Kevin Prince Boateng ha recuperato dal virus intestinale che lo ha messo k.o. ieri ed è tornato a disposizione. Contro la Roma Mihajlovic potrebbe schierarlo dal primo minuto.
Molti tifosi del Milan, probabilmente, avranno rimpianto l'assenza diBoateng fra i giocatori in panchina a disposizione di Sinisa Mihajlovic. Il serbo magari avrebbe inserito lui al posto di Honda e non Cerci, con risultati che non potremo sapere mai. In ogni caso l'esordio del Boateng al Milan seconda edizione sembra essere solo stato rimandato.
Un virus intestinale a poche ore dalla sfida con il Bologna e così Boateng è dovuto rimanere a guardare mentre i suoi compagni sprecavano tanto, venivano puniti nel finale da Giaccherini e poi subissati dai fischi e dalla contestazione di tutta San Siro. Adesso per tutti la partita di Sabato sera contro la Roma di Garcia all' Olimpico diventa davvero molto delicata, anzi se le cose dovessero andare male per Mihajlovic potrebbe addirittura essere l'ultima volta sulla panchina del Milan. Oltre al rientro di Romagnoli dalla squalifica, il serbo potrebbe puntare proprio su Boateng dal primo minuto. Honda anche ieri ha fatto il compitino, uscendo tra i fischi di San Siro anche per le sue parole dei giorni scorsi, mentre Cerci, se possibile, è riuscito a fare peggio del giapponese. Nessuno dei due in questo momento sembra potersi, più che volersi, prendersi il ruolo di esterno destro di centrocampo con decisione. Ecco perchè un'occasione potrebbe anche essere concessa a Boateng. Tutti in fondo ne hanno avuta una. Mihajlovic le deve tentare davvero tutte per tenersi la panchina del Milan, le possibilità potrebbero essere sempre di meno. Boateng sembra davvero una delle ultime carte a disposizione per una zona di campo senza un vero e proprio padrone.
Intendiamoci neanche il ghanese è un esterno puro. Il fatto che possa giocare lì non significa che lo sappia fare come si deve. Dalla sua, però, Boateng ha il fatto di avere fisico e personalità, lui che la maglia del Milan l'ha indossata in un altro momento della storia rossonera. Difficile pensare a lui come al salvatore della patria, ma in questo momento sembra che lui possa dare di più a questo piccolo Milan di quanto non abbiano saputo fare i vari Cerci e Honda.
Roma, nel 2016 stessa musica, stessi errori
Nonostante le assenze, il match di Verona sembrava indirizzato in chiave Roma, poi il solito crollo. Pesa come un macigno l'ennesimo gol subito nel finale. Garcia si appella agli alibi.
Nuovo anno, vecchio danno. Ecco la dura analisi nel "day after" di Chievo-Roma. Numeri impietosi e tanta delusione. Contro il Chievo, la Roma è tornata a subire tre gol in campionato più di un anno dopo l’ultima volta: era successo nella sfida contro la Juventus del 5 ottobre 2014 e, estendendo il discorso anche alle coppe, 9 volte in totale nella gestione Garcia. Tre gol che hanno portato il conto delle reti subite a 21 in 18 gare, per una media di 1,17, decisamente troppe per puntare a conquistare il titolo, già più delle 20 complessiveincassate dalla Juventus Campione d’Italia nel 2011-2012 e poco meno dei 24, 23 e 24 raccolti nelle tre annate successive. I giallorossi, inoltre, subiscono in media più gol di molte delle pretendenti ai titoli nazionali degli altri quattro campionati maggiori. Come riporta "Vocegiallorossa", in Premier League, ad esempio, ben tre su quattro, tra le big in lotta, hanno una media migliore di quella della Roma: i Gunners hanno subito 18 gol in 20 gare (media 0,9), i Citizens 21 (media 1,05) e gli Spurs 16 (0,8). Solo la squadra di Ranieri ha una media peggiore con 25 gol incassati (media 1,25). In Liga addirrittura i Colchoneros di Simeone sono la miglior difesa d’Europa, con appena 8 gol subiti in 18 gare (media 0,44). Il Villarreal, inferiore tecnicamente alla Roma, ha preso "solo" 16 gol in 18 partite. Incolonnando tutte le squadre partecipanti ai cinque maggiori campionati europei, la Roma occupa il trentaseiesimo posto per quanto riguarda la media dei gol subiti a partita, anche dietro a squadre non certo straordinarie come Nantes, Eibar, Ingolstadt e Stoke City. Un duro segnale.
Bastasse questo, ad analizzare le terribili prestazioni della Roma di Garcia, saremmo lieti. Invece non basta, non può bastare. La squadra, riferendosi alla partita di ieri, senza voler ricorrere ai precedenti, era anche stata in grado, con verve, di portarsi sul 2-0, con buoni spunti. Le difficoltà, ben note, visti gli assenti, sembravano dimenticate con i colpi di Sadiq (al secondo gol consecutivo), e Florenzi, vera àncora della squadra. Poi il colpo nel finale di tempo. Un errore davanti, con Gervinho, e ben tre topiche dietro: 3 errori di marcatura, fisicità e prontezza. Un disastro. Il Chievo, che sembrava perso, si rianima. Roma sprecona nei primi minuti della ripresa, ed ecco il colpo Birsa: angolo perfetto, colpo di Dainelli, frittata fatta. Partita che si congela, Roma orizzontale. Episodico il 2-3 di Falque, che spezza l'equilibrio con un gran tiro. Da qui, la Roma non si compatta, non si arrocca. Minuto 86', punizione provocata da un disastroso Manolas, errore di Szczesny (l'ennesimo), Pepe è implacabile. E' gol, nessuno lo vede. Ci si mette anche la gol line technology. Il 2016 non cambia la musica.
E Garcia si appella agli alibi: le assenze, la ruota della sfortuna, i calci piazzati. Eccolo di nuovo, il cantastorie.
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