I giallorossi portano a casa 3 punti contro l'Udinese e si tengono stretti il primo posto. Napoli e la Fiorentina li seguono a -2. Lazio sconfitta dall'Atalanta
TORINO - Tutto facile per la Roma contro l'Udinese. I giallorossi trionfano 3-1 e si confermano al primo posto in classifica. Il Napoli centra la settima vittoria di fila contro il Palermo, al San Paolo, e tiene il passo della capolista a -2 insieme all'Inter e alla Fiorentina che, contro il Verona porta a casa 3 punti importanti. Niente da fare per la Lazio che continua con i risultati negativi in trasferta cedendo in casa dell'Atalanta. Vittoria per il Milan che a San Siro batte il Chievo.
ATALANTA-LAZIO 2-1 - Continua la striscia negativa fuori casa della Lazio. A Bergamo contro l'Atalanta dell'ex Edy Reja, finisce 2-1. La magia su punizione di Biglia al 16' viene cancellata da un autogol di Basta e da un tiro all'incrocio dei pali di Papu Gomez all'86' che firma la rimonta nerazzurra e manda in estasi l'Azzurri d'Italia. Ora la squadra di Pioli è a 18 punti con il Sassuolo e con due sfide delicate sulla sua strada: il Milan e il derby. Solo un punto di distanza dalla squadra di Reja, che resta imbattuta in casa.
FROSINONE-CARPI 2-1 - Tre punti preziosi per il Frosinone che chiude con una vittoria lo scontro salvezza al Matusa contro il Carpi nella prima sfida tra le neopromosse in A. Un primo tempo molto equilibrato, con qualche palla sprecata da entrambi gli schieramenti. Il vantaggio del Frosinone arriva al 51' con Ciofani protagonista di un gol decisivo. Sfiora il raddoppio il Frosinone, con il pallone che sguscia in rete, ma il gol di Paganini viene annullato. Il recupero del Carpi arriva al 66' con la rete dell'1-1 di Marrone. Finale nervoso con l'espulsione di Borriello e Soddimo. Ma il risultato lo decide Sammarco nei minuti di recupero quando, con un tiro in scivolata, realizza il 2-1.
VERONA-FIORENTINA 0-2 - Riparte la Fiorentina. Dopo tre ko consecutivi e l'addio al primato, i ragazzi di Sousa tornano a vincere sul terreno non perfetto del Bentegodi e si tengono stretti il secondo posto in classifica. Si chiude 0-2 il match con il Verona, sbloccato al 25' da un'azione rocambolesca culminata in un'autorete con Marquez che devia in porta il tiro di Kalinic. Arriva proprio con il croato il raddoppio al 57' contro un Verona che non ha mai impensierito Tatarusanu.
MILAN-CHIEVO 1-0 - Il Milan supera il Chievo per 1-0 e, per la prima volta, non subisce gol. Nel primo tempo i rossoneri restano ingabbiati nella trama di gioco tessuta dal Chievo, ma riescono a fare la differenza sulle fasce. Il primo tiro arriva dalla fascia destra al 21’. Cerci riceve palla da Romagnoli e crossa al centro dell’area, incursione perfetta di Bertolacci che colpisce di testa, ma il pallone finisce di poco alto sopra la traversa. Al 32’ arriva il primo tiro di Bacca dal centro dell’area deviato in angolo da Gobbi. Pronta la risposta del Chievo: Birsa da punizione cerca Pellissier che colpisce di testa a botta sicura, Donnarumma devia sul fondo. La riscossa rossonera è tutta nel secondo tempo. Al 52’ arriva il gol partita. Bacca riceve palla da sinistra, temporeggia in area di rigore per poi servire Antonelli che con un preciso tiro buca Bizzarri sul secondo palo. La rete rossonera cambia gli equilibri della partita. Chievo vicino al pari con Paloschi che, pescato in area, si coordina e scaglia un destro che Donnarumma devia bene in angolo. L’ultima occasione è per Luiz Adriano, che prende palla a metà campo e si invola verso l'area scagliando un bolide che termina fuori di poco.
