FRANCESCO NASATO
Il Milan di Vincenzo Montella continua a lavorare negli Stati Uniti. Le gare contro Bayern Monaco e Liverpool hanno dato indicazioni precise.
Il Milan ha quasi terminato la propria tournèe negli Stati Uniti, l'ultimo impegno sarà Mercoledì contro il Chelsea di Antonio Conte. Le gare contro Bayern Monaco e Liverpool, però, a prescindere dal risultato che hanno avuto, sono state utili un po' per tutti per cominciare a vedere sul campo le idee di Montella. Allo stesso tempo, però, hanno evidenziato in maniera lampante le lacune di questa squadra.
Partiamo dalle cose positive. Intanto la squadra ha approcciato entrambe le partite, contro squadre più avanti di lei sotto tutti i punti di vista, in maniera positiva. Meglio con i tedeschi che con gli inglesi, ma su questo ha pesato probabilmente il minor tempo avuto a disposizione per preparare la sfida contro gli uomini di Klopp. A livello di costruzione della manovra le idee, poi, sembrano essere abbastanza chiare. Si parte da dietro, dal portiere e dai centrali, terzini con i piedi sulla linea laterale per dare ampiezza, palla bassa efraseggio veloce per eludere il pressing avversario. E non appena se ne ha la possibilità cambio di gioco per sfruttare al meglio il 4-3-3 cucito per Montella per sfruttare al meglio le caratteristiche dei giocatori in questo momento a sua disposizione.
Da qui si può partire anche per parlare delle note stonate di queste prime settimane di lavoro. Che non dipendono da Montella, ma da una società immobile perchè impegnata in una cessione che alla fine si farà, anche se con tempi lunghi che non piacciono per nulla ai tifosi. E nemmeno a Montella che rischia di non avere i rinforziminimi richiesti ormai più di un mese fa. Ecco che quindi bisogna fare con quel che si ha in casa, ma il problema è che dietro ai titolari le seconde linee non sono assolutamente all'altezza, in ogni reparto del campo. Una rosa corta e incompleta, un bel problema a tre settimane dall'inizio di un campionato che dovrebbe riportare il Milan in Europa, almeno a sentire le voci dello spogliatoio in questi giorni.
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