare ai fasti del passato, un'apertura all'estero per avvicinare la Juventus, oggi lontana, per organizzazione, mentalità e qualità.
"La Milano calcistica sta attraversando momenti che possono essere meno felici, ma sono fiducioso che tornerà in alto. Alla Juventus faremo i complimenti per lo Scudetto. Noi siamo una squadra giovane e sappiamo che dobbiamo crescere. Siamo consapevoli che una squadra come l'Inter deve lavorare per stare sempre più in alto".
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