NAPOLI-PALERMO 2-0 - Il Napoli parte forte, nei primi otto minuti va vicina al gol in tre occasioni, con Hamsik e Higuain. Sono le verticalizzazioni improvvise a mettere in difficoltà la difesa del Palermo. Come al 38', quando Jorginho manda in profondità Insigne, che calcia di sinistro da posizione defilata senza nemmeno controllare il pallone: la palla centra in pieno il palo. Ma il gol del Napoli è nell'aria e arriva appena un minuto dopo con un Higuain in forma stratosferica. Il Pipita festeggia il ritorno in nazionale con una rete splendida, un destro terrificante da fuori area impossibile da respingere per Sorrentino. Al 65' Sarri decide di fare riposare Insigne, sostituito da Mertens: il talento napoletano però non la prende bene, non fa niente per nasconderlo e va a sedersi in panchina visibilmente arrabbiato. La fortuna non aiuta il Napoli, che centra addirittura il terzo palo della serata al 73' con Mertens, al termine di una bella azione personale in velocità. Per il belga l'appuntamento con il gol è solo rimandato: all'80' batte Sorrentino con un destro preciso. Mertens prima non esulta, poi si sfoga con un urlo rabbioso, forse in polemica con l'allenatore per l'ennesima esclusione dall'undici titolare. La partita finisce qui. Il Napoli vince e tiene il passo della Roma capolista.
ROMA-UDINESE 3-1 - Tutto facile per la Roma contro l'Udinese. Al quinto minuto è già festa all'Olimpico: Nainggolan trova l'appoggio di Maicon sulla destra, cross basso e destro di prima intenzione di Pjanic che brucia Karnezis sul primo pallo per l'1-0. Per l'Udinese è una doccia fredda, che dopo altri 4 minuti diventa una cascata gelata. Maicon scambia con Dzeko, doppio dribbling nella burrosa difesa friulana e sinistro del brasiliano che Karnezis non trattiene: 2-0. Al 20' prosegue lo show personale di Maicon, che lascia tutti sul posto dalla destra per servire a Digne la possibilità del terzo gol, ma il francese spara alto. E 10 minuti dopo ancora un lancio di 40 metri millimetrico sul sinistro di Florenzi, che prova a sparare in corsa per un gol impossibile, che infatti sbaglia. I romanisti allo stadio non credono ai propri occhi, un Maicon così è roba da Inter del Triplete. Colantuono prova con Fernandes per Widmer, ma la Roma trova il terzo gol. Manolas si traveste da Maicon, lascia tre avversari in dribbling e dalla destra trova Gervinho, che insacca basso sul lato opposto per il 3-0. Ma anche nella giornata 'chic' la Roma trova il modo di prendere un gol. Accade al 77' con Aguirre che trova Thereau in area e nel contrasto tra il francese e il connazionale Digne ne esce fuori il diagonale vincente che beffa Szczesny.
Sassuolo-Juventus 1-0: Sansone riapre la crisi bianconera
Con una punizione-capolavoro nel primo tempo l'attaccante neroverde decide il match del Mapei Stadium. Bianconeri non pervenuti nei primi 45' e Chiellini espulso per doppia ammonizione. Nella ripresa c'è una reazione degli ospiti ma Pegolo rischia pochissimo. Gervasoni in serata no
REGGIO EMILIA – Una Juventus troppo brutta per essere vera cade al Mapei Stadium con il Sassuolo che con questi tre punti vola al quinto posto in classifica a quota 18. Decide una punizione-capolavoro di Sansone nel primo tempo. La Juve nei primi 45’ non si rende mai pericolosa, gioca ‘molle’ e perde anche Chiellini, stasera molto nervoso ed espulso per doppia ammonizione. Nella ripresa c’è una reazione dei bianconeri, ma troppo poco per impensierire seriamente gli emiliani.
