Milan-Carpi, Brocchi torna a San Siro da allenatore per blindare il sesto posto
Milan contro Carpi chiude l'ultimo turno infrasettimanale di questo campionato, con Brocchi che cerca punti importanti in chiave Europa.
Alla luce dei risultati della serata di ieri la partita di questa sera per il Milan diventa ancora più importante. Sia le squadre che precedono sia quelle che seguono quella di Brocchi non hanno fatto punti, o comunque non hanno vinto. L'occasione, quindi, di allungare per il sesto posto e rosicchiare qualcosa a quelle subito davanti è davvero ghiotta.
La gara contro il Carpi di Castori, però, somiglia a tante altre di questa stagione, con il Milan che ha la possibilità di fare un passo in avanti in classifica, contro un avversario sulla carta abbordabile, ma che puntualmente si ferma sul più bello, spesso regalando prestazioni decisamente opache. Proverà anche a sfatare questo tipo di piccola maledizione Cristian Brocchi. Con Mihajlovic in panchina ilMilan ha fatto bene e a tratti benissimo con le grandi del campionato, Juventus esclusa visto che la squadra di Allegri non può che essere un discorso a parte, ma ha perso una marea di punti contro squadre che sulla carta non lottano per gli stessi obiettivi dei rossoneri. All' andata, la gara contro il Carpi doveva essere una tappa all' interno di un filotto di vittorie per sognare il terzo posto. A Modena, invece, ci fu solo un pallido 0-0, con una prestazione incolore che non lasciò per nulla soddisfatto Mihajlovic, figurarsi Berlusconi che già in inverno mal digeriva di vedere il serbo sulla panchina rossonera.
Adesso, però, c'è il pupillo Brocchi che in vista della sfida di stasera ha qualche problema soprattutto a centrocampo. Kucka è squalificato, Bertolacci è fuori causa per un problema muscolare e allora, ai fianchi di Montolivo, ci saranno il rientrante Poli e Bonaventura, arretrato a mezzala. Alle spalle della coppia Bacca-Balotelli non Honda, in quello che in teoria sarebbe il suo ruolo naturale, ma Boateng, in quella che può essere considerata la prima vera scelta del Brocchi allenatore. Il ghanese con Mihajlovic non ha di fatto mai visto il campo, mentre il nuovo allenatore non perde tempo prima di concedergli una chance importante. Rispetto a Genova e alla Sampdoria, infine, nessuna variazione per riguarda portiere e linea difensiva.
Probabili formazioni
"Attenti alla fame del Carpi"
Brocchi: "Balotelli è diverso, mi dà sensazioni positive"
"Una parola per giudicare i primi giorni di Brocchi al Milan? Entusiasmanti. Lo pensavo prima e anche dopo 10 giorni lo penso".
Il tecnico del Milan, Cristian Brocchi, dopo pochi giorni alla guida della squadra rossonera, li definisce entusiasmanti ma non sente la pressione.
"Devo essere sincero e non sono presuntuoso. Non sento ansia o paura, sono sereno e ho la voglia di aiutare un gruppo di ragazzi che dal punto di vista morale a tirare fuori qualcosa che non ha ancora tirato fuori a pieno. Ho il dovere morale anche di cercare di fare un gioco che è all'altezza della storia del Milan. Ho poco tempo, ma come ho già detto, deve bastare. I giocatori devono avere più autostima e credere di più in quello che fanno".
"Cosa chiedo? E' molto importante consolidare quel 5% che avevo chiesto e che durante la partita è stato di più, e cercare di raddoppiarlo e arrivare ad un 10%. Ogni piccolo passo che viene fatto in avanti resta dentro. In questi giorni qua logicamente c'è stato poco campo. La squadra ieri era logicamente un po' stanca ed era il giorno peggiore dal punto di vista fisico e del recupero. Non abbiamo potuto fare molto, ma ho spiegato dei concetti che poi sono stati proposti in allenamento. Loro l'hanno fatto e la speranza è quello di poterli trovare più riposati oggi", ha aggiunto l'allenatore rossonero alla vigilia della gara con il Carpi.
Per Brocchi quello di domani è il secondo esame dopo la Sampdoria. "Il primo esame è sicuramente mentale perché il Milan nel suo dna deve avere coraggio. La squadra deve affrontare la partita di domani con la consapevolezza che deve essere protagonista assoluta. Non deve cercare strade diverse e avere alibi. L'unico pensiero è che deve essere una battaglia e che sarebbe difficile se l'affrontassero con l'atteggiamento sbagliato".
Il tecnico è contento di questi primi giorni. "Se ha visto segnali positivi? Sono molto contento dell'atteggiamento dei ragazzi. Li ho visti motivati e vogliosi e questa cosa mi fa stare tranquillo, però in campo ci vanno loro e non io. Devono affrontare la partita con la mentalità vincente. Tendo a dare pochi obiettivi, ma chiari. Domani gli chiederò due altri obiettivi e vi dirò dopo la partita se sono stati rispettati. Con la Sampdoria sono stati rispettati".
