domingo, 3 de janeiro de 2016

Milan, Alex: "Vogliamo continuare a vincere"

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Il difensore racconta il successo con il Frosinone e introduce la gara con il Bologna. Chiusura dedicata al suo ruolo attuale nel Milan, da riserva a perno di difesa.





Il campionato del Milan riparte dalla sfida interna con il Bologna, incrocio utile per consolidare l'affermazione del Matusa e rilanciare la candidatura europea. Il diavolo occupa - attualmente - la sesta posizione, a quattro lunghezze dalla Roma. Occorre una decisa inversione di tendenza rispetto al primo scorcio di stagione, cancellare le debolezze d'avvio per condurre corsa di testa. Il match con i felsinei anticipa il primo vero banco di prova del 2016, all'Olimpico con la Roma. Test utile per valutare la consistenza rossonera. Alex, uno dei protagonisti della vittoria sul Frosinone, ricorda l'ultimo sigillo. 
"Abbiamo parlato di questo prima della partita di Frosinone: vincere per passare un buon fine anno e adesso vogliamo continuare a vincere. Più importante del gol lo scorso 20 dicembre è stato aiutare la squadra. Con il Frosinone era difficile, siamo andati lì per i 3 punti e ci siamo riusciti".
Percorso duro per il centrale. Un inizio ai confini del progetto rossonero, con la miseria di 41 minuti nelle prime sette partite di A. Poi la chiamata di Mihajlovic, l'esperienza del 33enne di Niteroi - Brasile - al fianco del talento Romagnoli, un insieme perfetto, un passo avanti evidente per la retroguardia di casa Milan. Titolare, sempre, con l'unica "bandiera bianca" nel match con l'Atalanta, dopo la commozione cerebrale rimediata con la Lazio. 
"Sono soddisfatto per questa mia prima parte di stagione. Con questo staff lavoro bene, lavoro di più e per questo riesco a fare bene in partita e mi sento molto bene. Mihajlovic è un po' più duro rispetto agli altri allenatori che ho avuto. Lo fa per la squadra, è bravissimo e ci aiuta a far sì che ognuno di noi dia il meglio sul campo".
Un duro, Alex, un passato di qualità, un presente da protagonista.



Perisic: "Credo nello Scudetto, dobbiamo crescere nel gioco. Potevo essere del Napoli"


Ivan Perisic è pronto a ricominciare ad aiutare l'Inter dopo la pausa per le feste natalizie. Tra passato, presente e futuro, l'esterno croato si confessa.