CAPOLAVORO SANSONE – Di Francesco schiera un 4-3-3 con Berardi, Floccari e Sansone in attacco. Centrocampo a tre formato da Biondini, Magnanelli e Missiroli. Pegolo prende il posto tra i pali di Consigli, squalificato. Allegri risponde col 3-5-2 con Alex Sandro e Cuadrado esterni. In attacco confermata la coppia Dybala-Mandzukic. In mezzo al campo manca Marchisio, colpito da influenza. Ma non c’è Khedira perché con Pogba giocano Sturaro e Lemina. La partita si presenta subito complicata per i campioni d’Italia: il Sassuolo difende compatto e non lascia spazi di manovra agli avversari. Al 4’ Gervasoni ammonisce un Chiellini nervoso per proteste. Giallo che sarà importante. Succede poco, il match è bloccato, proprio come vuole il Sassuolo. Al 18’ Lemina stende ai 20 metri Sansone. Punizione che batte lo stesso attaccante neroverde, con un destro a giro sul primo palo. Buffon resta immobile e il Sassuolo passa in vantaggio.
ESPULSO CHIELLINI – La Juventus dovrebbe reagire, ma fa tanta, troppa fatica. Dybala prova ad accendersi ma un suo tiro dal limite viene deviato in angolo da un difensore mentre al 26’ è bravissimo Acerbi a chiudere l’ex Palermo in corner. Un minuto dopo ecco Pogba: gran destro da fuori ma Pegolo vola e salva. Acerbi vince anche tutti i duelli personali con Mandzukic: il croato sembra sempre un corpo estraneo nella formazione bianconera. Al 39’ Chiellini viene ammonito per la seconda volta dopo un fallo da dietro su Berardi: espulsione per il difensore che in campionato non veniva cacciato dall’11 novembre 2007 in un Parma-Juve.
LA JUVE CI PROVA – Nel secondo tempo la Juventus decide di iniziare a giocare. Dopo una manciata di secondi palla in area per Mandzukic che appoggia a Pogba: tiro sul fondo. Il Sassuolo in superiorità numerica è stanco e va in affanno, non riesce più a tenere su la palla e soffre il forcing bianconero. Allegri al quarto d’ora inserisce Morata al posto di Mandzukic. Al 17’ Cuadrado ci prova da posizione defilata, respinge in angolo Pegolo. Di Francesco capisce il momento delicato dei suoi e fa entrare forze fresche come Defrel al posto di Floccari e Duncan al posto di Biondini.
IL SASSUOLO NON RISCHIA – Al 32’ Acerbi dà una manata al volto di Dybala. Fallo netto, minimo da ammonizione se non da rosso. Ma Gervasoni non fischia e la Juve si infuria. Negativa la serata del direttore di gara, sempre in ritardo nelle decisioni e confusionario nella distribuzione dei cartellini gialli: Lemina e Berardi avrebbero meritato un secondo giallo. Graziati. Allegri tenta il tutto per tutto nel finale con l’inserimento di Zaza ed Hernanes. Ma il Sassuolo ritrova le misure e chiude ogni spazio. Dopo quattro minuti di recupero arriva la quarta sconfitta in campionato per la Juventus che riapre la crisi per Allegri & co.
Sassuolo-Juventus 1-0 (1-0)
Sassuolo (4-3-3): Pegolo 6,5; Vrsaljko 6, Cannavaro 6, Acerbi 6,5, Peluso 6; Biondini 6 (26′ st Duncan sv), Magnanelli 6,5, Missiroli 6,5; Berardi 6 (26′ st Laribi sv), Floccari 6 (25′ st Defrel 6), Sansone 7. In panchina: Pegolo, Longhi, Terranova, Gazzola, Ariaudo, Pellegrini, Politano, Floro Flores, Falcinelli. Allenatore: Di Francesco 6,5.
Juventus (3-5-2): Buffon 6; Barzagli 6, Bonucci 6, Chiellini 4,5; Cuadrado 6, Sturaro 5, Lemina 5 (37′ st Hernanes sv), Pogba 5,5, Alex Sandro 5,5; Mandzukic 5 (15′ st Morata 6), Dybala 5,5
Arbitro: Gervasoni di Mantova.
Rete: 20′ pt Sansone.
Espulso al 39’pt Chiellini per doppia ammonizione.
Ammoniti: Peluso, Lemina, Pegolo, Berardi, Sansone, Pogba, Cannavaro.
Angoli 11-1 per la Juventus.
Recupero: 2′; 4′.
