I rossoneri, in 11 contro 10 per più di un tempo, battono per 2-1 il Sassuolo grazie alle reti di Bacca su rigore e Luiz Adriano.
Nella partita d’esordio di Gigi Donnarumma, nel giorno della contestazione della Curva Sud che non salva nessuno, il Milan di Mihajlovic soffre più del previsto ma alla fine porta a casa tre punti fondamentali che mancavano dal 22 settembre, battendo 2 a 1 il Sassuolo. A decidere il match è un colpo di testa di Luiz Adriano a quattro minuti dal termine, dopo che Bacca e Berardi avevano acceso la sfida.
ESORDIO PER DONNARUMMA – La vera novità, anche se dalla vigilia si poteva immaginare, è l’esordio fra i pali rossoneri di Gigi Donnarumma, 16 anni 8 mesi e 6 giorni, che prende il posto di Diego Lopez (che non ha gradito la scelta di Mihajlovic). Il tecnico serbo recupera Bacca ed il colombiano diventa il terminale offensivo nel 4-3-3 con Bonaventura e Cerci al fianco. In difesa, a protezione di Donnarumma, confermato il quartetto Abate, Alex, Romagnoli ed Antonelli. In mezzo al campo spazio al solito Montolivo con Kucka e Poli, quest’ultimo preferito a Bertolacci (non al meglio ma comunque in panchina). Il Sassuolo di Eusebio Di Francesco risponde con lo stesso modulo; in avanti il tridente offensivo è formato dallo spauracchio Berardi, Floro Flores e Defrel.
MEGLIO IL SASSUOLO – In un San Siro che contesta squadra “Da questa situazione imbarazzante non salviamo nessuno - Giocatori mediocri”, tecnico "Un allenatore che a parole si è dimostrato un grande sergente, ma nello spogliatoio e sul campo non ha cambiato niente", Adriano Galliani “Più che condor un piccione spennato che con i soldi o senza non sa più fare mercato” e lancia un consiglio a Berlusconi in tribuna “Presidente: da quest’anno hai altre 150 milioni di motivazioni per licenziare chi usa i tuoi soldi per comprare bidoni”, è il Sassuolo di Di Francesco ad iniziare meglio il match, con i rossoneri che appaiono intimoriti.
La prima conclusione è un destro dalla distanza di Laribi che però non impensierisce Donnarumma. La gara non è divertente, si gioca specialmente a centrocampo ed il Milan deve aspettare venti minuti per farsi vedere dalle parti di Consigli. Lo fa Bonaventura con un destro dalla distanza che colpisce la parte esterna della rete.
BACCA DAL DISCHETTO, SASSUOLO IN 10 - Alla mezzora l’episodio che cambia il match. Cerci innesca Bacca in profondità, il colombiano prova a saltare Consigli che lo stende. Per Rizzoli non ci sono dubbi: calcio di rigore e cartellino rosso per l’estremo difensore del Sassuolo. Dal dischetto (32’) va lo stesso Bacca che trafigge il subentrato Pegolo.
BESTIA NERA BERARDI – Il Sassuolo nonostante l’uomo in meno non si scoraggia e la squadra di Eusebio Di Francesco esce dagli spogliatoi alla ricerca del pari, che puntuale, arriva al 53’ con il solito Domenico Berardi. Punizione dai trenta metri del numero 25 che sorprende sul palo lontano un incerto Donnarumma. Mihajlovic al 60’ si gioca la carta Luiz Adriano per Poli indietreggiando Bonaventura sulla linea mediana.
LUIZ ADRIANO REGALA I TRE PUNTI – Il Milan prova a riprendere il pallino del gioco in mano, ma il Sassuolo si difende bene ed addirittura prova il colpaccio in contropiede. Al 74’ incredibile doppia occasione per il Milan, prima con Luiz Adriano e poi con Bertolacci, ma la difesa del Sassuolo si salva in extremis. Nel finale il Milan prova il tutto per tutto ed al minuto 86’ arriva il vantaggio. Calcio d’angolo dalla destra di Bonaventura, pallone in mezzo all’area dove Luiz Adriano, lasciato solo, di testa non ha problemi ad insaccare.
