segunda-feira, 2 de novembro de 2015

Un campionato senza padrone, il trionfo dell'incertezza




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Sette squadre in sei punti, con oltre un quarto delle gare già disputate è difficile non solo tentare di intuire chi festeggerà a fine stagione, ma anche chi staccherà un biglietto per la prossima Champions League. Dalla Fiorentina al Milan sperano in tante, lontana ma in corsa anche la Juve

ROMA - Sette squadre in sei punti. Non serve scomodare il ritornello delle sette sorelle, decedute quando in serie A è finita l'epoca delle vacche grasse, per raccontare la nuova dimensione del campionato italiano. Che, dopo anni di dittatura juventina, riscopre il fascino della democrazia.

Lo scorso anno i bianconeri di Allegri marciavano con 7 punti di vantaggio sulla terza, il Napoli, e 3 sulla Roma. Di fatto, le posizioni di vertice erano già ipotecate a vantaggio delle solite dominatrici. Oggi la Juve è lontanissima dal podio e il campionato è tornato a respirare aria d'incertezza: con oltre un quarto delle gare già disputate è difficile non solo tentare di intuire chi festeggerà a fine stagione, ma anche chi staccherà un biglietto per la prossima Champions League. Fiorentina, Inter, Roma, Napoli: quattro squadre in 3 punti soltanto. Subito dietro Sassuolo Milan e Lazio, chiuse in 2 punti, a cui stasera potrebbe aggiungersi anche la Sampdoria, per accorciare ulteriormente la griglia. L'unico regime che regna è quello dell'incertezza. Persino lo juventino Cuadrado, dopo la vittoria nel derby, ha giurato di sentirsi in corsa per il tricolore: punto di vista sufficiente a rendere l'idea di quanto anche dall'interno tutto sembri possibile nella serie A di oggi.

Era dal 2011 che le prime sette non si concentravano in altrettanti punti all'undicesima giornata: allora comandava il Milan con vantaggio minimo su Udinese e Lazio, la Juve subito dopo e poi Napoli, Roma e Palermo. La geografia del campionato è mutata, Friuli e Sicilia fanno i conti con altre classifiche, la vera novità è il Sassuolo dello spendaccione Squinzi. Le altre si sono mescolate e continuano a farlo dal fischio d'inizio alla stagione: soltanto nelle ultime 48 ore si sono alternate tre squadre capolista. E il prossimo turno, con il derby della capitale in agenda, promette ulteriori sconvolgimenti. Ma il terremoto democratico, al contrario di quanto sarebbe lecito immaginare, non piace
a tutti. Perché se aumenta il numero di tifosi a cui è concesso sognare, crolla quello degli allibratori sorridenti: previsioni certe non sono in grado di formularne, la bilancia delle quote continua a oscillare preferendo Roma e Napoli, con Inter e Fiorentina alla finestra e la Juve che risale sull'indice di gradimento. Insomma, chi con le puntate degli scommettitori deve fare i soldi teme che l'incertezza della democrazia lo convinca a puntare sul cavallo sbagliato.



Lazio-Milan 1-3: i rossoneri calano il tris, biancocelesti surclassati


Gli uomini  di Mihajlovic sbancano l'Olimpico grazie ai gol di Bertolacci nel primo tempo e di Mexes e Bacca nella ripresa e ottengono la terza vittoria consecutiva che vale il quinto posto in classifica. Per i capitolini la prima sconfitta casalinga dopo 8 successi di fila. Paura per Alex, svenuto in  campo e costretto a uscire in barella

ROMA – Chapeau Sinisa. Il Milan sbanca l’Olimpico e torna a casa con in mano tre punti pesantissimi. I rossoneri battono la Lazio 3-1 e salgono in quinta posizione scavalcando proprio i biancocelesti che fino ad ora non avevano mai perso tra le mura amiche. Davanti ai propri tifosi, infatti, gli uomini di Pioli oltre ad aver collezionato 8 vittorie di fila tra coppe e campionato, non subivano reti da quasi 500′. Il diavolo, invece, gliene fa addirittura tre conquistando la terza vittoria consecutiva in una settimana.

