terça-feira, 16 de junho de 2015

E' proprio una piccola Italia, a Ginevra il Portogallo si impone per 1-0

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Con la sconfitta in amichevole contro i lusitani gli azzurri escono dal novero delle teste di serie per le qualificazioni alla Coppa del Mondo del 2018. Una nazionale stanca e senza gioco si arrende a un Portogallo, privo di Cristiano Ronaldo, evidenziando tutti i limiti della prima annata di Conte da commissario tecnico.


Alla decima panchina da commissario tecnico della Nazionale, Antonio Conte incassa la prima sconfitta in dieci gare della sua gestione. A Ginevra, in un'amichevole di fine stagione che contava solo per il ranking Uefa (con la sconfitta di stasera l'Italia non sarà tra le nove teste di serie nel sorteggio per stabilire i gironi di qualificazione ai Mondiali di Russia 2018), il Portogallo, pur privo di Cristiano Ronaldo, sconfigge gli azzurri per uno a zero, grazie al gol del centravanti Eder messo a segno al settimo minuto del secondo tempo.
Si chiude così, con un'Italia tanto brutta quanto stanca, la stagione calcistica nazionale, rivoluzionata dall'arrivo di Conte come successore di Cesare Prandelli alla guida della selezione azzurra. Il c.t. ripropone il 4-3-3 di Spalato, modificandone alcuni degli interpreti. De Sciglio e Ranocchia sono le novità in difesa, mentreBertolacci e Soriano affiancano Pirlo a centrocampo, con Marchisio e Parolo in panchina. El Shaarawy e Candreva agiscono da esterni d'attacco, con Immobile che ritrova una maglia da titolare.
L'inizio sembra favorevole all'Italia, che si giova della verve del Faraone e delle geometrie di Pirlo. La supremazia territoriale degli azzurri è tuttavia sterile, con il portiere avversario Beto sostanzialmente inoperoso. Dopo venti minuti di apparente difficoltà, i lusitani prendono confidenza con la partita, grazie alla qualità diJoao Moutinho, schierato dietro la prima punta Eder e alla vivacità di Varela e Quaresma, prontissimi nel mettere in difficoltà Bonucci e Ranocchia. Ed è proprio su uno dei tanti disimpegni sbagliati in avvio di azione che il Portogallo va vicinissimo al gol: Sirigu azzarda un controllo difficile su retropassaggio di Bonucci, perde palla nel contrasto con Eder e Varela tira così in porta a botta a sicura, trovando però sulla sua strada la deviazione di Ranocchia, disastroso per tutto il resto della gara, che evita il vantaggio dei lusitani. Il primo tempo si chiude con la solita giocata di El Shaarawy che rientra sul destro e scaraventa a lato della porta difesa da Beto. Appena il ritmo si abbassa, il Portogallo fa valere la propria migliore qualità tecnica, con Danilo e Tiago a orchestrare la manovra e Eliseu, subentrato all'infortunato Coentrao, a imperversare sulla corsia mancina.
Il secondo tempo si apre senza cambi per gli azzurri, che sfiorano il gol con il palo colpito da Bonucci, bravo a deviare di spalla un cross da palla inattiva di Pirlo. Ma l'ennesima accelerazione di Eliseu porta poco dopo Quaresma a mettere in area, con la consueta trivela, un pallone molto invitante per Eder, che sorprende proprio Bonucci beffando un incolpevole Sirigu. I quaranta e passi minuti rimanenti sono un'agonia per i tifosi della nazionale, con il c.t. che rivoluziona la squadra per modulo e giocatori: fuori De Sciglio, Soriano e Bertolacci (deludenti i due di Samp e Genoa) per far spazio aPasqual, Vazquez e Parolo, in un 4-4-2 che prevede Gabbiadini al posto dell'impalpabile Candreva. La gara si avvicina così lentamente alla conclusione, avviandosi verso una sconfitta italiana che appare subito inevitabile. Neanche i tentativi di inserire Sansone e Matriper El Shaarawy e Immobile, producono effetti rivitalizzanti. Anzi, è il Portogallo a rendersi più volte pericoloso in contropiede, sfruttando le continue amnesie di Ranocchia, autore di un numero impressionante di errori tecnici in fase di disimpegno. L'Italia di Conte chiude con i reparti sfilacciati e lontani tra loro, frutto anche della mossa del c.t. di mettere Vazquez all'ala destra, ruolo del tutto inedito per il trequartista del Palermo. Gli ultimi assalti (Ranocchia vicino al gol su calcio d'angolo) servono solo a corroborare la tesi del commissario tecnico che la squadra ha un'anima, ma non molto più di quella.
Va dunque agli archivi la prima stagione dell'era Conte, caratterizzata da luci e ombre, con un inizio incoraggiante cui ha fatto seguito un periodo di appannamento, causa mancanza di qualità in troppe zone del campo, aggravato dal continuo cambio di moduli e dall'enorme difficoltà a produrre occasioni da gol. L'appuntamento con la Nazionale è ora fissato per settembre, per la conclusione del girone di qualificazione a Francia 2016, quando non basterà più proferire le solite frasi di circostanza per sperare in un cambio di rotta quanto mai necessario.


