segunda-feira, 8 de junho de 2015

Fiorentina, esonerato Montella: "Venuto meno rapporto di fiducia"

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Con una dura nota il club viola comunica l'addio al tecnico: "Precisa volontà di liberarsi da un contratto. Ci saremmo aspettati un comportamento più chiaro, più rispettoso e meno ambiguo nei confronti di maglia, tifosi e società". Ora il favorito per la panchina è Paulo Sousa

FIRENZE - Vincenzo Montella non è più l'allenatore della Fiorentina, che intorno alle 20.20 ha diramato un durissimo comunicato ufficiale esonerando il tecnico napoletano: "ACF Fiorentina - si legge - ha valutato il comportamento ultimamente tenuto dal proprio allenatore Vincenzo Montella come la precisa volontà di liberarsi da un contratto legittimamente firmato meno di due anni fa perché contenente una clausola che l'allenatore non ritiene più nel suo interesse, ma che a suo tempo aveva concordato.
Così, con grande rammarico, dobbiamo prendere atto del fatto che è venuto meno il rapporto fiduciario necessario per la prosecuzione di qualunque rapporto e siamo pertanto costretti  -  per il bene della società -  ad esonerare Vincenzo Montella". Poi si precisa nel comunicato: "Questa situazione repentina ovviamente ci crea problemi organizzativi che dobbiamo risolvere con urgenza. Ci saremmo aspettati dall'allenatore un comportamento più chiaro, più rispettoso e meno ambiguo nei confronti di una maglia, dei suoi tifosi e di una società che tanto gli hanno dato".

LA CLAUSOLA, IL VERO NODO - Tutto intorno alla clausola da 5 milioni di euro. E' stato questo il vero nodo che ha portato allo scontro la Fiorentina e il suo ormai ex allenatore. Quei cinque milioni che risultavano un ostacolo insormontabile per poter accedere alle prestazioni di un allenatore ambizioso e con tanta voglia di spiccare il volo, per dirla come quando esultava da giocatore. Montella più volte aveva chiesto alla società di toglierla dal contratto che lo legava in viola fino a giugno 2017 ma i Della Valle, sempre, si erano mostrati irremovibili. Anche ieri le parti si erano sentite, con Pradè che aveva provato in qualche modo a ricucire la situazione. Ma Montella non voleva la clausola, la società invece era forte del contratto stipulato. E così lo scontro è stato totale, a tutto campo. Dopo tre anni si conclude così il rapporto tra l'ex Roma e la Fiorentina. Tre anni nei quali Montella aveva portato i viola al quarto posto per tre volte consecutive in campionato. Con la finale di coppa Italia persa la scorsa stagione col Napoli e con due semifinali, quest'anno, che avevano acceso le speranze dei tifosi viola. Salvo poi le eliminazioni con Juventus e Siviglia, che poi avrebbero alzato rispettivamente coppa Italia ed Europa League.

PAULO SOUSA IN POLE - Così la dirigenza dovrà mettersi subito al lavoro per trovare un valido sostituto. Per riaprire un ciclo che possa mantenersi sugli stessi livelli. Il nome più caldo è quello di Paulo Sousa, ex Juventus e tecnico attuale del Basilea campione di Svizzera. 45 anni e la giusta ambizione per perseguire con entusiasmo gli obiettivi dei Della Valle. Seguono poi Donadoni, molto apprezzato, e Ventura. Chiuso il ciclo Montella, insomma, è alta la voglia di ripartire a Firenze. Il calciomercato estivo sarà durissimo, con la società che annovera anche il nuovo inserimento di Pedro Pereira che gestirà
i contratti in uscita. Pradè e Angeloni, invece, proveranno a trovare i giusti innesti nei vari reparti per costruire una rosa all'altezza. Firenze saluta Montella, che adesso parte per le vacanze insieme alla famiglia col suo futuro tutto da decifrare. Ma quel che è certo, però, è che non sarà più il tecnico della Fiorentina. E così si chiude questa lunga telenovela: tra comunicati, botta e risposta, silenzi assordanti.


