L'ex attaccante del Livorno entra nella storia: la sua doppietta vale il primo successo dei gialloblù nel massimo campionato. Per i toscani espulsi Saponara (rosso diretto) e il tecnico Giampaolo e infortuni per Croce e Laurini
FROSINONE – La prima volta non si scorda mai. Dopo la storica promozione e l’esordio assoluto in serie A, il Frosinone adesso può festeggiare anche la prima, storica vittoria nel massimo campionato grazie al 2-0 rifilato all’Empoli. Mattatore della serata non poteva che essere uno dei trascinatori dello scorso anno dei ciociari: Federico Dionisi, a segno con una doppietta. Per i toscani buon primo tempo, ma ripresa senza sussulti: espulso Saponara (rotto diretto) per proteste.
LA CRONACA – Stellone conferma il 4-4-2 con Ciofani preferito in attacco a Longo, in difesa sulla destra torna Rosi. Giampaolo si affida al giovanissimo Diousse davanti alla difesa, in attacco riprende il posto Pucciarelli. Partita bloccata con poche occasioni: buon inizio dei padroni di casa con diversi cross di un ispirato Soddimo per l’altissimo Ciofani, che però è marcato bene da Tonelli e Costa. Prende coraggio l’Empoli con la solita buonissima prova di Saponara, che dopo la mezzora va vicino al gol dopo uno scambio con Maccarone: Leali in uscita gli nega la rete. Il primo tempo finisce giustamente in pareggio.
DIONISI SHOW – La ripresa è più emozionante e al 12′ il Frosinone sblocca, quasi per caso, la gara: cross di Pavlovic dalla sinistra, Ciofani ha un contrasto fortunato con Costa, sul tiro Skorupski para benissimo, ma sulla respinta Dionisi è lesto a insaccare. Non passa nemmeno un minuto e l’Empoli reagisce con una botta da distanza di Zielinksi, che sfiora il palo. Giampaolo si gioca la doppia carta Paredes-Livaja (Croce out zoppicante), ma al 25′ i ciociari raddoppiano: Mario Rui perde palla al limite della propria area, Dionisi si invola verso Skorupski e lo batte per la seconda volta con un gran tiro. Pubblico gialloblù in delirio.
ESPULSO SAPONARA – Per l’Empoli piove sul bagnato: dopo Croce, si fa male anche Laurini che lascia il posto a Bittante. Al 32′ le speranze toscane svaniscono definitivamente quando Saponara esagera con le proteste e l’arbitro Guida gli sventola il cartellino rosso diretto (poco prima espulso anche il tecnico Giampaolo). E’ una mazzata per gli azzurri, che si rendono pericolosi con un paio di tiri dalla distanza dell’ottimo Paredes, ma Leali ci tiene che la sua porta rimanga inviolata.
VITTORIA STORICA – Non succede più nulla e così, dopo 4 minuti di recupero, l’arbitro fischia la fine. 28 settembre 2015: è una data storica per il Frosinone, che può festeggiare così la prima vittoria in serie A. Gioia doppia per Stellone, con i ciociari che sorpassano così i rivali toscani in classifica. Si chiude una settimana da sogno per i gialloblù dopo l’insperato punto strappato alla Juventus Stadium e ora il primo successo. Per l’Empoli è stato positivo il primo tempo, ma bisognava essere più precisi sotto porta. Ora sarà importante rimanere uniti anche perché nella prossima gara mancherà sicuramente il gioiello Saponara.
FROSINONE-EMPOLI 2-0 (0-0)
FROSINONE (4-4-2): Leali 6.5; Rosi 6.5, Diakite’ 6,5, Blanchard 6,5, Pavlovic 6,5; Tonev 6 (19′ st Paganini 6), Gori 6.5 (37′ st Frara sv), Sammarco 6, Soddimo 6,5 (28′ st Chibsah 6); F. Dionisi 7,5, Ciofani 6,5. In panchina: Crivello, Longo, Verde, M. Ciofani, Bertoncini, Russo, Zappino, Castillo, Gucher. Allenatore: Stellone.
EMPOLI (4-3-1-2): Skorupski 6; Laurini 6 (29′ st Bittante 6), Tonelli 5.5, A. Costa 5,5, Mario Rui 5; Zielinski 6, Diousse’ 5,5, Croce 6 (25′ st Paredes 6,5); Saponara 5.5; Maccarone 5.5, Pucciarelli 5,5 (25′ st Livaja 5,5).
ARBITRO: Guida di Torre Annunziata
RETI: Dionisi al 57′ e al 70′
AMMONITI: Gori, Laurini, Soddimo, Zielinski, Blanchard e Livaja.
