Come domenica scorsa con la Fiorentina, a San Siro si affrontano prima e seconda della classifica: stavola però a comandare sono i giallorossi. Partita tra la migliore difesa e il migliore attacco: "Tante squadre in lotta per lo scudetto", dice il tecnico francese, che su De Rossi dice soltanto: "Sta meglio. Noi pronti a tutto"
ROMA - Come la scorsa settimana. Prima contro seconda; miglior attacco contro la miglior difesa. A cambiare è soltanto l'avversario. Archiviata con tre punti in trasferta la gara contro la Fiorentina ora la Roma è attesa dall'esame ostico di San Siro contro l'Inter di Mancini. Due i punti di distacco tra le due squadre, quindici i gol in più realizzati dalla squadra di Rudi Garcia: "Sarà una gara di grande livello, ci alleniamo ogni giorno per sfide così esaltanti. Rispetto alla partita del Franchi, però, nessuna differenza: vogliamo vincere e allungare la striscia di risultati positivi".
"PRONTI A TUTTO. MIGLIORA DE ROSSI" - Con il dubbio in merito alle condizioni di De Rossi ("Sta meglio, siamo fiduciosi") e con un Maicon - quello decisivo (gol e assist) contro l'Udinese - ritrovato ("E' migliorato, è un grande campione e un plus per la nostra squadra"), il tecnico francese è chiamato ad una gestione delle risorse oculate, anche considerato l'impegno di mercoledì in Champions contro il Bayer Leverkusen. Se è vero che, come sempre dichiarato da Garcia, la gara più importante è quella che viene, l'appuntamento di San Siro lo sarà ancor di più vista la chance di Mancini di superare i giallorossi, in caso di vittoria: "Ha vinto in Premier, è un bravissimo allenatore - dice Rudi Garcia in conferenza stampa - ma se l'Inter è favorita per lo scudetto lo vedremo a fine stagione. Ci sono tanti club che lotteranno per la vetta della classifica: questo rende il campionato assai attrattivo". Le insidie maggiori? "Sono ben organizzati, prendono pochi gol per via delle loro doti sul piano fisico. E' una qualità loro saper trasformare gare bloccate sullo 0-0 con una rete a favore, e vincere con risultati di misura. Hanno usato diversi moduli di gioco - continua il francese - li abbiamo studiati e sappiamo cosa possono fare. Dovremo essere pronti a tutto e, specialmente, a fare la nostra partita. La striscia di vittorie consecutive ci pone bene a livello psicologico: sarà importante pensare solo a questa partita, dare tutto e, anche se usciremo stremati, penseremo poi a mercoledì e alla Champions".
"DZEKO SEGNERA' TANTO" - La chiave, quindi, è sempre la stessa: proporre gioco e creare occasioni con una continua impronta offensiva alla manovra. "Non so se nella storia dei campionati di Serie A sia stata più spesso la miglior difesa a vincere un titolo a fine stagione, rispetto alle squadre dotate del miglior attacco. Ma fare gol è importante e in questo inizio di stagione stiamo vedendo molte reti, un bene per lo spettacolo". Mancano, forse, quelle di Edin Dzeko che ha di recente dichiarato di far volentieri a meno della soddisfazione personale nel segnare (1 sola rete contro la Juventus alla seconda), in favore della vittoria finale della squadra: "E' uno che alle parole fa corrispondere il lavoro sul campo, è sempre utile nell'aiutare il gruppo. Un gioco che porti a creare tante occasioni, gli permetterà di segnare tanti gol. Davanti abbiamo molte occasioni e si troverà spesso nella situazione di poterla buttare dentro". Su Castan spiega il perché del non ingresso in campo nella gara contro l'Udinese: "Si era fermato per un fastidio muscolare e, per precauzione mia, ho deciso di non rischiarlo. Gyomber, poi, si allena sempre bene e merita la chance di poter giocare". Di rischiare, invece, Garcia ha voglia contro l'Inter, per poter confermare la vetta della classifica e togliersi
Juventus, Allegri: "Io a rischio? Il tecnico lo è sempre"
Il tecnico bianconero accetta le critiche ma guarda avanti alla vigilia della stracittadina contro la Juventus: "Questa squadra ha le qualità per tirarsi fuori, finora l'ha dimostrato a corrente alternata, deve trovare continuità".
TORINO - “Le critiche sono giuste, abbiamo 12 punti... Io a rischio? Quando i risultati mancano, il primo a essere chiamato in causa è l'allenatore”. Massimiliano Allegri, immerso nel peggior momento dell'ultimo lustro di storia bianconera, non si nasconde. “Chi vince è un bravo ragazzo, chi perde invece....”: il tecnico non completa la rima. Le sue risposte sono brevi, la voglia di parlare pochissima. Archivia in fretta lo scivolone contro il Sassuolo (“è stata una sconfitta inaspettata per tutti, ma voltarsi indietro è inutile, il passato non si può cambiare”) perché ha una voglia matta di guardare avanti: “Dobbiamo trovare continuità di risultati e migliorare”. La Juve deve soltanto riprendere a fare le cose giuste, ripartendo dai suoi pochi punti fermi: “Da adesso in avanti la squadra troverà le sue certezze. Qui, come in tutte le formazioni, ci sono titolari e riserve. Non si lavora per inserire i giovani ma per fare risultato. Detto questo, può capitare di avere 4 giocatori in campo tra i 20 e 22 anni: con tanti elementi giovani in rosa è inevitabile”.
