sexta-feira, 27 de novembro de 2015

Garcia arriverà al panettone?



Resultado de imagem para logo calcio serie aResultado de imagem para flag italy


Secondo voci di corridoio a Trigoria alla dirigenza non sarebbe andata giù l'ennesima figuraccia europea.


Garcia non è più al sicuro: il presidente Pallottta e la dirigenza sembrano essere arrivati al punto di non ritorno con l'allenatore francese; dopo la seconda goleada subita in due anni i vertici societari stanno iniziando a guardarsi intorno e sarà decisivo il prossimo mese.
Il presidente Pallotta ha fatto sapere di essere risentito per i recenti risultati "Non sono felice" e a quanto pare ha telefonato a Italo Zanziper sfogare la sua frustrazione; sembra che il presidente sarà all'Olimpico per lo spareggio col Bate Borisov sia per farsi sentire vicino alla squadra ma anche per far capire a Garcia che il filo delle Parche sta per spezzarsi e la sua panchina non è più salda.
Anche all'interno della dirigenza la fiducia con Garcia è ai minimi storici, un membro che ha preferito rimanere anonimo ha dichiarato"È inaccettabile perdere così. Proprio quando alcuni dei club più importanti del mondo come City e Barcellona ci contattano per delle sinergie, facciamo queste brutte figure"; una dichiarazione forte che fa trapelare lo sfascio dell'ambiente
La squadra infine sembra essere insofferente nei confronti di Garcia, tralasciando le sigarette viste dopo la partita e l'acceso faccia a faccia avuto il giorno dopo la debacle a preoccupare sono alcune dichiarazioni dei giocatori; ad esempio Florenzi ha detto che la partita è stata "preparata male" o Maicon, sempre lapidario, ha dichiarato "abbiamo fatto zero".
I nomi in lizza per sostituire l'uomo di Nemours sono sempre i soliti: si va dal sempreverde Mazzarri, al suggestivo ritorno di Spalletti, fino ad arrivare al sogno (costoso) di un ritorno di Fabio Capello; cosa succederà? Babbo Natale ci porterà la risposta e nessuno più di Garcia desidera un bel regalo.



Verso Napoli - Inter, le scelte di Mancini


Il tecnico attende notizie sul fronte Kondogbia, davanti ballottaggio Jovetic - Icardi.



L'avvicinamento alla gara del San Paolo è scosso, in casa Inter, dal problema ai flessori della gamba destra accusato nella giornata di ieri da Geoffrey Kondogbia. Nelle prossime ore, maggior chiarezza sullo stato fisico del francese, un tagliando in vista dell'esame partenopeo. Si lavora a un undici privo della presenza del colosso ex Monaco e le soluzioni al vaglio del tecnico sono due. 
Guarin e Brozovic si giocano l'ultima maglia in mezzo, data la presenza di Medel e Felipe Melo. Il croato garantisce maggior equilibrio, può ricoprire differenti ruoli, mezzala nella mediana a tre, esterno in una linea alle spalle del 9 di riferimento, trequartista ad ispirare la prima punta. Guarin è invece giocatore a maggior impatto fisico, più portato allo "scontro", dotato del colpo risolutore, ma spesso frenato da una latente continuità. Entrambi vanno e vengono dalla  formazione iniziale, entrambi devono conquistare in via definitiva tecnico e staff.
Discorso che si trasporta anche alla zona offensiva, dove vive un ballottaggio tra Jovetic e IcardiMancini non può rinunciare alla duttilità di Perisic - a riposo con il Frosinone - perché l’ex Wolfsburg svolge un lavoro fondamentale in fase di non possesso, trasformando il centrocampo da 3 a 4 interpreti ed ha la capacità di ribaltare rapidamente l’azione. Medesima cosa dicasi per Ljajic, esempio di abnegazione nel periodo recente. Il serbo vive un periodo di grazia, è la scintilla che accende la manovra nerazzurra, l’input che ispira il gioco, da il là a ogni azione. In questo contesto, resta da riempire una sola casella, quella centrale e due sono le vie: si può optare per un’Inter a fanteria leggera, un frullato di movimenti e incroci - un’Inter quindi a tinta balcanica, con Jovetic a scambiare con Perisic e Ljajic - o per un’Inter più statica, con ruoli definiti e un ariete a finalizzare il gioco, Icardi. Pregi e difetti, da valutare attentamente, perché i due non sono nel miglior momento ed è quindi difficile stilare una graduatoria di preferenze. Resta una mera questione tattica, palla al Mancio. 
In difesa, il dubbio riguarda, come di consueto, l’esterno. Handanovic difende i pali, al centro la doppia M, Miranda - Murillo, sulle corsie più variabili. Santon è ormai in seconda fila, Montoya sicuro partente, restano quattro interpreti per due divise. Telles - splendente nell’ultima di San Siro - retrocede, data la partita in arrivo. Le qualità offensive sono indubbie, ma al San Paolo è gara in trincea. Juan Jesus sprinta con D’Ambrosio, con Nagatomo che pare al sicuro. La rapidità del nipponico è arma da opporre ai folletti di Sarri.   

