terça-feira, 29 de dezembro de 2015

Roma, Garcia non fa più sconti: fatica e doppie sedute

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La squadra di è ritrovata, anche se sei tra africani e sudamericani avranno 24 ore in più per tornare. In attesa di un nuovo faccia a faccia, prova peso per tutti e programma di allenamento molto intenso. Il tecnico si gioca tutto e punta sulla linea dura

ROMA - La Roma si ritrova. Ma non al completo. L'appuntamento era fissato per le 14.45, non per tutti però. All'appello mancavano i tre africani e tre brasiliani: Gervinho e Maicon, Salah e Castan, Keita e Emerson Palmieri. Ferie più lunghe di un giorno per i sei "ritardatari", a cui la Roma aveva concesso 24 ore in più visto il lungo viaggio di ritorno. Per questo motivo, dopo il consueto rito della bilancia, che ha evidenziato per un paio di calciatori condizioni non proprio esaltanti, la squadra è andata direttamente in campo.

Nemmeno lo straccio di una chiacchierata, dopo 9 giorni senza vedersi: Garcia, che però qualcosa da dire alla squadra ce l'ha., ha deciso di aspettare. Di aspettare che il gruppo sia al completo: vorrebbe far capire che da questo momento pretende di voltare pagina, che non tollererà più nulla e pretenderà sempre ritmi altissimi. Il primo segnale, per tutti, le tre sessioni doppie di allenamento nei primi 5
giorni di lavoro. Come a dire chiaramente che sconti e premi non ne concederà più. In fondo, da qui in poi, ogni partita rischia di giocarsi la panchina. Sa già Garcia che a giugno le strade sue e della Roma si separeranno, senza nemmeno troppi rimpianti reciproci. Ma da qui a quel giorno intende giocare il tutto per tutto. I 4 punti di ritardo dalla vetta, in fondo, dicono chiaramente che se la squadra tornasse quella di ottobre al titolo si potrebbe continuare a credere.


Lazio, Parolo: "E' ora di riportare i tifosi allo stadio"

Il giocatore più impiegato da Pioli parla del momento di difficoltà vissuto dalla squadra ("Ne siamo usciti confrontandoci") e spera che l'Olimpico torni ad essere gremito: "Dobbiamo trascinarli noi, meritano la possibilità di poterci incitare tutti insieme"

ROMA - È il fedelissimo per eccellenza di Pioli, Marco Parolo. L'uomo a cui il tecnico non vorrebbe mai rinunciare. Lo dimostrano i 3564 minuti giocati nella scorsa stagione che lo rendono il calciatore più impiegato in assoluto, a distanza di oltre 6 partite dal secondo in classifica Stefan De Vrij a quota 2995. Anche in questa stagione, nonostante l'infortunio muscolare alla coscia che lo ha tenuto fuori tra ottobre e novembre, è quarto nella graduatoria del minutaggio a 1620, dietro soltanto Felipe Anderson, Basta e Gentiletti (rispettivamente 1744, 1726 e 1675).

"NEL MOMENTO DI DIFFICOLTÀ CI SIAMO CONFRONTATI" - Contro l'Inter, nell'ultima gara prima della sosta, Parolo è stato tra i migliori in campo ed è proprio da quella prestazione che vuole ripartire per cominciare il 2016: "Nell'ultimo mese - ha spiegato il centrocampista a LazioStyleRadio - abbiamo fatto buone prestazioni senza ottenere risultati per sfortuna e mancanze nostre. Ci siamo sbloccati in Coppa Italia, poi a San Siro volevamo dare una svolta per ripartire e fare un regalo ai nostri tifosi. Vogliamo continuare ora sulla strada intrapresa prima della sosta". Una benedetta vittoria, che ha toccato nel profondo l'animo dei giocatori biancocelesti: "Questo successo ci ha confermato che il percorso era quello giusto. È cambiata la mentalità nell'affrontare le cose, nel momento difficile è nato un confronto tra di noi e abbiamo mostrato la voglia di uscire da questa situazione. Contro Empoli, Juventus  e Sampdoria abbiamo fatto sempre buone partite. Quelli di Milano sono tre punti in casa della prima che danno morale. Abbiamo concesso poco, sfruttando le nostre occasioni. Ci siamo tutti sacrificati per la squadra, poi alcuni elementi che abbiamo a disposizione possono fare la differenza. Giocare ogni tre giorni non è facile, ma ora abbiamo capito cosa serva. La partita contro l'Inter è stato il momento più bello della stagione, era quello che occorreva nel momento più opportuno. Ci ha permesso di affrontare la sosta nel modo ideale. C'era l'aria giusta anche negli spogliatoi, abbiamo capito che possiamo dire ancora la nostra".

