In casa giallorossa, si alza il sipario sulle nuove casacche da indossare nella stagione 2015/2016.
Diversa, ispirata dal passato, con un'impronta dettata dal futuro. La divisa casalinga della Roma 2015/2016 si presenta con alcune peculiarità, di certo rivoluzionaria rispetto alle recenti versioni. Ildesign segna una forte linea di rottura, partendo da un colletto ispirato ai guerrieri dell'antica Roma.
All'interno della maglia, una doppia tonalità. Al tradizionale rosso che contraddistingue il club, si aggiunge una punta più scura che va a evidenziare spalle e maniche.
Il giallo che emerge nel colletto è poi richiamato lungo i fianchi e scende fin sui lati dei pantaloncini.
Stesso binomio di rosso anche nei calzettoni, con il baffo della Nike in evidenza nella parte anteriore.
Una divisa, non a caso indossata al cospetto dei monumenti storici della Capitale , che segna la voglia di riscatto della società e della squadra, dopo una stagione accesa dai proclami di Garcia e spenta dai risultati del campo. Si riparte dal secondo posto, a caccia della Juventus, con qualche dubbio in più, ma con un animo guerriero.
Lazio - Klose, la storia continua
Il tedesco prolunga l'avventura italiana, un altro anno con la casacca biancoceleste.
Miroslav Klose non lascia, anzi. Il 37enne tedesco decide di rimandare la pensione calcistica e di indossare nuovamente gli scarpini per onorare il rapporto con la Lazio almeno fino al giugno del 2016. Un anno ancora in Italia, per coltivare il sogno europeo griffato dall'impresa del San Paolo. La Lazio si lancia nell'avventura di Champions con il panzer tedesco, non nuovo a palcoscenici prestigiosi.
Miroslav Klose - all'attivo 140 presenze con la casacca della Lazio, arricchite da 56 reti - riparte da un finale di stagione esaltante. La parabola dell'annata in archivio può suddividersi in due tronconi. Klose inizia dalla panchina, tra scelte tecniche e malumori. Pioli punta su Djordjevic e il tedesco, non in condizione, vede il campo col contagocce. L'infortunio del compagno di reparto, abbinato a un ritorno ad alto livello, spiana la strada a un girone di ritorno in pompa magna. Miro segna 10 dei suoi 13 gol dopo la pausa invernale e trascina la Lazio nella cavalcata culminata con la terza posizione, a un passo dalla Roma.
Ieri, l'annuncio, coadiuvato dalle parole di Tare, della volontà di regalare alla piazza e alla squadra un'altra stagione di primo piano. Esperienza, classe, capacità di muoversi tra le maglie della difesa, anche a un passo dal tramonto. Klose si gioca le ultime carte.
“Giocare un’altra stagione alla Lazio è una decisione che ho preso con il cuore. La mia famiglia ed io ci troviamo benissimo a Roma ed alla Lazio. I tifosi sono fantastici e ci trasmettono ogni giorno tutto il loro amore ed il loro calore. Sono veramente unici. Voglio dare anche io il mio supporto al nostro allenatore, persona davvero speciale, ed a tutta la società biancoceleste, per continuare a far crescere l’immagine con un cammino positivo e vincente”
Sul fronte offensivo, da registrare infine la smentita biancoceleste sul possibile approdo nella Capitale di Robin Van Persie. L'olandese, in rotta con lo United, è un pezzo pregiato del mercato estivo, ma l'ingente ingaggio sconsiglia Lotito e la Lazio.
Inter, un mercato che preoccupa
Dai sogni alle difficoltà, da Yaya Tourè al ridimensionamento. L'Inter rischia un mercato di secondo piano.
Chiusa la stagione, archiviata la finale di Champions, scocca l'ora del mercato. In attesa dell'inizio ufficiale della sessione estiva, si lavora sottotraccia per chiudere le operazioni di maggior rilievo e intraprendere il ritiro con una rosa più o meno definita.
L'Inter vive i tre mesi che accompagnano alla nuova annata con particolare apprensione, perché, col passare dei giorni, all'iniziale entusiasmo si sostituisce un sano realismo. Thohir e Mancini seguono la medesima lunghezza d'onda, i propositi sono alti, i nomi importanti. La lista del tecnico è lunga e variegata, dispendiosa. Sono ben 9 gli innesti richiesti per competere da subito.
Alle parole, non seguono però al momento i fatti. Dopo aver acceso i riflettori su Yaya Touré, con la conseguente scoppola giunta da Manchester, ora l'Inter vira su profili più raggiungibili, ma di certo meno importanti. La chiusura del City, bissata dalle parole del giocatore, stronca i nerazzurri e risveglia nomi di medio livello, che destano qualche perplessità. F.Melo, già studiato in Italia ai tempi di Fiorentina e Juve, prima dell'esperienza turca al Galatasaray, non è un giocatore in grado di fare la differenza. T.Motta è invece un cavallo di ritorno, un acquisto intelligente, di personalità, ma il Psg ha l'ultima parola.
Il medesimo discorso coinvolge il reparto arretrato, perché al fianco di Ranocchia serve un giocatore di spessore. Benatia è forte e costa, ma soprattutto bisogna considerare le intenzioni del Bayern. La concorrenza è forte, l'esborso è superiore ai 20 milioni. Più credibile spostare lo sguardo su centrali di livello inferiore, raggiungibili.
Mentre Handanovic è vicino al rinnovo e quindi alla conferma, da monitorare la situazione Kovacic. Il croato brilla in nazionale, ma può lasciare Milano. Il Liverpool preme, l'Inter studia il sacrificio per concretizzare una plusvalenza decisa. Il sacrificio porta però anche risvolti negativi, perché salutare Kovacic significa rinunciare a un potenziale fuoriclasse, a un tassello attorno cui costruire il futuro.
Al momento, con Murillo unico acquisto finalizzato, nuvole nere oscurano la Pinetina e l'iniziale ottimismo lascia via via il posto a punti interrogativi. L'impressione è che in società la situazione non sia fluida, la linea da seguire non chiara. Non può essere un F.Melo a cambiare l'Inter, questa è la realtà.
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