La Lazio vince 3-1 col Dnipro ed è aritmeticamente prima nel girone con una giornata di anticipo


I gol di Candreva, Parolo e Djordjevic lanciano la Lazio ai sedicesimi di Europa League. Una vittoria che fa bene sopratutto al morale del gruppo, che domenica alle 18 giocherà ad Empoli.



Lazio
3 1
Dnipro
LAZIO : LAZIO (4-4-2): BERISHA; KONKO, GENTILETTI, MAURICIO, RADU; PAROLO, CATALDI, KISHNA (LULIC 80'); CANDREVA, KLOSE (MILINKOVIC 66'), MATRI (DJORDJEVIC 70').
DNIPRO: DNIPRO (4-1-4-1): BOKYO; FEDETSKIY (SHAKTHOV 74'), DOUGLAS, GUEYE, LÉO MATOS; CHYGRYNSKIY; MATHEUS (ANDERSON 41'), BEZUS (ZOZULYA 57'), DANILO, BRUNO GAMA; SELEZNYOV.
SCORE: CANDREVA 4', BRUNO GAMA 65', PAROLO 68', DJORDJEVIC 93'.

Tre punti, vittoria ottenuta. Dopo il periodo che sta attraversando la Lazio in campionato, il 3-1 al Dnipro è una boccata d'ossigeno, per tutta la squadra, in primis per Pioli. Igli Tare aveva chiesto di dare l’anima in campo, probabilmente non sarebbe nemmeno servito vista la differenza di qualità tra le due squadre, è da dire però che laLazio ha ottenuto i tre punti senza impressionare, limitandosi a giocare un calcio sufficiente a battere gli ucraini. Il 3-1 assegna tre punti importanti ai bianocelestiai fini della qualificazione, anche perché l’altra partita del girone tra Saint Etienne e Rosenberg è terminata 1-1 quindi la Lazio con una giornata di anticipo si è qualificata prima nel girone. Il suo cammino europeo è stato sinora quasi impeccabile. Dopo il pareggio alla prima contro il Dnipro sono arrivate quattro vittorie consecutive, che lanciano i biancocelesti ai sedicesimi di Europa League da testa di serie. 
Come anticipato non è servita una prestazione impeccabile da parte dei ragazzi di Pioli per battere la squadra lontana parente di quella finalista della scorsa edizione dell'Europa League. In una fredda serata romana, con il clima che rispecchia il tifo dell'Olimpico, questa sera deserto, il gol di Candreva immediato al quarto minuto scalda i temerari presenti allo stadio. E' un regalo della difesa del Dnipro, che si ferma per un presunto fallo non fischiato e lascia involare Parolo che coi tempi giusti infila Candreva a tu-per-tu con Boyko: il gol è un gioco da ragazzi, dribbling e piatto sinistro. Un gol che sostanzialmente cristallizza le dinamiche della gara. La partita diventa noiosa e senza occasioni. La Lazio, diposta con un inedito 4-4-2, si limita ad aspettare gli avversari senza subire azioni pericolose. Matheus ci prova da fuori, gli risponde Klose poco dopo dal limite. Le due punte non creano mai spazi, Klose spesso è costretto a venirsi a prendere palla a centrocampo, Parolo e Cataldi non sono ispirati, Kishna e Candreva corrono senza brillare.
Il secondo tempo non cambia il quadro della partita: tonalità grigia, pochi colori "vivi". L'impressione è che la Lazio al meglio della sua condizione psico-fisica avrebbe o chiuso la partita dopo mezz'ora oppure avrebbe  inflitto un passivo davvero pesante agli ucraini. Il Dnipro, al 65', rischia pure di riaprire la gara. La Lazio si fa sorpendere dopo che Mauricio perde palla quando avrebbe dovuto difenderla col corpo: Bruno Gama fa 1-1. La risposta dei laziali è immediata. Con una buona dose di fortuna Parolo trova il gol con deviazione due minuti dopo. Le speranze degli ucraini, ai quali sarebbe servita solo la vittoria, vengono annullate nell'immediato. Dal gol di Parolo a quello di Djordjevic al 93', ormai a partita chiusa, è pura accademia per i padroni di casa, col Dnipro che tira i remi in barca. Pioli e la Lazio hanno già la testa ad Empoli. 

Nenhum comentário:

Postar um comentário