Dietro l'angolo c'è una partita boomerang: il derby della Mole (arbitra Rocchi) può essere l'occasione ideale per rilanciarsi ma anche l'ennesima trappola. “Per una volta, la stracittadina è più importante per noi che per il Toro”. Dopo diversi lustri, il derby non ha un favorito: la Juve vuole vendicare il ko del ritorno dell'anno scorso e risalire in classifica, il Toro vuole dare il colpo di grazia ai cugini e scappare a +6. “Queste partite non hanno mai una squadra favorita – prosegue Allegri -. Mi aspetto una stracittadina in linea con le ultime due, combattute e belle. Il Toro concede poco e abbassa molto i ritmi. Serviranno una grande prova e molta lucidità”.
La clausura bianconera è stata violata dalla visita di una ventina di capi ultrà del gruppo Tradizione, che hanno seguito a bordo campo una parte dell'allenamento – solitamente blindatissimo - e sono stati omaggiati con molti palloni ufficiali. “I nostri tifosi volevano salutare la squadra, far sentire la loro vicinanza. Ci ha fatto piacere, visto che siamo in un momento delicato”. Nell'aria riecheggiano ancora le pesanti dichiarazioni rilasciate da due senatori come Buffon ed Evra. Dice Allegri: “Gigi e Patrice hanno espresso il loro pensiero in un momento delicato con parole costruttive. Questi momenti fanno parte della crescita di una squadra e sono da affrontare con positività, responsabilità e tutte le energie a disposizione”. Dunque senza paura e soprattutto senza la presunzione e il nervosismo del Mapei Stadium: “Non ci dobbiamo abbattere o avere paura, in questo momento non servirebbe a niente. Dobbiamo giocare bene senza fare a cazzotti. Il nostro nervosismo? Ci ho pensato, ma è un fatto inspiegabile. Quanto al ritiro, qui non c'è assolutamente da ricompattare lo spogliatoio. Ci servono soltanto delle buone partite, senza ricadere nei nostri errori”.
Pochi dubbi di formazione. Assente lo squalificato Chiellini, davanti a Buffon giocheranno Bonucci e Barzagli, scortati sulle corsie da Evra e Padoin (in vantaggio sul recuperato Caceres). In
Dietro l'angolo c'è una partita boomerang: il derby della Mole (arbitra Rocchi) può essere l'occasione ideale per rilanciarsi ma anche l'ennesima trappola. “Per una volta, la stracittadina è più importante per noi che per il Toro”. Dopo diversi lustri, il derby non ha un favorito: la Juve vuole vendicare il ko del ritorno dell'anno scorso e risalire in classifica, il Toro vuole dare il colpo di grazia ai cugini e scappare a +6. “Queste partite non hanno mai una squadra favorita – prosegue Allegri -. Mi aspetto una stracittadina in linea con le ultime due, combattute e belle. Il Toro concede poco e abbassa molto i ritmi. Serviranno una grande prova e molta lucidità”.
La clausura bianconera è stata violata dalla visita di una ventina di capi ultrà del gruppo Tradizione, che hanno seguito a bordo campo una parte dell'allenamento – solitamente blindatissimo - e sono stati omaggiati con molti palloni ufficiali. “I nostri tifosi volevano salutare la squadra, far sentire la loro vicinanza. Ci ha fatto piacere, visto che siamo in un momento delicato”. Nell'aria riecheggiano ancora le pesanti dichiarazioni rilasciate da due senatori come Buffon ed Evra. Dice Allegri: “Gigi e Patrice hanno espresso il loro pensiero in un momento delicato con parole costruttive. Questi momenti fanno parte della crescita di una squadra e sono da affrontare con positività, responsabilità e tutte le energie a disposizione”. Dunque senza paura e soprattutto senza la presunzione e il nervosismo del Mapei Stadium: “Non ci dobbiamo abbattere o avere paura, in questo momento non servirebbe a niente. Dobbiamo giocare bene senza fare a cazzotti. Il nostro nervosismo? Ci ho pensato, ma è un fatto inspiegabile. Quanto al ritiro, qui non c'è assolutamente da ricompattare lo spogliatoio. Ci servono soltanto delle buone partite, senza ricadere nei nostri errori”.
Pochi dubbi di formazione. Assente lo squalificato Chiellini, davanti a Buffon giocheranno Bonucci e Barzagli, scortati sulle corsie da Evra e Padoin (in vantaggio sul recuperato Caceres). In
regia tornerà lo sfebbrato Marchisio, con Khedira e Pogba interni, mentre l'attacco dovrebbe scommettere su Cuadrado, Morata e Dybala (oppure Mandzukic). “L'organico è quasi completo: più scelta per me, più concorrenza per i miei giocatori – conclude Allegri -. Volete sapere se terrò conto del successivo impegno, martedì contro il Borussia M'Gladbach? No, dobbiamo pensare soltanto al derby”.
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