ESPULSO: Saponara per proteste.
ANGOLI: 5-4 per l’Empoli.
RECUPERO: 0′ e 4′
Inter, un ko che può fare bene
L'Inter si è sciolta, anche se la pesante sconfitta contro la Fiorentina potrebbe avere aspetti salutari, soprattutto quello di riportare con i piedi per terra un gruppo che stava forse perdendo il contatto con la realtà. Insomma, 1-4 è un risultato pesante che però fa testo fino ad un certo punto: se il portiere Handanovic ti manda sotto dopo 2' e poi prosegue nelle incertezze è un problema, quindi giochi anche in inferiorità numerica e finisce tutto. Si potrebbe parlare del cambio di modulo di Mancini, ma sinceramente non mi sembra il caso di sottolinearlo più di tanto. La verità è che ci sono partite che nascono male e finiscono peggio.
Non me ne vogliano i nerazzurri, ma è un bene per il campionato che si accorcia. C'è possibilità per tutti di sperare di riavvicinare il primo posto, addirittura anche per la Juve. Certo, va detto che l'annata dei bianconeri non ha nulla di incoraggiante. Ci sono poche speranze perché della squadra vista a Manchester, a Napoli non si è visto niente. Del resto se Cuadrado gioca bene e viene lasciato in panchina, se Padoin viene sbattuto di qua per il campo, se la difesa prende sempre gol (solo col Genoa non è accaduto) allora si fa fatica.
In chiave scudetto rientra anche il Napoli, che però ci può credere a patto di continuare a giocare tatticamente molto corto. C'è Koulibaly che ha dominato: un difensore che costruisce gioco, risolve gli uno contro uno. Sarri è intelligente, ha messo Jorginho che gioca bene e fa girare la squadra. Solo che il Napoli deve essere sempre quello visto contro la Juve, per continuità ed applicazione: non si possono far correre per tutto il campo Insigne, Callejon e Higuain, quindi i difensori devono sempre stare molto alti.
Poi c'è la Roma. E' allucinante che una squadra di quel potenziale non riesca a stare tranquilla: vince una partita alla grande e ha tre infortunati. Se trova carattere e intensità è fortissima, ma deve essere allenata al meglio durante la settimana. Serve insomma la Roma del primo anno di Garcia. Qualche accenno alla Fiorentina. Paradossalmente la vittoria sull'Inter conta fino a un certo punto: troppo facile, perfetta sotto punti di vista la serata, tutto troppobello per essere vero. La squadra però ha valori tecnici importanti e una mentalità ad immagine del tecnico Paulo Sousa. Il portoghese sembra di rivederlo in campo, tutti in avanti a pressare, geometrie perfette. Insomma, un bel vedere ed in generale un campionato appassionante.
Non me ne vogliano i nerazzurri, ma è un bene per il campionato che si accorcia. C'è possibilità per tutti di sperare di riavvicinare il primo posto, addirittura anche per la Juve. Certo, va detto che l'annata dei bianconeri non ha nulla di incoraggiante. Ci sono poche speranze perché della squadra vista a Manchester, a Napoli non si è visto niente. Del resto se Cuadrado gioca bene e viene lasciato in panchina, se Padoin viene sbattuto di qua per il campo, se la difesa prende sempre gol (solo col Genoa non è accaduto) allora si fa fatica.
In chiave scudetto rientra anche il Napoli, che però ci può credere a patto di continuare a giocare tatticamente molto corto. C'è Koulibaly che ha dominato: un difensore che costruisce gioco, risolve gli uno contro uno. Sarri è intelligente, ha messo Jorginho che gioca bene e fa girare la squadra. Solo che il Napoli deve essere sempre quello visto contro la Juve, per continuità ed applicazione: non si possono far correre per tutto il campo Insigne, Callejon e Higuain, quindi i difensori devono sempre stare molto alti.
Poi c'è la Roma. E' allucinante che una squadra di quel potenziale non riesca a stare tranquilla: vince una partita alla grande e ha tre infortunati. Se trova carattere e intensità è fortissima, ma deve essere allenata al meglio durante la settimana. Serve insomma la Roma del primo anno di Garcia. Qualche accenno alla Fiorentina. Paradossalmente la vittoria sull'Inter conta fino a un certo punto: troppo facile, perfetta sotto punti di vista la serata, tutto troppobello per essere vero. La squadra però ha valori tecnici importanti e una mentalità ad immagine del tecnico Paulo Sousa. Il portoghese sembra di rivederlo in campo, tutti in avanti a pressare, geometrie perfette. Insomma, un bel vedere ed in generale un campionato appassionante.
Massimo Mauri
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