domingo, 9 de outubro de 2016

Macedonia-Italia qualificazioni Mondiali 2018:

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Continuano le partite per le Qualificazioni ai Campionati Mondiali 2018 in cui è impegnata la nostra Nazionale Italiana di calcio. Il prossimo match è stasera 9 ottobre 2016 in cui assisteremo a Macedonia-Italia.
Gli Azzurri, dopo aver giocato in caso allo Juventus Stadium di Torino giovedì 6 ottobre, saranno stavolta in trasferta per la terza partita delle qualificazioni ai Mondiali di Russia del 2018. Dopo i primi due risultati, un ottimo 3-1 contro Israele e un pareggio 1-1 con la Spagna, la Nazionale dell’Italia riparte dalla Macedonia. Gli Azzurri saranno orfani di Pellè, tornato in questi giorni alla ribalta sui giornali italiani (dopo la figuraccia del rigore sbagliato agli Europei) a causa di un gesto di stizza nei confronti di Ventura. Il commissario tecnico infatti l’ha sostituito durante Italia-Spagna, ma Pellè non ha evidentemente gradito tanto da rifiutare la mano dell’allenatore. Questo ha scatenato le ire di Ventura che senza pensarci su due volte l’ha rispedito a casa, revocandogli la convocazione dalla Nazionale.

Qualificazioni Mondiali 2018: calendario completo Italia

  • Giovedì 1 settembre Amichevole Italia-Francia
  • Lunedì 5 settembre Qualificazioni Mondiali 2018 Israele-Italia
  • Giovedì 6 ottobre Qualificazioni Mondiali 2018 Italia-Spagna
  • Domenica 9 ottobre Qualificazioni Mondiali 2018 Macedonia-Italia
  • Sabato 12 novembre Qualificazioni Mondiali 2018 Liechtenstein-Italia
  • Martediì 15 novembre Amichevole Italia-Germania
  • Venerdì 24 marzo 2017 Qualificazioni Mondiali 2018 Italia-Albania
  • Martedì 28 marzo Amichevole Olanda-Italia
  • Domenica 11 giugno Qualificazioni Mondiali 2018 Italia-Liechtenstein
  • Sabato 2 settembre 2017 Qualificazioni Mondiali 2018 Spagna-Italia
  • Martedì 5 settembre 2017 Qualificazioni Mondiali 2018 Italia-Israele
  • Venerdì 6 ottobre 2017 Qualificazioni Mondiali 2018 Italia-Macedonia
  • Lunedì 9 ottobre 2017 Qualificazioni Mondiali 2018 Albania-Italia

Macedonia-Italia, niente scherzi 
«Lanciare i giovani, il ruolo che amo»

A Skopje una Nazionale ringiovanita cerca svolta e vittoria. Ventura non può sbagliare: «Le critiche mi eccitano». Buffon: «Montolivo ha dato l’anima, fischi scandalosi»

Al netto delle polemiche sul reprobo Pellè e della rivoluzione filosofica di Ventura, resta la praticità del momento: nella gelida notte dei balcani bisogna vincere. Nel moderno stadio Filippo II, che ospiterà la Supercoppa europea 2017, l’Italia ha bisogno del risultato pieno per non trasformare la campagna di Russia in un lungo calvario.

Siamo all’inizio del percorso, ma la situazione è già complicata. E se l’assatanata Albania di De Biasi riuscisse a fermare la Spagna, la corsa nel difficile girone si allargherebbe a tre contendenti e di conseguenza neppure il salvagente dei play off, garantito o quasi dal secondo posto, sarebbe al sicuro. Insomma, non si può sbagliare. Cerchiamo gioco, mentalità, punti. «Perché quella che abbiamo visto contro la Spagna nella prima ora non può essere l’Italia», l’ammissione del c.t. che gonfia il petto davanti alle critiche («Mi eccitano») e allo scetticismo montante «che diminuirà strada facendo con il gioco e i risultati». Meglio allora pensare agli ultimi venticinque minuti di fuoco dello Stadium, che sono serviti a riacciuffare il pareggio. «Ripartiamo da quel finale molto bello. Siamo venuti qui per vincere», dice il capitano Buffon.

L’infortunio di Chiellini e l’allontanamento di Pellè accelerano il processo di rinnovamento: Romagnoli, sicuro come poche volte nel Milan, ha dimostrato di essere pronto per interagire nella difesa juventina. Immobile e Belotti, gemelli per sei mesi nel Toro del c.t., promettono di regalare freschezza all’attacco. Il resto dovranno farlo le geometrie di Verratti, il più talentuoso della compagnia, risparmiato contro la Spagna «perché non ha due partite sulle gambe», Ventura dixit. Il dubbio sono gli interni anche se è probabile la conferma di Parolo, mentre Bonaventura se la gioca con Bernardeschi.

In ogni caso qui nei Balcani comincia una nuova era. Domenica sera in campo dovrebbero esserci almeno cinque figli degli anni novanta. «Lanciare i giovani è l’unica cosa che ho saputo fare in carriera», sorride Ventura ai microfoni di Rai Sport. «Aiutarli a crescere è un ruolo che mi piace e anche una bella responsabilità», aggiunge Buffon, l’immortale che non si è piegato all’erroraccio contro la Spagna e ha superato indenne il lunedì di passione con l’espulsione dal gruppo di Pellè e gli infortuni pesanti di Chiellini e Montolivo. E a proposito del milanista inviso ai tifosi, Gigi ha qualcosa da dire. Parole nette, chiare, forti in difesa del suo compagno, fischiato a San Siro e incredibilmente anche in Nazionale: «Fischi che trovo scandalosi, uno scempio di cui nessuno parla. Montolivo ha dato l’anima per il gruppo e con la maglia azzurra si è infortunato gravemente. La ricompensa a tutto ciò è la disapprovazione della gente».

Niente invece ha da dire sull’espulsione di Pellè, «scelta della Federcalcio e dell’allenatore». Ventura spiega: «Ha mancato di rispetto non solo a me, ma alla squadra e alla maglia che indossa. Non c’è niente di personale e credo che lui non ce l’abbia con il sottoscritto, ma quello che è successo era inaccettabile. Il suo futuro azzurro? Nessuna preclusione, ma è il caso che Graziano faccia delle riflessioni». Saranno lunghe. Perché serve una Nazionale unita. «Le critiche di Sacchi? Un fondo di verità c’è, anche se Buffon ha corso pochi pericoli, l’arbitro ha risparmiato il cartellino rosso a due spagnoli e alla fine siamo stati noi ad andare più vicini alla vittoria. Però ammetto le difficoltà e ribadisco che, potendo tornare indietro, avrei fatto diversamente».

Ora bisogna essere concentrati sulla Macedonia: «Facile solo all’apparenza. È vero che ha perso le prime due partite, ma entrambe potevano finire diversamente». Vietato sbagliare l’approccio, determinante non snobbare gli avversari. «Dobbiamo giocare da squadra seria e seguire le istruzioni del mister», la raccomandazione di Buffon, che insieme ai grandi vecchi dello spogliatoi è il filo di ferro che unisce squadra e allenatore. Il rinnovamento è adesso, ma c’è ancora bisogno di qualche vecchia roccia.

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