Atalanta-Lazio 2-1: Gomez firma la rimonta nerazzurra, un'altra trasferta amara per Pioli
I biancocelesti sbloccano il risultato nel primo tempo con una punizione di Biglia, Reja indovina i cambi tattici all'intervallo e trova il pari su un autogol di Basta, prima della firma del "Papu" a quattro minuti dalla fine: quarta vittoria interna in cinque gare per De Roon e compagni, quarto ko fuori per gli ospiti
BERGAMO – Una mano sapiente, un trend confermato, una bella dose di fortuna. Edy Reja vede soffrire l’Atalanta per un tempo e le cambia faccia durante l’intervallo, la Dea ottiene il quinto risultato utile tra le mura amiche – mentre la Lazio continua a soffrire le pene dell’inferno fuori casa – e dimentica il ko con la Juventus. Poi c’è la buona sorte, che nel momento più delicato della sfida strizza l’occhio agli orobici. L’autogol di Dusan Basta rimette in carreggiata i nerazzurri, che nel finale vengono premiati forse oltre i loro meriti in una gara che avrebbe avuto nel pari l’epilogo più coerente. Ma il 2-1 è la ricompensa per il grande sacrificio messo in campo da parte dei ragazzi di Reja, mentre Pioli avrà sicuramente qualcosa da dire ai suoi due esterni d’attacco, oggi poco ispirati in avanti e tutt’altro che volenterosi in fase di ripiegamento.
LA FIRMA DEL PAPU – Non è un caso che a decidere il match, sotto una pioggia impressionante per intensità, sia Alejandro Gomez. “El Papu” è forse l’uomo che più ha beneficiato dell’arrivo in panchina di Reja, il suo destro va a spolverare l’incrocio dei pali e a lanciare l’Atalanta all’inseguimento proprio della Lazio in classifica. Tra romani e bergamaschi ora balla un solo punto in graduatoria e i biancocelesti perdono momentaneamente la scia del treno di testa, con Inter, Napoli e Fiorentina che non hanno sprecato l’occasione per scappare e la Roma che continua a fare da lepre. Eppure, dopo il primo tempo, Biglia e compagni sembravano in netto controllo. Proprio l’argentino aveva sbloccato su calcio di punizione, con un destro a giro che supera la barriera e vede Sportiello troppo bloccato sul suo palo per azzardare un intervento che, all’esame del replay, sarebbe stato possibile. La Lazio, ancora in campo col 4-2-3-1, era già andata vicina al vantaggio con un quasi-autogol di Masiello, comunque decisivo in chiusura su un cross velenoso di Basta. La prima frazione vede gli ospiti gestire i ritmi, pur senza rendersi particolarmente pericolosi, e i nerazzurri minacciosi solo con un mancato colpo di testa di Stendardo, in campo al posto dello squalificato Toloi.
LA FIRMA DEL PAPU – Non è un caso che a decidere il match, sotto una pioggia impressionante per intensità, sia Alejandro Gomez. “El Papu” è forse l’uomo che più ha beneficiato dell’arrivo in panchina di Reja, il suo destro va a spolverare l’incrocio dei pali e a lanciare l’Atalanta all’inseguimento proprio della Lazio in classifica. Tra romani e bergamaschi ora balla un solo punto in graduatoria e i biancocelesti perdono momentaneamente la scia del treno di testa, con Inter, Napoli e Fiorentina che non hanno sprecato l’occasione per scappare e la Roma che continua a fare da lepre. Eppure, dopo il primo tempo, Biglia e compagni sembravano in netto controllo. Proprio l’argentino aveva sbloccato su calcio di punizione, con un destro a giro che supera la barriera e vede Sportiello troppo bloccato sul suo palo per azzardare un intervento che, all’esame del replay, sarebbe stato possibile. La Lazio, ancora in campo col 4-2-3-1, era già andata vicina al vantaggio con un quasi-autogol di Masiello, comunque decisivo in chiusura su un cross velenoso di Basta. La prima frazione vede gli ospiti gestire i ritmi, pur senza rendersi particolarmente pericolosi, e i nerazzurri minacciosi solo con un mancato colpo di testa di Stendardo, in campo al posto dello squalificato Toloi.