Parlando di singoli, il tecnico si esprime su Bonaventura, Boateng e Balotelli. "Bonaventura centrocampista? Se guardiamo il calcio dal punto di vista dell'essere legato a dei sistemi di gioco allora ognuno può dire la sua. Nel mio modo di vedere il calcio non ci sono posizioni fisse, soprattutto a centrocampo. Ci sono giocatori che hanno grande qualità che possono interpretare il ruolo di trequartista moderno, come piace a me, sapendo svariare da una parte all'altra del campo. L'importante è che abbia un pensiero offensivo e non difensivo". Poi su Boateng: "Intanto ha una grande personalità e ha dimostrato di volersi mettere in mostra e rendersi utile alla causa. E così anche altri. Sono contento se arrivo al giorno prima della partita con in testa più giocatori. Vuol dire che hanno capito che ho bisogno di questo e che si possono giocare le loro possibilità. Tutte le squadre hanno bisogno di uno zoccolo duro, non si può pensare di cambiare 4-5 giocatori ogni partita".
Non mancano parole di stima per Mario Balotelli: "Con Mario, come con altri, ho cercato di parlargli, di conoscerlo ma anche di farmi conoscere. Devo trovare il modo di esaltare le loro qualità in funzione del bene della squadra. Mario è un ragazzo diverso rispetto a quello che ha fatto arrivare all'esterno. E' un ragazzo che quando ti guarda negli occhi dimostra di avere qualcosa di vero e di profondo. Lo sguardo dice molto, lui mi guarda negli occhi e io sono felice perché percepisco sensazioni positive".
Per il Milan oltre al campionato c'è anche la finale di Coppa Italia: "Non posso permettermi di pensare ora con quel fine. La finale sarà il raggiungimento di tutto il nostro lavoro che abbiamo iniziato martedì scorso che passa attraverso le partite giocate. La squadra ha perso tanti punti con squadre piccole e deve dare assolutamente una svolta e avere un atteggiamento propositivo dal primo all'ultimo minuto", ha proseguito Brocchi che potrebbe guardare al centrocampo dell'Europeo 2012 come modello: "Come idea ok, come interpretazione poi dipende dalle caratteristiche dei singoli giocatori. Ci vogliono sempre degli equilibri da rispettare, ma una delle cose più importanti su cui voglio lavorare io è l'occupazione degli spazi. Nel momento in cui i ragazzi riusciranno a riconoscere questo, migliorerà la qualità del gioco".
Per il tecnico rossonero grande importanza riveste il portiere Christian Abbiati: "Lui è un amico, è normale che il primo abbraccio a fine partita sia stato con lui. Volevo condividere un'emozione con una persona con cui sono legato anche extra-calcio. Il suo ruolo è fuori discussione all'interno dello spogliatoio del Milan. Lui sa cosa ci sia bisogno per il bene del Milan. Sa cosa voglio ottenere e sa cosa fare per portare avanti lo spogliatoio nel modo migliore".
Infine su quanto conta l'esperienza da giocatore in quella da allenatore, Brocchi ha sottolineato: "E' una questione di mentalità, anche quando non ero titolare ho sempre avuto la mentalità di interpretare gli allenamenti al 100% delle mie possibilità. La mentalità vincente ti porta ad allenarti sempre con il piglio giusto e con la volontà di migliorarti. Se non ti dai dei piccoli obiettivi ogni allenamento, fai fatica a raggiungerne uno grande. I giocatori vanno aiutati, soprattutto quelli che trovano e troveranno meno spazio, a capire che nella vita possono capitare delle occasioni che se non sfrutti magari non ti capiteranno più. Io da giocatore mi facevo trovare pronto, sapendo che così potevo trovare considerazione nel mio allenatore".
Il tecnico del Milan, Cristian Brocchi, dopo pochi giorni alla guida della squadra rossonera, li definisce entusiasmanti ma non sente la pressione.
"Devo essere sincero e non sono presuntuoso. Non sento ansia o paura, sono sereno e ho la voglia di aiutare un gruppo di ragazzi che dal punto di vista morale a tirare fuori qualcosa che non ha ancora tirato fuori a pieno. Ho il dovere morale anche di cercare di fare un gioco che è all'altezza della storia del Milan. Ho poco tempo, ma come ho già detto, deve bastare. I giocatori devono avere più autostima e credere di più in quello che fanno".
"Cosa chiedo? E' molto importante consolidare quel 5% che avevo chiesto e che durante la partita è stato di più, e cercare di raddoppiarlo e arrivare ad un 10%. Ogni piccolo passo che viene fatto in avanti resta dentro. In questi giorni qua logicamente c'è stato poco campo. La squadra ieri era logicamente un po' stanca ed era il giorno peggiore dal punto di vista fisico e del recupero. Non abbiamo potuto fare molto, ma ho spiegato dei concetti che poi sono stati proposti in allenamento. Loro l'hanno fatto e la speranza è quello di poterli trovare più riposati oggi", ha aggiunto l'allenatore rossonero alla vigilia della gara con il Carpi.