Palermo-Inter 1-1: Ancora un pari per Mancini, Gilardino risponde a Perisic
Nell'anticipo serale della nona giornata di serie A, Palermo e Inter si dividono la posta in gioco. Le reti sono di Perisic e Gilardino.
Terzo pareggio consecutivo per l'Inter (che non vince da quattro giornate) di Mancini, che non riesce ad andare oltre all'1-1 in trasferta contro il Palermo. Inutile il goal del vantaggio siglato da Perisic, pareggiato dopo cinque minuti da Gilardino con una rete abbastanza fortunosa. I nerazzurri hanno anche dovuto giocare in inferiorità numerica negli ultimi 10 minuti di partita a causa dell'espulsione di Murillo per somma di ammonizioni.
NAGATOMO TITOLARE - Mossa a sorpresa di Mancini, che schiera Nagatomo dal primo minuto come terzino destro nella difesa a 4, escludendo in questo modo Santon dall'undici titolare. A completare il reparto ci sono Miranda e Murillo come centrali e Telles sulla corsia di sinistra. Tra i pali, ovviamente, Handanovic. A centrocampo turno di riposo per Melo, con il reparto formato da Guarin a destra, Medel e dal rientrante Kondogbia in mezzo e Perisic a sinistra. In attacco spazio a Jovetic leggermente più arretrato rispetto ad Icardi in una sorta di 4-4-1-1 (o 4-2-3-1 in fase offensiva).
3-5-1-1 invece per il Palermo di Iachini, con la difesa a tre, davanti a Sorrentino, composta da Struna, Gonzalez e Andelkovic. Rispoli è il laterale destro, mentre Lazaar agisce sulla corsia opposta. Il resto del centrocampo è composto da Hiljemark, Maresca a Rigoni. Vazquez, infine, è il trequartista alle spalle dell'unica punta Gilardino.
POCHE EMOZIONI - La prima occasione del match è targata Palermo, dopo cinque minuti di gioco: cross dalla sinistra di Lazaar per Gilardino, il cui colpo di testa termina però a lato senza creare alcun tipo di problema ad Handanovic. Allo scoccare del quarto d'ora di gioco sono sempre i rosanero ad andare vicini alla rete con Vazquez, ma Handanovic è bravissimo a respingere un tiro-cross basso dell'italo-argentino. Il primo squllo, se tale può essere definito, nerazzurro lo porta Nagatomo, il cui cross pericoloso per poco non beffa Sorrentino, abile a mettere il pallone in calcio d'angolo.
PALERMO PERICOLOSO - Ma è il Palermo a continuare a fare la partita, creando pericoli alla porta di Handanovic: prima è Gilardino a provarci con un colpo di testa che termina a lato e poi è Vazquez ad impensierire il portiere sloveno, bravo a respingere la conclusione del trequartista rosanero.
A cinque minuti dal termine, gli ospiti creano la più grande chance della loro partita: traversone dalla sinistra di Telles, sponda di testa di Icardi per il liberissimo Guarin, che però perde il tempo facendosi ribattere la conclusione praticamente a botta sicura. Senza altre particolari emozioni termina il primo tempo sul punteggio di 0-0: poche occasioni da rete sia da una parte che dall'altra, risultato tutto sommato giusto per quanto visto fino ad ora.
BOTTA E RISPOSTA - La ripresa inizia con l'Inter ad un passo dal goal del vantaggio con una punizione battuta magistralmente da Jovetic e respinta altrettanto bene in angolo da Sorrentino. I ritmi non sono alti, ma il match si accende allo scoccare dell'ora: lancio con il contagiri di Guarin a premiare l'inserimento di Biabiany (appena entrato al posto di uno spento Kondogbia), che mette in mezzo un pallone che Perisic non deve far altro che appoggiare in rete a porta vuota.