Nazionale, Conte: "Questa sconfitta ci aiuterà a crescere"

Il ct incassa il primo ko in azzurro e guarda avanti: ''L'importante è fare esperienza, capire come si gioca in Europa e tentare di diventare più cinici e cattivi. Il ranking? Se eravamo in queste condizioni non è certo per colpa mia...". Platini: "La svastica di Spalato? Deciderà la Disciplinare"

GINEVRA – “Non sono deluso. Queste partite aiutano a crescere”. Antonio Conte non pare rammaricato per aver perso l’imbattibilità alla sua decima panchina da ct. “E’ una sconfitta salutare. E’ formativa, ci fa capire che tipo di calcio si gioca in Europa, ci fa capire tante cose. Ad esempio che dobbiamo essere piu’ cattivi e cinici. Fa parte di un inevitabile percorso di crescita. Fatto un passo indietro? Non penso a queste cose. Penso solo a far fare esperienza a questi ragazzi che vantano poche presenze in azzurro e in campo internazionale. L’importante e’ proseguire lungo il nostro cammino”.

IL RANKING? NON E’ COLPA MIA SE SIAMO INDIETRO – Conte non vuole far pesare neppure ai ragazzi il mancato raggiungimento dello status di teste di serie al prossimo sorteggio mondiale. “Non so come mai l’Italia si ritrovi dietro a certe Nazionali: evidentemente c’e’ stato un cammino precedente che ha portato a questo. Io guardo avanti e dico che abbiamo lavorato tanto in questo mio primo anno da ct. Abbiamo cambiato molte cose e molti elementi nel gruppo azzurro: dobbiamo e vogliamo ancora migliorare. E se lo faremo, di conseguenza, migliorerà anche la nostra classifica”.
GABBIADINI: REAZIONE TARDIVA – Manolo Gabbiadini prova a spiegare le difficoltà incontrate dagli azzurri: “Queste sono partite in cui non puoi dominare per 90’. Abbiamo reagito troppo tardi, ma abbiamo anche giocato contro una grande squadra. E’ andata male, potevamo portare anche a casa un pareggio o una vittoria se avessimo giocato cosi’ per tutta la gara”. Queste sconfitte secondo il ct Conte aiutano a crescere. Gabbiadini concorda: “Noi dobbiamo essere pronti per Europeo e Mondiale. E’ vero che questa partita contava per il ranking, ma siamo una squadra giovane e abbiamo bisogno di esperienza. Siamo un bel gruppo, siamo forti. Queste sono le partite giuste per farla”.