Per Brocchi quello di domani è il secondo esame dopo la Sampdoria. "Il primo esame è sicuramente mentale perché il Milan nel suo dna deve avere coraggio. La squadra deve affrontare la partita di domani con la consapevolezza che deve essere protagonista assoluta. Non deve cercare strade diverse e avere alibi. L'unico pensiero è che deve essere una battaglia e che sarebbe difficile se l'affrontassero con l'atteggiamento sbagliato".
Il tecnico è contento di questi primi giorni. "Se ha visto segnali positivi? Sono molto contento dell'atteggiamento dei ragazzi. Li ho visti motivati e vogliosi e questa cosa mi fa stare tranquillo, però in campo ci vanno loro e non io. Devono affrontare la partita con la mentalità vincente. Tendo a dare pochi obiettivi, ma chiari. Domani gli chiederò due altri obiettivi e vi dirò dopo la partita se sono stati rispettati. Con la Sampdoria sono stati rispettati".
Parlando di singoli, il tecnico si esprime su Bonaventura, Boateng e Balotelli. "Bonaventura centrocampista? Se guardiamo il calcio dal punto di vista dell'essere legato a dei sistemi di gioco allora ognuno può dire la sua. Nel mio modo di vedere il calcio non ci sono posizioni fisse, soprattutto a centrocampo. Ci sono giocatori che hanno grande qualità che possono interpretare il ruolo di trequartista moderno, come piace a me, sapendo svariare da una parte all'altra del campo. L'importante è che abbia un pensiero offensivo e non difensivo". Poi su Boateng: "Intanto ha una grande personalità e ha dimostrato di volersi mettere in mostra e rendersi utile alla causa. E così anche altri. Sono contento se arrivo al giorno prima della partita con in testa più giocatori. Vuol dire che hanno capito che ho bisogno di questo e che si possono giocare le loro possibilità. Tutte le squadre hanno bisogno di uno zoccolo duro, non si può pensare di cambiare 4-5 giocatori ogni partita".
Non mancano parole di stima per Mario Balotelli: "Con Mario, come con altri, ho cercato di parlargli, di conoscerlo ma anche di farmi conoscere. Devo trovare il modo di esaltare le loro qualità in funzione del bene della squadra. Mario è un ragazzo diverso rispetto a quello che ha fatto arrivare all'esterno. E' un ragazzo che quando ti guarda negli occhi dimostra di avere qualcosa di vero e di profondo. Lo sguardo dice molto, lui mi guarda negli occhi e io sono felice perché percepisco sensazioni positive".
Per il Milan oltre al campionato c'è anche la finale di Coppa Italia: "Non posso permettermi di pensare ora con quel fine. La finale sarà il raggiungimento di tutto il nostro lavoro che abbiamo iniziato martedì scorso che passa attraverso le partite giocate. La squadra ha perso tanti punti con squadre piccole e deve dare assolutamente una svolta e avere un atteggiamento propositivo dal primo all'ultimo minuto", ha proseguito Brocchi che potrebbe guardare al centrocampo dell'Europeo 2012 come modello: "Come idea ok, come interpretazione poi dipende dalle caratteristiche dei singoli giocatori. Ci vogliono sempre degli equilibri da rispettare, ma una delle cose più importanti su cui voglio lavorare io è l'occupazione degli spazi. Nel momento in cui i ragazzi riusciranno a riconoscere questo, migliorerà la qualità del gioco".
Per il tecnico rossonero grande importanza riveste il portiere Christian Abbiati: "Lui è un amico, è normale che il primo abbraccio a fine partita sia stato con lui. Volevo condividere un'emozione con una persona con cui sono legato anche extra-calcio. Il suo ruolo è fuori discussione all'interno dello spogliatoio del Milan. Lui sa cosa ci sia bisogno per il bene del Milan. Sa cosa voglio ottenere e sa cosa fare per portare avanti lo spogliatoio nel modo migliore".
Infine su quanto conta l'esperienza da giocatore in quella da allenatore, Brocchi ha sottolineato: "E' una questione di mentalità, anche quando non ero titolare ho sempre avuto la mentalità di interpretare gli allenamenti al 100% delle mie possibilità. La mentalità vincente ti porta ad allenarti sempre con il piglio giusto e con la volontà di migliorarti. Se non ti dai dei piccoli obiettivi ogni allenamento, fai fatica a raggiungerne uno grande. I giocatori vanno aiutati, soprattutto quelli che trovano e troveranno meno spazio, a capire che nella vita possono capitare delle occasioni che se non sfrutti magari non ti capiteranno più. Io da giocatore mi facevo trovare pronto, sapendo che così potevo trovare considerazione nel mio allenatore".
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