La striscia di vittorie consecutive in campionato arriva a 12. Resiste davanti il Napoli, con due punti di vantaggio: l'impressione è che si vada avanti fino alla fine, anche se marzo potrebbe scombussolare le carte in tavola.
La giornata di campionato appena conclusasi ha lasciato una certezza, per quanto ovvia e prevedibile potesse essere: Juventus e Napoli hanno una marcia in più di tutte, al momento. I bianconeri a pranzo hanno aperto con uno 0-4 sul campo del Chievo, i partenopei hanno risposto con un 5-1 all'Empoli. E dietro Inter e Fiorentina hanno rallentato nuovamente, lasciando spazio alle due padrone di questo campionato. Ieri a Verona si è vista forse la Juve più spettacolare della stagione, dal punto di vista dell'entertainment la prestazione di ieri non ha rivali.
Quattro gol, due legni puliti, due sfiorati, almeno un paio di altre occasioni. Insomma, una squadra che potenzialmente costruisce una doppia cifra di occasionissime fa già paura. Oltre ai sorrisi in fase offensiva, vanno considerati anche quelli a centrocampo, in difesa, tra i pali. Ad esempio Buffon si è guadagnato il suo 6,5 in pagella con un'ottima parata in uscita bassa e una buona presa su un tiro centrale. I tre di fronte a lui hanno lavorato bene arginando le ripartenze di un Chievo che nel primo tempo ha accennato un leggerissimo pressing sui difensori, ma che ha permesso troppo facilmente ai bianconeri di trovare gli uomini chiave per la costruzione del gioco, ovvero Dybala e Marchisio, ma anche lo stesso Bonucci, senza dimenticare Pogba.
I cambi di gioco improvvisi dei creatori bianconeri hanno spalancato voragini nelle quali i giocatori di Allegri non hanno tardato ad inserirsi, mettendo in crisi la difesa del Chievo dopo soli sei minuti, quando Lichtsteiner a destra trova il facile assist per Morata, che torna ad essere l'uomo giusto al posto giusto al momento giusto. Lo stesso accade anche in occasione del secondo gol, in maniera pressochè identica con Khedira lanciato dal filtrante di Dybala: il nueve fa il nueve. 0-2 e gara in archivio, tant'è che Allegri lascia negli spogliatoi il tedesco autore dell'assist per il secondo gol, preferendo concedergli del riposo, e inserendo Sturaro.
La ripresa è semplicemente il manifesto ideologico della Juventus 2015/16, che segna due volte, ci va vicina in altre quattro occasioni, che annichilisce il povero Chievo col possesso palla e manda in visibilio i suoi tifosi. Da un Pogba in giornata clamorosamente di grazia a un Alex Sandro imprendibile sulla fascia, senza dimenticare un Dybala a cui manca davvero solo il gol per coronare la prestazione. In ogni caso, ieri di insufficienze era davvero impossibile trovarne.
La potremmo buttare sul piano matematico, in un certo senso: cambiano gli addendi, ma non il risultato finale. Dietro non c'è Chiellini, eppure non si soffre. Davanti non c'è Mandzukic, eppure si segna e si pressa. Anche col cambio Sturaro-Khedira la squadra ha mantenuto la propria identità, continuando a palleggiare in mezzo, come anche successo con Hernanes al posto di Marchisio. Tutto troppo facile, certo: il Chievo, appena ha trovato un Pogba in giornata e una Juve in vantaggio dopo 6 minuti, ci ha creduto sempre meno, sbandando ripetutamente.
I meriti della Juventus, e soprattutto di Massimiliano Allegri, sono comunque evidenti, enormemente evidenti. Il lavoro psicologico del tecnico sui suoi giocatori è stato a dir poco perfetto: ha aspettato Morata, l'ha sostenuto e l'ha mandato in campo quando gli è servito, e lo spagnolo l'ha ripagato con 4 gol in 5 giorni. In generale, in casa bianconera in questo momento regna buonumore, unito all'immancabile determinazione che sta producendo questa rimonta continua. La dodicesima è servita, vale tre punti e vale una maggiore consapevolezza, nonchè la conferma delle tre prove di forza contro Lazio, Roma e Inter. E il 13 febbraio si avvicina...
Il Milan travolge l'Inter, Mihajlovic: "La gioia più grande da quando alleno"
Il tecnico rossonero commenta così la vittoria contro i neroazzurri: "Sono soddisfatto del risultato e della squadra. L'avevo detto che questo era il girone delle rivincite".
Il Milan cala il tris a San Siro e batte l'Inter nel derby della Madonnina: Alex, Bacca e Niang, i marcatori della partita. I rossoneri tornano a vincere la stracittadina milanese (non succedeva dal maggio 2014) e si portano a sei punti dal terzo posto occupato dalla Fiorentina. La Roma quinta è a +2. La stagione ora può cambiare davvero: per la corsa alla Champions League c'è anche il Milan
Una lezione all'amico-rivale Roberto Mancini, quella inflitta daSinisa Mihajlovic che ha commentato ai microfoni di Sky Sport la bella vittoria dei suoi ragazzi: "La gioia più grande da quando alleno, i derby vinti rimangono sempre nella storia. Vincerli così in maniera netta fa ancora più piacere. Sono contento di aver dato una gioia al nostro presidente. Quando le cose vanno bene è contento. Sono contento per la società, per i tifosi e per i nostri ragazzi. Abbiamo battuto nettamente Fiorentina e Inter, pareggiato a Roma meritando di vincere. Stiamo facendo quello che volevamo, ci godiamo questa vittoria, mercoledì avremo un'altra partita importante". Un derby che, semplicemente, premia la migliore squadra vista nella serata di San Siro: "Abbiamo sfruttato le occasioni nostra, potevamo fare meglio anche meglio alcune ripartenze. Siamo entrati nella ripresa giocando come sullo 0 a 0. Abbiamo avuto quel cinismo che in tante altre partite ci è mancato".
Chiusura sui singoli, partendo dall'ottima prestazione del capitanoMontolivo: "Fa un gran lavoro, recupera tanti palloni e ha anche meno lucidità, ma ci dà equilibrio, ci dà qualità nel gioco. E' un giocatore importante, così come gli altri centrocampisti che abbiamo. Anche Kucka ha fatto una grande partita. Montolivo ci dà equilibrio e qualità" Kucka, autore anche lui di un'ottima prova: "Sappiamo che loro sono una squadra fisica, vincono molti duelli. Immaginavo che mancio avrebbe giocato a specchio. Kucka ci dà qualità e quantità. Quando parte sembra un carro armato, si butta sulle palle inattive, è una risorsa importante sia quando difendiamo che quando attacchiamo" come infine Honda, suo l'assist del primo gol: "Non gli si perdona nulla ma è un giocatore affidabile, per la sua mentalità, è come un soldatino, quando gli dici quello che deve fare lui lo fa. E' prezioso, si sacrifica molto, perde pochi palloni, tecnicamente è bravo. Potrebbe fare qualche gol in più ma migliorerà anche su questo punto di vista".
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