A Monaco apre Kroos, poi Götze raddoppia prima dell'intervallo. Nella ripresa, i tedeschi dilagano con Hector e il rigore di Özil, prima del gol azzurro di El Shaarawy
Si torna sulla Terra. E di corsa. Dopo vent'anni abbondanti, la Germania torna a battere l'Italia e lo fa con un 4-1 che ridimensiona gli entusiasmi azzurri dopo il pari con la Spagna. L'amichevole di Monaco è dominata dai campioni del mondo, che non lo sono diventati per caso. Ma questo si sapeva. Se Conte cercava conferme, torna dalla Baviera con più dubbi che certezze: è la peggior prova della sua Nazionale.
NON È LA SPAGNA — Il 3-4-3 è quello di Udine, gli interpreti no. E si vede. Bernardeschi non può avere la stessa sicurezza di Candreva, uno che in azzurro rende sempre al 101%. Zaza è meno ordinato di Pellè, ma i problemi sono essenzialmente al centro del campo: un conto è avere Thiago Motta protetto da un faticatore come Parolo, un altro è affiancargli il geometrico (ma lento) Montolivo. Si può vivere bene contro il palleggio mai ficcante della Spagna attuale, ma non c'è scampo di fronte alla velocità d'esecuzione dei tedeschi.
MÜLLER INVENTA — Tra l'altro, Löw dà una dimostrazione di sapienza tattica con un paio di scelte azzeccate: con uno schieramento piuttosto simile a quello di Conte, blocca Florenzi e Giaccherini tenendo larghi Hector e Rudy, ma soprattutto arretra Özil in fase d'impostazione. Il talento del gioiello dell'Arsenal, unito a quello di Kroos, è insostenibile per questa versione dell'Italia, che pure mostra personalità nei primi 24 minuti. Reggiamo il confronto fino al gol di Kroos, che spacca la partita: Müller crossa da destra, Bonucci ha ancora gli incubi juventini di Monaco e libera involontariamente il destro del centrocampista del Real Madrid. Da lì all'intervallo le cose vanno di male in peggio: il tridente Müller-Götze-Draxler si scambia compiti e posizioni con facilità disarmante, gli azzurri arretrano e pagano dazio un attimo prima del riposo. Müller raddoppia il suo contributo da assistman, stavolta ne beneficia Götze, che di testa punisce la scarsa collaborazione tra Darmian e Florenzi: 2-0.
ANCHE HECTOR — Conte mastica amaro, ci vuole parlare sopra e negli spogliatoi riordina la Nazionale. Prova ne è la chance che capita a Montolivo in avvio di ripresa. Ma proprio quando Zaza e Bernardeschi danno qualche segno di vita, la Germania preme di nuovo sull'acceleratore e ci sbriciola. E' il 14' quando Draxler semina Bonucci (che s'infortuna nel tentativo di bloccarlo), vede l'arrivo di Hector e gli consegna il pallone che fa cadere Buffon per la terza volta. Il 3-0 è la mazzata che chiude i conti e dà il via al turbine delle sostituzioni.
ÖZIL, POI EL SHAARAWY — Per l'Italia entrano De Silvestri, Ranocchia, Parolo, El Shaarawy e Okaka, i tedeschi rispondono con un certo signor Reus, uno che nella Nazionale azzurra giocherebbe sempre 90 minuti più recupero e che per Löw, invece, è solo una delle opzioni offensive. Prima della fine, Rudy completa il trionfo degli esterni tedeschi andandosi a conquistare il rigore del 4-0: Buffon commette fallo e Özil trasforma dal dischetto. Nel quarto d'ora finale, più che cercare di riaprire la partita, Conte si preoccupa di evitare l'umiliazione sportiva. Toglie Zaza e mette Antonelli, i minuti passano, si chiude senza altri danni. Anzi, c'è un mini-lampo romanista che rende il tutto un po' meno pesante: tira El Shaarawy, devia Rudiger, arriva il 4-1. Che sia l'inizio della ripartenza, una piccola fiammella di ottimismo in vista dell'Europeo. Perché dopo stasera non è facile rialzarsi.
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