REJA CAMBIA TUTTO – Dopo un primo tempo di totale sterilità offensiva, Reja si presenta con Raimondi al posto di Kurtic in avvio di ripresa. Può sembrare un cambio difensivo, in realtà il tecnico stravolge tatticamente i suoi. Addio 4-3-3, si passa al 4-2-3-1, con il nuovo entrato ala destra e Moralez alle spalle di Pinilla. L’ulteriore spinta la fornisce il ko di Dramé: Reja inserisce addirittura D’Alessandro, spostando Raimondi in difesa. La partita si infiamma. Pinilla e Moralez pungono già nei primi sette minuti: a lato il mancino del cileno, centrale il destro del “Frasquito”. Con l’Atalanta più portata all’offensiva, la Lazio cerca di rendersi pericolosa in contropiede ma Matri è prima poco cattivo su un cross di Anderson – decisivo ancora Masiello in chiusura – e poi impreciso su invito di Candreva. Al 24′ si materializza il pari. Proprio Candreva si perde Gomez su un cross da destra, l’ex Catania rimette in mezzo e Basta, nel cuore dell’area piccola, trafigge Marchetti nel tentativo di spazzare. Pioli prova l’assalto con Klose per Onazi ma è l’Atalanta a trovare il bersaglio grosso a 4′ dalla fine. D’Alessandro è lanciato sulla destra e mette in mezzo, Basta stringe correttamente sul taglio di Pinilla, alle sue spalle c’è Gomez, con metri di spazio per il mancato ripiegamento di Candreva: stop e destro sotto l’incrocio, l’Atalanta vince ancora in casa.
ATALANTA-LAZIO 2-1 (0-1)
Atalanta (4-3-3): Sportiello 5.5; Masiello 6.5, Stendardo 6, Paletta 6.5, Dramé 6 (13′ st D’Alessandro 6.5); Carmona 6, De Roon 6.5, Kurtic 5.5 (1′ st Raimondi 6.5); Moralez 6.5 (33′ st Cherubin sv), Pinilla 5.5, Gomez 7. (Bassi, Radunovic, Brivio, Conti, Cigarini, Grassi, Migliaccio, Denis, Monachello). All.: Reja
Lazio (4-2-3-1): Marchetti 6; Basta 5.5, Hoedt 6, Gentiletti 6, Lulic 6; Onazi
6 (35′ st Klose sv), Biglia 6.5; Candreva 4.5, Milinkovic-Savic 6.5, Anderson 5.5; Matri 5.5 (19′ st Djordjevic 5.5). (Berisha, Braafheid, Konko, Mauricio, Patric, Radu, Cataldi, Morrison, Kishna). All.: Pioli
Arbitro: Irrati
Reti: 16′ pt Biglia, 24′ st aut. Basta, 41′ st Gomez
Ammoniti: Masiello, Raimondi, Biglia, Lulic, Milinkovic-Savic, Onazi
Recupero: 1′ e 3′
ATALANTA-LAZIO 2-1 (0-1)
Atalanta (4-3-3): Sportiello 5.5; Masiello 6.5, Stendardo 6, Paletta 6.5, Dramé 6 (13′ st D’Alessandro 6.5); Carmona 6, De Roon 6.5, Kurtic 5.5 (1′ st Raimondi 6.5); Moralez 6.5 (33′ st Cherubin sv), Pinilla 5.5, Gomez 7. (Bassi, Radunovic, Brivio, Conti, Cigarini, Grassi, Migliaccio, Denis, Monachello). All.: Reja
Lazio (4-2-3-1): Marchetti 6; Basta 5.5, Hoedt 6, Gentiletti 6, Lulic 6; Onazi
Arbitro: Irrati
Reti: 16′ pt Biglia, 24′ st aut. Basta, 41′ st Gomez
Ammoniti: Masiello, Raimondi, Biglia, Lulic, Milinkovic-Savic, Onazi
Recupero: 1′ e 3′
Verona-Fiorentina 0-2: i viola si rilanciano, scaligeri in crisi totale
La squadra di Sousa vince senza faticare troppo contro un avversario decimato dalle assenze. Apre le marcature una goffa e sfortunata autorete di Marquez, poi nella ripresa il raddoppio di Kalinic chiude i conti. Mandorlini sempre più in bilico
VERONA – La Fiorentina riparte, per il Verona è notte fonda. La pioggia del Bentegodi lava via le tre sconfitte consecutive rimediate dai viola tra campionato ed Europa League e rilancia in classifica la squadra di Paulo Sousa che si impone sull’Hellas con un gol per tempo. Gli uomini di Mandorlini, nonostante le attenuanti per le molteplici e pesanti assenze, restano mestamente impantanati all’ultimo posto in classifica e la panchina del tecnico degli scaligeri si fa sempre più a rischio. I viola portano a casa l’intera posta in palio con il minimo sforzo e se il Verona aveva risposto generosamente all’autorete di Marquez nella prima frazione di gioco, nella ripresa colpisce l’assoluta mancanza di reazione dei padroni di casa al raddoppio di Kalinic. L’Hellas, forse con la testa già allo scontro diretto con il Carpi di domenica, non accenna neppure ad un moto d’orgoglio e assiste passivamente al possesso palla prolungato della Fiorentina che lascia saggiamente scorrere il cronometro senza mai rischiare.