E’ LA VITTORIA DI SINISA – Festeggia il Milan, festeggia Mihajlovic, perchè al di là del risultato la squadra rossonera ha letteralmente surclassato la Lazio sul piano del gioco. Una prova esaltante che ha convinto, anzi stra-convinto, i tifosi più scettici. E’ la vittoria di Sinisa che ha cambiato modulo abbandonando definitivamente l’idea del trequartista, ha rilanciato Montolivo e Cerci e ha scommesso tutto su Donnarumma facendo fuori un “mammasantissima” come Diego Lopez. Una vittoria così serviva davvero all’ambiente rossonero dopo le vittorie stentate con Sassuolo e Chievo e dopo le tre sconfitte con altrettante squadre di alta classifica. Ora, però, Mihajlovic dovrà fare la conta degli infortunati, perchè dall’Olimpico il Milan è uscito letteralmente con le ossa rotte: Bertolacci si è stirato, Alex è svenuto e ha battuto forte la testa a terra e Montolivo ha giocato l’ultimo quarto d’ora con una contrattura alla coscia. In settimana ne sapremo di più. Per il brasiliano c'è stata un po' di appresione: dopo l'impatto ha perso i sensi e poi è apparso in confusione, i compagni lo hanno sentito parlare in inglese. E' stato portato in ospedale per accertamenti, ma come ha detto anche Mihajlovic nel dopo partita, sta bene.

LAZIO NON PERVENUTA – Notte fonda, invece, in casa Lazio con la squadra di Pioli che ha spento la luce da subito. Fino ad ora una Lazio così la si è vista solo fuori casa. Troppo confusa la manovra biancoceleste e fa discutere la scelta del tecnico di richiamare in panchina Candreva che fino a quel momento era stato l’unico a creare i maggiori pericoli alla difesa rossonera. Anche l’ingresso di Cataldi al posto di Onazi non ha sortito l’effetto sperato. Ora, però, i capitolini dovranno subito mettere da parte questa brutta sconfitta e pensare alla sfida di giovedì prossimo in casa del Rosenborg che potrebbe chiude con due turni d’anticipo il discorso qualificazione europea.

IL MATCH – Parte bene il Milan all’Olimpico dove prova subito a dettare il proprio ritmo alla gara. I rossoneri attaccano con più ordine rispetto ai biancocelesti e dopo alcuni tentativi da fuori passano in vantaggio grazie a Bertolacci. L’ex Genoa, costretto poi ad uscire per uno stiramento, raccoglie una respinta corta di Marchetti e infila in rete per i più facili dei tap-in. La Lazio accusa il colpo e rischia di subire il raddoppio quando Cerci, lanciato alla perfezione da Montolivo, fa fuori Lulic con uno stop a seguire e a tu per tu con Marchetti colpisce il palo. I padroni di casa si vedono nel finale senza, però, impensierire Donnarumma. Nella ripresa la musica non cambia e il Milan raddoppia con Mexes, subentrato pochi istanti prima ad Alex costretto a uscire dopo aver perso i sensi dentro la propria area di rigore. Il francese di testa raccoglie un cross su punizione di Bonaventura, anticipa Marchetti e firma il raddoppio. L’ex Atalanta è protagonista anche in occasione del tris rossonero con una bella verticalizzazione per Bacca. Il colombiano, scattato sul filo del fuorigioco, mette a sedere il portiere biancoceleste e infila a porta vuota. Al 40′ arriva il gol della bandiera per i padroni di casa con Kishna bravo a infilare di potenza sul primo palo il giovane Donnarumma.

LAZIO-MILAN 1-3 (0-1)
LAZIO (4-2-3-1): Marchetti 5; Basta 5.5, Mauricio 5, Gentiletti 5, Lulic 5.5; Onazi 5 (1’st Cataldi 5), Biglia 5.5; Candreva 5.5 (18’st Kishna 6), Milinkovic-Savic 5 (26’st Matri 5), Felipe Anderson 5; Klose 5 In panchina: Berisha, Guerrieri, Braafheid, Radu, Hoedt, Konko, Mauri, Morrison, Djordjevic. Allenatore: Pioli
MILAN (4-3-3): Donnarumma 6.5; De Sciglio 5.5, Alex 6 (7’st Mexes 6.5), Romagnoli 6.5, Antonelli 6.5; Kucka 6.5, Montolivo 6.5, Bertolacci 6.5 (35’pt Poli 6.5); Cerci 6.5 (36’st Honda sv),
Bacca 6.5, Bonaventura 7 In panchina: Abbiati, Diego Lopez, Calabria, Zapata, De Jong, Jose Mauri, Suso, Niang, Luiz Adriano. Allenatore: Mihajlovic
ARBITRO: Damato di Barletta
RETI: 25’pt Bertolacci; 8’st Mexes, 35’st Bacca, 40’st Kishna
NOTE: serata gradevole, terreno in discrete condizioni. Ammoniti: Basta, Romagnoli, Bonaventura, Gentiletti. Angoli: 6-3 per la Lazio. Recupero: 1′; 6′.

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