Il vantaggio nerazzurro dura però molto poco, esattamente cinque minuti: sugli sviluppi di un corner, infatti, il pallone arriva sui piedi di Vazquez, il cui sinistro tra una carambola e l'altra arriva sulla gamba di Gilardino, che in maniera abbastanza fortunosa trova la rete del pareggio.
ESPULSO MURILLO - Subito il colpo del pareggio sono i nerazzurri a tenere in mano il pallino del gioco, con gli uomini di Iachini a rendersi però maggiormente pericolosi con azioni di ripartenza. Pazzesca la parata di Sorrentino al 75' su un tiro dalla distanza di Guarin deviato da un avversario: i riflessi dell'estremo difensore sono però eccezionali, facendosi aiutare nell'occasione anche dalla traversa. A dieci minuti dalla fine possibile svolta della partita: Vazquez fa ammattire letteralmente la difesa nerazzurra, costringendo Murillo a commettere fallo, guadagnandosi in questo modo il secondo giallo del match e la conseguente espulsione.
Ma nonostante l'inferiorità numerica è l'Inter a provarci, con una grande azione in contropiede di Guarin che si fa praticamente tutto il campo prima di concludere a lato dal limite dell'area. Clamorosa la chance capitata poi sui piedi di Biabiany a pochissimi minuti dalla fine dell'incontro: palla in profondità di Ljajic per l'ex Parma, che a tu per tu con il portiere prova uno scavetto che però Sorrentino è bravissimo a respingere in uscita. E' questa l'ultima emozione della gara, che termina sul punteggio finale di 1-1.
Udinese-Frosinone 1-0: L'ex Lodi 'benedice' il Friuli
Il goal dell'ex di Lodi regala all'Udinese la prima vittoria nel nuovo Friuli contro il Frosinone. Otto punti nelle ultime quattro gare per la squadra di Colantuono.
L'Udinese 'espugna' finalmente il nuovo Friuli grazie a un calcio di punizione di Francesco Lodi, che contro ilFrosinone segna il classico goal dell'ex. I bianconeri sprecano tanto (due errori a porta vuota di Badu e Aguirre) ma soffrono anche l'esuberanza dei ciociari, in partita sino alla fine.
TURNOVER STELLONE - Nessuna sostanziale novità di formazione per l'Udinese ad eccezione di Edenilson che vince il ballottaggio sulla destra con Widmer. Confermato Felipe in difesa, davanti c'è Di Natale con Thereau.
Otto cambi invece per Stellone rispetto alla vittoria sulla Sampdoria: riposano Dionisi, Soddimo e Rosi su tutti, dentro Frara, Tonev, Russo e Carlini che fa coppia in attacco con Castillo.
L'EX LODI FA MALE - Il Frosinone inizia bene la partita ed impedisce all'Udinese di impostare la propria azione offensiva, ma quando in squadra hai uno come Lodi sai bene che basta un calcio di punizione per far cambiare la musica. E così dopo venti minuti il grande ex della partita calcia forte e teso da posizione defilata ingannando un colpevole Leali che si aspettava una deviazione a centro area.
CIOFANI SFIORA IL PARI - La rete di Lodi infonde fiducia all'Udinese che fa girare il pallone con maggiore convinzione e tiene lontano il Frosinone dalla propria area di rigore. I calci piazzati sono un'arma in più per i friulani, anche quando batte Di Natale che in un'occasione non trova per pochissimo la deviazione vincente di testa di Thereau. Il Frosinone crea poco, ma prima dell'intervallo un destro radente di Matteo Ciofani per poco non si trasforma nell'inaspettato goal del pari.
TANTE OCCASIONI - Il secondo tempo inizia su ritmi indiavolati. Nel giro di un minuto prima Karnezis salva con un grande riflesso sulla conclusione deviata di Sammarco e poi Leali si oppone al tentativo di palloneto da parte di Totò Di Natale. Il capitano dell'Udinese aveva tentato un goal dei suoi che avrebbe fatto venire giù il Friuli. Col passare dei minuti cresce la pressione del Frosinone che ha la grande occasioni per pareggiare con Castillo, impreciso nella conclusione dopo aver vinto un rimpallo in area di rigore.