Juventus, l'abbraccio dei tifosi dopo il sogno infranto. Pirlo e Tevez due casi per Marotta

In tanti nella notte a Caselle hanno applaudito i giocatori di ritorno da Berlino, tra i più emozionati Buffon. Squadra in vacanza fino a metà luglio, nei prossimi giorni l'ad e il ds conosceranno il destino del regista e dell'Apache

TORINO - Niente triplete, qualche rimpianto e tanti applausi. La maledizione ha colpito ancora: la Juve ha perso la sua sesta finale di Champions League, la quarta consecutiva. A parziale consolazione, l'essere uscita a testa alta dal confronto all'Olympiastadion di Berlino con una delle squadre più forti di tutti i tempi, il Barcellona, questo Barcellona. "Ci abbiamo provato #finoallafine con coraggio e orgoglio - è l'immancabile tweet di Massimiliano Allegri dopo la sconfitta per 3-1 contro i blaugrana - Questa #Champions va a chi l'ha meritata, come l'avremmo meritata noi #ProudOfJu!".
Ma lo slogan bonipertiano per cui "vincere è l'unica cosa che conta" impone ai bianconeri una certa insoddisfazione di ordinanza. Buffon e compagni hanno trovato il conforto di un comitato accoglienza predisposto intorno alle 4 di notte a Caselle da circa cinquecento tifosi bianconeri, quelli che si erano concentrati nelle piazza auliche torinesi in attesa della grande festa poi saltata, tra bancarelle con ottimistiche magliette inneggianti al triplete. Molti giocatori hanno voluto immortalare con lo smartphone l'affetto incondizionato della loro gente. Tra i più commossi c'era Buffon, sull'orlo del pianto.
"Accoglienza fantastica! Grazie a tutti! Non siamo riusciti a tornare con la Coppa, ciò non toglie che questa squadra ha disputato una stagione incredibile. Orgogliosi!", è il messaggio affidato da Marchisio a Instagram, a corredo di un video che testimonia il grande affetto dei fedelissimi bianconeri presenti all'aeroporto torinese.
A proposito di lacrime, a Berlino ci sono state quelle di Pirlo che hanno immediatamente sollevato il grande interrogativo: pianto di delusione o pianto d'addio? La Juve tende verso la prima soluzione, ma in settimana affronterà l'argomento futuro con il regista, sempre più attratto dalle sirene del calcio ricco e comodo, quello a stelle e strisce dei New York City Fc.

Champions, la Juve accolta da centinaia di tifosi a Torino

Già perché se oggi è scattato il "rompete le righe" per i giocatori, in vacanza fino alla metà di luglio, è invece cominciato il periodo di lavoro più intenso per il duo Marotta-Paratici. L'ad e il ds bianconero conosceranno il destino di Pirlo nei prossimi giorni, così come quello di Tevez, l'altro bianconero finito al centro di quello che Marotta non ha esitato a chiamare "un caso delicato": "Saremmo molto felici se Andrea volesse continuare con noi  -  ha aggiunto Marotta -, e lo stesso discorso vale per Tevez. La volontà del giocatore è predominante rispetto a quella della società. Sarà Carlitos a decidere se restare qui oppure andare a vivere un'esperienza diversa". La scelta arriverà nei prossimi giorni: l'Apache è chiamato a definire il suo futuro prima di partire per la Coppa America. Più della voglia di cedere alla corte di Psg e Atletico Madrid, Tevez sarebbe alle prese con un rigurgito di saudade in salsa argentina, e dunque a metà strada tra Juve e Boca Juniors.
"Il contratto fino al 2016 è un aspetto formale  -  ancora Marotta -. C'è grande rispetto verso il professionista e l'uomo: se Tevez farà delle scelte di vita diverse, la Juve avrà l'obbligo di rispettarle". In definitiva: "Saremmo dispiaciuti di un suo addio  -  ha concluso l'ad bianconero -, ma la forza della Juve è il collettivo: troveremo le giuste alternative".

Per la verità le alternative a Tevez e Pirlo sono già state bloccate: l'attaccante 21enne argentino Dybala, operazione high-cost da 32 milioni più 8 di eventuali bonus, e il centrocampista 28enne tedesco Khedira, il cui ingaggio a parametro zero verrà ufficializzato in settimana. E' imminente anche l'approdo a costo zero del portiere 25enne brasiliano Neto, candidato al ruolo di vice-Buffon. Il nome nuovo per l'attacco che verrà è quello del 29enne croato Mandzukic, in uscita dall'Atletico Madrid dove ha collezionato 48 presenze e 20 gol. Ma dalle colonne del Daily Mail rimbalza anche l'autocandidatura di van persie, l'attaccante olandene in uscita dal Manchester United: "La Juve ha uno spirito fantastico: vuole sempre arrivare al successo. Il mio amico Evra mi ha spiegato che ci sono strade diverse per riuscire a vincere".
Intanto sta per entrare nel vivo anche la caccia al trequartista, elemento cardine per il calcio di Allegri. Sul taccuino di Marotta ci sono i nomi di tre interpreti 23enni dal grande presente e sicuro avvenire: la prima scelta è il brasiliano Oscar (Chelsea), seguito dal belga De Bruyne (Wolfsburg) e dallo spagnolo Isco (Real Madrid). Operazioni molto costose, ognuna superiore ai 30 milioni, da finanziare con i circa 90 milioni entrati in cassa dall'ultima incredibile campagna europea.

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