ROSSI TITOLARE – In casa Verona è piena emergenza per Mandorlini che deve fare i conti con le assenze di Hallfredsson, Romulo, Viviani, Toni e Pazzini. Senza prime punte di ruolo, il tecnico degli scaligeri sposta Juanito Gomez al centro dell’attacco, con Sala e Jankovic a sostegno sulle corsie esterne. Paulo Sousa, invece, si affida a Rossi, per la prima volta titolate in campionato. E proprio Pepito è l’uomo più avanzato dei viola, con Kalinic arretrato sulla sinistra in linea con Ilicic.
ROSSI TITOLARE – In casa Verona è piena emergenza per Mandorlini che deve fare i conti con le assenze di Hallfredsson, Romulo, Viviani, Toni e Pazzini. Senza prime punte di ruolo, il tecnico degli scaligeri sposta Juanito Gomez al centro dell’attacco, con Sala e Jankovic a sostegno sulle corsie esterne. Paulo Sousa, invece, si affida a Rossi, per la prima volta titolate in campionato. E proprio Pepito è l’uomo più avanzato dei viola, con Kalinic arretrato sulla sinistra in linea con Ilicic.
PASQUAL SPINA NEL FIANCO – La Fiorentina, come accade spesso, prende subito in mano il pallino del gioco e cerca di chiudere il Verona nella sua metà campo. La manovra viola, però, non appare eccessivamente brillante e le maggiori insidie per l’Hellas arrivano dalle discese di Pasqual sulla sinistra. I cross, tagliati e tesi, del capitano dei gigliati mettono in difficoltà Gollini che al 23’ esce male e respinge corto sui piedi di Kalinic, ma il croato non inquadra la porta da buona posizione. E’ il preludio al vantaggio della Fiorentina, propiziato due minuti più tardi ancora da un affondo di Pasqual, autentica spina nel fianco per la retroguardia gialloblu. Questa volta Kalinic trova la deviazione e sulla parata di Gollini il pallone carambola sui piedi di Marquez e rotola lentamente in fondo alla rete. Il Verona, sfortunato in occasione del gol subito, reagisce con carattere, preme sull’acceleratore, ma non va oltre un’acrobazia di Jankovic deviata in angolo da Tatarusanu.
KALINIC CHIUDE I CONTI – In avvio di ripresa l’Hellas prova ad alzare il baricentro, ma la Fiorentina è brava ad amministrare il ritmo, cercando di colpire quando ne ha l’opportunità. E al 57’ il contropiede viola risulta letale. La squadra di Sousa si distende con una serie di tocchi di prima nella metà campo avversaria, Rossi sulla sinistra mette in mezzo un pallone perfetto che Kalinic, perso dalla difesa scaligera, può comodamente appoggiare in rete da pochi passi. La partita in sostanza si chiude qui: il Verona è al tappeto e non ha la forza, né fisica né mentale, per reagire al doppio svantaggio. La gara scivola via sotto la pioggia senza regalare altre emozioni, con la Fiorentina in assoluto controllo. I viola tornano così al successo e avanzano in classifica a braccetto con Inter e Napoli, mentre il Verona deve fare i conti con un desolante zero nella casella delle gare vinte in questo campionato. Nello scontro diretto di Carpi, contro l’altro fanalino di coda, adesso l’Hellas non può davvero permettersi di sbagliare.