Ivan Perisic può essere considerato uno degli uomini di Mancini. E' stato proprio l'allenatore dell'Inter ad insistere con i propri dirigenti per avere il croato nella sua Inter. A costo di portare avanti una trattativa estenuante con il Wolfsburg. Alla fine, però, tutto si è risolto per il meglio e oggi Perisic punta a grandi traguardi con i nerazzurri.
Il croato non ha paura di esporsi ai microfoni del Corriere dello Sport in una lunga intervista: "Dobbiamo crescere nel gioco in alcune partite abbiamo conquistato i tre punti perché siamo stati anche un po' fortunati. Abbiamo espresso diverse volte un bel calcio, ma è necessario farlo con più continuità. Detto questo siamo primi meritatamente. Arrivare tra le prime tre è fondamentale. Io di natura sono ottimista  e credo nella possibilità di chiudere tra le prime tre e nello scudetto, anche se la concorrenza è tanta. Con Mancini si lavora molto a livello tattico perché è un allenatore che cura i dettagli. Sa come trasmettere quello che vuole al gruppo e il fatto che subiamo pochi gol non è casuale. Nel 2016 mi aspetto di vincere con l'Inter. Dobbiamo dimenticare la sconfitta con la Lazio e conquistare i tre punti già ad Empoli. Siamo primi in classifica e vogliamo restarci." Nella concorrenza bisogna metterci anche laJuventus"La Juventus è la più temibile rivale, ha vinto sette partite di fila e ha un gruppo che si conosce bene e che ha conquistato gli ultimi 4 scudetti. Rispetto alle altre ha sicuramente un vantaggio. Noi, rispetto alle prime cinque, abbiamo il vantaggio di non giocare le coppe." 
Perisic ripercorre la trattativa della scorsa estate e rivela anche un retroscena legato ad un'altra italiana: "La negoziazione con il Wolfsburg è stata dura e lunga, 2-3 mesi. Personalmente non ho mai avuto dubbi perché la mia scelta l'avevo fatta parecchio prima, ma ho dovuto aspettare che le due società si mettessero d'accordo. Il mio sogno era quello di giocare inItalia. A 27 anni avevo capito che era arrivato il momento giusto per questa avventura. Dopo quattro stagioni in Germania non potevo più aspettare. A questo poi dovete aggiungere che ero stato cercato da uno dei club più forti del mondo, l'Inter. Appena il mio agente mi ha detto dell'offerta nerazzurra non ho avuto dubbi. C'è stata una trattativa per il prolungamento con i tedeschi, ma non volevo più aspettare. Ho avuto contatti con il Napoli prima e dopo il mondiale. La trattativa era seria, ma non abbastanza per arrivare alla firma del contratto. Se non mi fossi infortunato alla spalla le cose sarebbero andate diversamente. Bigon aveva parlato con il mio procuratore, ma sapere che sarei stato fuori 3-4 mesi ha rallentato tutto. Alla fine sono tornato dopo 6 settimane."
La Serie A parla molto croato e in generale ha da qualche anno la tendenza a puntare su giocatori in arrivo dai balcani: "Mi aspettavo qualche difficoltà, posso fare meglio. In Germania le squadre ti lasciano molto più spazio e per un'ala come me giocare lì è meglio. Da voi ho imparato tante cose a livello tattico e altre le apprenderò nei prossimi mesi." Alcuni croati del nostro campionato, poi, Perisic li conosce bene: "Brozovic? Negli ultimi due anni siamo stati insieme in Nazionale e ho capito quanto è forte. Ha tutti i mezzi per diventare uno dei migliori centrocampisti del mondo, ma adesso sta a lui dimostrare le sue capacità ad ogni incontro. Le ultime reti che ha realizzato sono state incredibili e spero che non si fermi. E' un ragazzo simpatico, che fa ridere, e nello spogliatoio piace a tutti. Mandzukic? Adesso sta segnando molto perché è un grande centravanti. I suoi mezzi e la sua bravura non sono in discussione. Kalinic? Una sorpresa per chi non lo conosceva, non per me che l'ho avuto come compagno fin da quando era ragazzino, nell'Hajduk Spalato: è un top player."



Roma, 2016 col botto: ecco i primi nomi


Dopo la cessione di Iturbe la Roma si muove su mercato in entrata. Sabatini non sta a guardare.


Roma, arrivano i rinforzi. Dopo la cessione, già ufficiale, di Iturbe, i giallorossi cercano di rimpinguare la rosa. Davanti bisogna aumentare il potenziale, ma anche in difesa urgono cambi e rimpasti. Sabatini non è fermo e prepara nuovi colpi.  Come riporta oggi La gazzetta dello sport, tornano le voci che vogliono i giallorossi interessati a Arbeloa (Real Madrid), in svincolo a giugno, e al solito Adriano (Barcellona), utile per entrambe le fasce. Sullo sfondo restano sempre le piste per Juan Jesus (Inter), Kolasinac (Schalke) e De Maio (Genoa), tutte poco praticabili. Per la porta, sempre monitorato Sirigu (Psg), oltre ad Allison del Porto Alegre, per il cui cartellino la Roma offrirebbe 5 mln.
Davanti, l'unico nome che sembra appetibile e soprattutto molto praticabile è quello di Perotti, in uscita dal Genoa, che dovrebbe affidare la fase offensiva a El Sharaawy (inizialmente verso i giallorossi, poi direzionato su Genova, anche se non sono impossbili cambi di ultim'ora). I giallorossi, in ogni caso, sarebbero disposti a versare nelle casse liguri 9 mln (più bonus di 3 mln). Nell'affare rientrebbe Torosidis, però il greco tergiversa e il milione e 300 mila euro d’ingaggio risulterebbe insostenibile senza spalmature per i rossoblù. Spunta il Torino. In uscita ovviamente occhi sull'emarginato Cole, già fuori rosa da tempo. L'inglese, dopo aver visto decadere le offerte estere, potrebbe rimanere nel belpaese, direzione Sampdoria. Nulla di certo, ma l'ex Chelsea sta alla porta voglioso di giocare. 
Intanto la squadra di Garcia ha accelerato la preparazione in vista della gara esterna di mercoledì contro il Chievo. Si rivedrà capitan Totti, almeno in panchina, oltre a tutti i titolarissimi, Dzeko escluso (vista la squalifica per due turni).






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