"TOCCA A NOI RIPORTARE I TIFOSI ALLO STADIO" - Sui tifosi: "Non cerchiamo giustificazioni, con i risultati e la voglia di lottare dobbiamo riportare la gente allo stadio. Spetta soltanto a noi. I fischi sono giusti, ma in tutte le partite devo dire che abbiamo avuto sempre il sostegno e la passione dei nostri sostenitori. Certo, vedere l'Olimpico vuoto dopo le 50 000 persone dello scorso anno è brutto. Ci sono state diverse polemiche su cui non mi esprimo. Spero soltanto possano tornare allo stadio. Dobbiamo trascinarli, meritano la possibilità di poterci incitare tutti insieme". La stagione scorsa, insieme a Candreva e Felipe Anderson, è stato il secondo miglior cannoniere della Lazio, subito dopo Klose a 16. In quella in corso, tra campionato e coppa, ha incrementato il suo bottino in biancoceleste con altre due reti: "Sono sempre bei momenti, vai in estasi totale quando segni. Lo sogniamo fin da piccoli, chiunque gioca spera di poter trovare un gol. È sempre bello, ci sono frangenti in cui arriva anche casualmente. Viviamo per attimi così".

"VORREI RIGIOCARE LA SUPERCOPPA CON LA JUVE" - Uno dei suoi due gol questi è arrivato in Europa League, una competizione dove la Lazio sembra decisamente più a suo agio: "In campionato è successo spesso di trovare squadre molto chiuse. Se abbiamo spazi con i nostri giocatori possiamo far male, altrimenti bisogna esser bravi a concretizzare le occasioni che creiamo. Gli avversari conoscono il nostro valore al di là della classifica e cercano di chiudere le nostre fonti di gioco. Serve così movimento e cinismo da parte nostra. In Europa invece gli avversari tendono a giocare di più e lasciare meno spazio al tatticismo. Guardano meno l'avversario e più il loro gioco. Così spesso vengono a mancare le attenzioni sui punti forti delle squadre, per noi è un vantaggio ovviamente. Abbiamo tempo e modo per prepararci al meglio. Il Galatasaray? Ci aspetta una partita difficile, ma siamo pronti". Prima però ce ne sono altre, a partire da quella con il Carpi: "Sarà una sfida difficile, da interpretare con intensità e senza concedere nulla. Possiamo giocare per vincere contro chiunque". In questa stagione però sono state molte le sconfitte. In generale sono tre quelle che Parolo vorrebbe rigiocare: "Vorrei rigiocare sicuramente il derby di ritorno dell'anno scorso e la gara di Leverkusen, tuttavia al primo posto metto la finale di Coppa Italia contro la Juventus. Avevamo grande voglia in tutti e tre i confronti, ma non abbiamo portato a casa il risultato. In queste tre gare forse solo i tedeschi hanno meritato. In quel caso ci è mancato quel passo in più. Shanghai? Le finali vanno giocate in Italia, soprattutto per rispetto delle persone che vengono allo stadio".

MERCATO: SI TRATTA PER KALINIC DELL'HAJDUK - Intanto la società continua a lavorare sul mercato. Va avanti la caccia al difensore: N'Koulou del Marsiglia, Pogba del Saint-Étienne, Mandi dello Stade Reims e Basa del Lille sembrano essere gli indiziati principali per sostituire De Vrij. Per quanto riguarda la possibile partenza di Gentiletti invece piace De Maio del Genoa, non nell'ambito di uno scambio con l'argentino: l'ex San Lorenzo non interessa al club di Preziosi. Difesa a parte, la Lazio lavora anche per arrivare al portiere dell'Hajduk Spalato Lovre Kalinic: l'offerta
biancoceleste è di 3,5 milioni, la richiesta dei croati è ferma a 5. C'è ancora distanza, insomma, ma il club di Lotito vuole arrivare al gigante di 201 cm cercato anche dal Chelsea e dall'Aston Villa. Ha 25 anni e conta solo 2 presenze in nazionale. Arriverebbe, nel caso, a giugno, probabilmente per sostituire Berisha. Marchetti infatti, nonostante i continui rinvii, sembra orientato a firmare il prolungamento del contratto, attualmente in scadenza a fine stagione.

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