VERONA-FIORENTINA 0-2 (0-1)
VERONA (4-3-3): Gollini 5.5; Pisano 5.5, Moras 5.5, Marquez 5, Souprayen 6; Sala 6 (24’st Zaccagni sv), Matuzalem 5.5 (38’st Checchin sv), Greco 6; Ionita 5.5 (19’st Siligardi 5.5), Juanito Gomez 5.5, Jankovic 5.5 In panchina: Rafael, Coppola, Helander, Bianchetti, Speri, Riccardi, Badan, Winck, Guglielmelli. Allenatore: Mandorlini.
FIORENTINA (3-4-2-1): Tatarusanu 5.5; Roncaglia 6, Rodriguez 6, Astori 6.5 (35’st Tomovic sv); Blaszczykowski 5.5 (7’st Bernardeschi 6), Vecino 6, Borja Valero 6.5, Pasqual 7;
Ilicic 5.5, Kalinic 7; Rossi 6.5 (14’st Badelj 6). In panchina: Lezzerini, Sepe, Rebic, Mati Fernandez, Suarez, Verdu’, Babacar. Allenatore: Paulo Sousa.
ARBITRO: Valeri di Roma.
RETI: 25’pt autogol Marquez; 12’st Kalinic.
NOTE: serata fredda e piovosa, terreno scivoloso. Ammoniti: Pisano, Greco, Borja Valero, Matuzalem, Rossi, Gomez, Souprayen. Angoli: 5-2 per il Verona. Recupero: 1′; 4′.
KALINIC CHIUDE I CONTI – In avvio di ripresa l’Hellas prova ad alzare il baricentro, ma la Fiorentina è brava ad amministrare il ritmo, cercando di colpire quando ne ha l’opportunità. E al 57’ il contropiede viola risulta letale. La squadra di Sousa si distende con una serie di tocchi di prima nella metà campo avversaria, Rossi sulla sinistra mette in mezzo un pallone perfetto che Kalinic, perso dalla difesa scaligera, può comodamente appoggiare in rete da pochi passi. La partita in sostanza si chiude qui: il Verona è al tappeto e non ha la forza, né fisica né mentale, per reagire al doppio svantaggio. La gara scivola via sotto la pioggia senza regalare altre emozioni, con la Fiorentina in assoluto controllo. I viola tornano così al successo e avanzano in classifica a braccetto con Inter e Napoli, mentre il Verona deve fare i conti con un desolante zero nella casella delle gare vinte in questo campionato. Nello scontro diretto di Carpi, contro l’altro fanalino di coda, adesso l’Hellas non può davvero permettersi di sbagliare.
VERONA-FIORENTINA 0-2 (0-1)
VERONA (4-3-3): Gollini 5.5; Pisano 5.5, Moras 5.5, Marquez 5, Souprayen 6; Sala 6 (24’st Zaccagni sv), Matuzalem 5.5 (38’st Checchin sv), Greco 6; Ionita 5.5 (19’st Siligardi 5.5), Juanito Gomez 5.5, Jankovic 5.5 In panchina: Rafael, Coppola, Helander, Bianchetti, Speri, Riccardi, Badan, Winck, Guglielmelli. Allenatore: Mandorlini.
FIORENTINA (3-4-2-1): Tatarusanu 5.5; Roncaglia 6, Rodriguez 6, Astori 6.5 (35’st Tomovic sv); Blaszczykowski 5.5 (7’st Bernardeschi 6), Vecino 6, Borja Valero 6.5, Pasqual 7;
ARBITRO: Valeri di Roma.
RETI: 25’pt autogol Marquez; 12’st Kalinic.
NOTE: serata fredda e piovosa, terreno scivoloso. Ammoniti: Pisano, Greco, Borja Valero, Matuzalem, Rossi, Gomez, Souprayen. Angoli: 5-2 per il Verona. Recupero: 1′; 4′.
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