NON SIAMO POVERI DI TALENTI – Il suo ingresso, unito a quello di Vazquez, aveva rivitalizzato gli azzurri e nel finale proprio un suo tiro per poco non sorprende Beto per il pareggio: “Potevo angolarla di piu’ – l’autocritica di Gabbiadini – ma non avevo tempo per guardare l’angolino e ho mirato dove piu’ o meno sapevo che c’era la porta. E’ andata male”. Gabbiadini respinge anche le critiche a chi pensa che l’Italia sia povera di talenti: “Questo e’ quello che dicono all’estero. Noi sappiamo da dentro il nostro valore, non mi turbano queste parole”. Il tutto sotto gli occhi del patron del Napoli, Aurelio De Laurentiis, che ha annunciato la volonta’ di costruire un Napoli sempre piu’ italiano: “Questa e’ una bella cosa, perche’ al giorno d’oggi in Italia si vedono sempre piu’ stranieri – chiosa l’attaccante azzurro -, adesso si stacca quel mesetto e poi si riattacca la spina per una grande stagione”.

BERTOLACCI DELUSO – Andrea Bertolacci è deluso: “Dopo una sconfitta è naturale. Adesso bisogna analizzare quanto fatto e valutare bene le cose positive e quelle negative. Lo dobbiamo fare con calma e poi ripartire subito. Dobbiamo lavorare e migliorare. La nostra mentalita’ e’ quella di attaccare sempre alti e di pressare ma la scarsa freschezza atletica tipica di fine stagione ci ha un po’ condizionato oggi. Errori notati in particolare? In campo alcune cose non si vedono bene. Aspettiamo di rivedere la gara, poi ne riparleremo”, conclude.

VAZQUEZ AMAREGGIATO – Franco Vazquez è amareggiato: “Abbiamo avuto molte occasioni alla fine per pareggiare, peccato. Loro, soprattutto davanti hanno qualita’, sono rapidi, svelti. La sconfitta da’ un po’ di fastidio, poi entrare in una partita cosi’ non e’ mai facile. Ma abbiamo avuto possibilita’ per pareggiare. Cosa mi ha detto il mister? Mi ha salutato e augurato buone vacanze. Siamo tutti arrabbiati, perdere non e’ mai bello. Se da centrale mi trovo meglio? Li’ e’ dove posso fare meglio, ma va bene anche fare altri ruoli. E’ importante per un giocatore provare”, aggiunge il calciatore del Palermo, che sui rosanero conclude: “Zamparini molla? Va bene, e’ quello che pensa lui. Il mio futuro? Io un contratto con il Palermo, ma ancora non so bene quello che devo fare”.

SANSONE: SPERAVO IN UN DEBUTTO MIGLIORE – Nicola Sansone sperava in un esordio migliore: “Sono contento per l’esordio, peccato per la sconfitta. Dovevamo vincere, volevamo vincere ma purtroppo non ci siamo riusciti. Il Portogallo non penso sia superiore a noi” Una sconfitta pesante che guasta la posizione azzurra nel ranking in vista del sorteggio mondiale del 25 luglio: “Il ranking? Lo sapevamo, avevamo detto che dovevamo vincere, ma non conta, pure noi siamo forti e sono convinto che anche noi riusciremo a qualificarci”. Sul suo futuro, Sansone preferisce non sbilanciarsi: “Ora vado in vacanza – conclude – poi ci pensera’ il mio agente. Adesso sono un giocatore del Sassuolo, punto”.

PLATINI: SVASTICA? SE NE OCCUPERA’ LA DISCIPLINARE – A vedere gli azzurri c’era anche il presidente dell’Uefa Michel Platini che fa i complimenti a Conte: “L’Italia gioca in velocita’, in contropiede e sfrutta gli assist
di Pirlo. Quando lui ha il pallone tra i piedi e’ un piacere vederlo. Poi è logico che con attaccanti cosi’ veloci davanti devi trovare il passaggio giusto. E’ un gioco tipico italiano”. Chiusura con una battuta sull’inchiesta relativa alla svastica di Spalato e su Blatter: “La svastica? Se ne occuperà la Disciplinare, ci sono tante cose che un presidente puo’ fare ma non puo’ dire. Se ho piu’ parlato con Blatter? No”.

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