sexta-feira, 30 de janeiro de 2015

Antonio Cassano e le cassanate interiste: Strama, i gay e i soldatini



 


   

Antonio Cassano e le cassanate interiste: Strama, i gay e i soldatini

FantAntonio aprì la stagione in nerazzurro attaccando gli omosessuali dal ritiro della Nazionale fino alle mani addosso con Stramaccioni: in mezzo Galliani, la Juve e Conte



Soprattutto, immancabili: nella sua parentesi nerazzurra, volata via in meno di dodici mesi tra il 2012 e il 2013, Antonio Cassano non si è fatto certo mancare quei colpi di testa che, alle volte superando e coprendo i colpi di genio, lo hanno accompagnato per tutta la carriera. E pensare che tutto era cominciato da quel "Strama, bene bene" divenuto quasi una parodia. Incoraggiante, vero?
PREMESSE — Il 22 agosto 2012 si parte ufficialmente: Milan e Inter perfezionano l'operazione Cassano nerazzurro, Pazzini rossonero. Lui si presenta spiegando ai cronisti che "Massimo Moratti (all'epoca presidente e proprietario dell'Inter, ndr) mi voleva da tempo, ma prima era giusto non prendermi perché ero scatenato". Descrive il profilo di un Cassano maturo e più responsabile, ma le scivolate non mancano mai. Due mesi prima, il 12 giugno, dal ritiro della Nazionale inciampa su un tema delicato che lo fa finire nel mirino di tutti, anche di quella fetta di società che in Italia non guarda (quasi mai) il calcio. "Se ci sono fr..i in Nazionale problemi loro. Ma spero di no. Me la cavo così, sennò sai gli attacchi da tutte le parti". Le polemiche furono violente, lui si spiegò meglio la sera ma non servì a placare il fuoco incrociato. Come premesse, niente male.
GALLIANI — Sarà pure un Cassano 2.0, con la testa sul collo, ma i sassolini se li toglie dalle scarpe. E preferisce farlo pubblicamente. Così il 25 agosto, nel suo primo giorno ufficiale da interista, con chi se la prende? Subito con l'a.d. del Milan Adriano Galliani, suo datore di lavoro fino a tre giorni prima. "Galliani mi ha preso in giro, promette ma poi non mantiene la parola. Faceva tanto fumo e poco arrosto". Un addio all'altra sponda del Naviglio non certo di classe.
LA JUVENTUS — E qui veniamo all'Inter. Dove la partenza fu a razzo: "Sin da bambino sono stato tifoso interista", "sopra il cielo c'è l'Inter", "ho sempre sognato di giocare all'Inter". Amore a prima vista con l'allora tecnico Andrea Stramaccioni ed entrò in fretta nell'immaginario collettivo quello "Strama bene bene". FantAntonio si immedesimò talmente nell'interismo al punto da non perdere l'occasione di attaccare la Juventus. Il 2 novembre è ospite di Fabio Fazio su Rai3"La Juventus l’ho rifiutata tre volte. Vogliono solo soldatini, che vanno sempre dritti. Io sono uno che spesso esce dai binari". Nuove tensioni.
STRAMACCIONI — L'interismo e il grande amore nerazzurro non frenarono però i suoi impulsi più giovanili. Così anno nuovo, storie vecchie. Arriviamo al 2013, il giorno è il primo marzo: durante l'allenamento FantAntonio esplode nei confronti del tecnico Andrea Stramaccioni. Sì, proprio lui: quello del "bene bene Strama". E' una giornata ad altissima tensione: la lite degenera, i toni si alzano velocemente, spintoni e mani addosso. C'è bisogno dell'intervento di compagni e uomini dello staff per evitare un finale da saloon. Multa da 40mila euro, qualche giorno fuori rosa, poi avrà anche il tempo per due infortuni (ad aprile muscolare alla gamba destra, a maggio frattura a una mano cadendo in allenamento). Saluterà l'Inter dopo 39 presenze, 15 assist e 9 gol per incamminarsi lungo la via Emilia. Verso Parma.

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