Dall'altra parte Di Natale è tarantolato, ma Leali gli dice ancora una volta di no e alla fine Totò finisce per lasciare il campo a secco di bonus. Nel frattempo Stellone le prova tutte e manda in campo Dionisi che ci mette pochissimo a chiamare in causa Karnezis con un bellissimo destro a giro indirizzato sotto la traversa.
AGUIRRE SPRECA, MA IL FRIULI CADE - Nel finale Aguirre sbaglia un clamoroso goal a porta vuota che avrebbe potuto chudere il match, ma per fortuna dell'Udinese l'errore dell'uruguayano e quello di Badu, non meno incredibile, in pieno recupero non si rivelano decisivi e alla fine i bianconeri possono festeggiare la prima vittoria nel nuovo Friuli. Un tabù sfatato grazie al calcio di punizione di Lodi, che porta a casa anche la palma di migliore in campo.
Empoli-Genoa 2-0: Krunic e Zielinski danno ossigeno agli Azzurri
L'Empoli lascia la zona critica della classifica grazie ai sigilli di Krunic e Zielinski mentre il Genoa non è mai entrato in partita. Maccarone colpisce la traversa.
Boccata d'ossigeno per l'Empoli che trova la seconda vittoria consecutiva tra le mura amiche: contro il Genoafinisce 2-0 grazie alle firme di Krunic e Zielinski. Il 'Grifone' continua a faticare in trasferta e ancora una volta deve rimandare l'appuntamento con il successo. Maccarone colpisce una traversa in occasione del secondo goal azzurro.
FIDUCIA A DIOUSSE - Giampaolo schiera un 4-3-1-2 che prevede Laurini, Tonelli, Costa e Mario Rui in difesa davanti a Skorupski. A centrocampo Diousse vince in extremis il ballottaggio con Maiello e si posiziona in cabina di regia, ai suoi fianchi ci sono Zielinski e Paredes. La coppia offensiva è formata da Maccarone e Pucciarelli, a loro supporto c'è Krunic.
Gasperini risponde con il consueto 3-4-3. La linea difensiva davanti a Perin è composta da Izzo, Munoz e Marchese. A centrocampo sono Ntcham e Laxalt a presidiare gli esterni con Rincon e Costa in mediana. Il trio offensivo vede Pavoletti punta centrale coadiuvato da Perotti e Gapkè.
ZIELINSKI IN GRANDE SPOLVERO - Le prime battute di gioco sono di marca azzurra con Zielinski che in diverse circostanze crea grattacapi alla difesa del Genoa, ma Perin fa buona guardia. Con il passare dei minuti guadagna metri la squadra ospite che riesce a rendersi pericolosa solo con una fiammata di Perotti, il cui tiro improvviso non trova lo specchio della porta.
SBLOCCA KRUNIC - Nonostante la partita sia estremamente equilibrata, sono i padroni di casa ad andare vicini al goal con un'invenzione di Paredes che per poco non sorprendere Perin. La rete è nell'aria ed arriva a fine frazione di gara con Krunic che si fa trovare al posto giusto nel momento giusto sul cross teso di Zielinski che ben aveva dialogato con Pucciarelli. Per il bosniaco si tratta del primo sigillo in campionato.
MACCARONE FALLISCE, ZIELINSKI NO - Il Genoa non sembra nella sua giornata migliore e l'Empoli ne approfitta ancora: questa volta Krunic veste i panni dell'uomo assist e dopo aver saltato Marchese mette dentro per Maccarone che a porta sguarnita colpisce la traversa ma sulla ribattuta è pronto a ribadire in rete di testa Zielinski che corona così la sua ottima performance.
GENOA INESISTENTE - La seconda rete azzurra di fatto taglia le gambe al Genoa che non riesce mai a proporsi con pericolosità dalle parti di Skorupski. La formazione di Gasperini appare senza idee e con poca forza di volontà. L'Empoli, dal canto suo, si affida molto alle ripartenze preoccupandosi soprattutto di controllare il doppio vantaggio e non concedere spazi per le speranze avversarie.
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