La Juve vola in finale di Champions League dopo 12 anni. I bianconeri di Allegri, grazie all'1-1 del Bernabeu, fanno valere il successo di misura dell'andata e centrano l'obiettivo Berlino, dove affronteranno il Barcellona: eroe di serata ancora una volta l'ex Morata, che ha pareggiato nella ripresa il rigore realizzato da Ronaldo
MADRID -- Si va a Berlino. Una Juve straordinaria blocca sull'1-1 i campioni in carica del Real e completa l'opera iniziata una settimana volando, dopo 12 anni, in finale di Champions League dove, il 6 giugno, sfiderà il Barcellona. Un'impresa eccezionale quella dei bianconeri che ottengono il giusto premio al termine di 4 anni di lenta e costante crescita. E' stato, infatti, il trionfo della maturità. Subito sotto, trafitta da un rigore di Ronaldo, la Juve non ha mai tremato e, con straordinaria lucidità, si è andata a prendere nella ripresa con Alvaro Morata, il grande ex di turno, quella qualificazione che, il giorno del sorteggio, sembrava quasi impossibile.
LA RIVINCITA DI MORATA - La squadra di Allegri va a Berlino con merito perché ha saputo interpretare nel migliore di modi la sfida. Ha stretto i denti quando c'era da soffrire. E' ripartita con forza quando c'è stato bisogno di reagire. E' stata sicuramente la serata di Morata, che si è vendicato di un club che lo ha emarginato forse troppo in fretta, ma anche di Vidal, emblema di questa Juve camaleontica, capace di trasformarsi in un baleno da umile operaio a donna di gran classe. E poi un plauso particolare lo meritano Lichtsteiner e Evra, insuperabili sulle fasce, e Pogba che, al vero rientro dopo 50 giorni lontano dal grande calcio, si è sacrificato per la squadra con grande sagacia tattica.
JUVE CON POGBA, ANCELOTTI RILANCIA BENZEMA - Allegri ha confermato il 4-3-1-2 cambiando un solo interprete rispetto alla gara d'andata, ovvero il ritrovato Pogba in sostituzione di Sturaro. Ancelotti, invece, ha varato fin dall'inizio un più offensivo 4-3-3, rilanciando il recuperato Benzema al centro dell'attacco e con Sergio Ramos rimesso al proprio posto al centro della difesa al posto di Pepe.
INGENUITA' DI CHIELLINI, RONALDO FA 1-0 - La Juve è partita bene: per un quarto d'ora ha tenuto lontano dalla propria porta il Real e ha anche impegnato Casillas con un sinistro da fuori di Vidal. Si è trattato, però, un fuoco di paglia. I blancos, a poco a poco, sono cresciuti e, dopo aver allertato Buffon con una punizione di Ronaldo e un siluro da 30 mt di Bale, sono passati (23'): Chiellini ha ingenuamente toccato da dietro in area James e ha indotto l'arbitro svedese Eriksson a decretare il rigore che Ronaldo ha trasformato con freddezza.
REAL VICINO AL RADDOPPIO - I bianconeri hanno provato ad alzare il baricentro ma il Real si è difeso con ordine, grazie, soprattutto al sacrificio di Bale, primo degli attaccanti a dar manforte al centrocampo. La Juve ha faticato a dare ampiezza alla propria manovra e ha finito per esporsi al contropiede dei padroni di casa che in altre tre circostanze, con Ronaldo, Benzema e, infine, Ramos, su calcio d'angolo, hanno nuovamente sfiorato il bersaglio prima del riposo.
MORATA PAREGGIA I CONTI - Nella ripresa il Real è ripartito intenzionato a chiudere i conti ma ha sbattuto contro una Juve impeccabile in ripartenza. I bianconeri hanno prima fatto correre un brivido con un diagonale di Marchisio e poi (58') hanno pareggiato: Pogba è volato in cielo per prendere un lancio in area e ha fatto da torre per Morata che con una bella volée di sinistro, schiacciata a terra, ha superato Casillas.
BALE E JAMES MANCANO IL 2-1 - Il Real ha reagito rabbiosamente ma non ha avuto fortuna: per tre volte la palla del 2-1 è capitata dalle parti di Bale che per un soffio non ha trovato il bersaglio: prima con un sinistro al volo poi con un paio di colpi di testa ravvicinati. L'ultima grande occasione l'ha mancata James che con un sinistro da fuori ha mandato il pallone a sibilare vicino alla traversa a Buffon immobile. La Juve ha tremato ma non ha mai rinunciato a contrattaccare. Tanto da sfiorare anche il colpaccio, di rimessa, con Marchisio e Pogba.
FINALE DI COPPA ITALIA IL 20 MAGGIO - Allegri, comunque, ha capito di non poter rischiare più nulla e con l'ingresso di Barzagli al posto di Pirlo (applaudito sportivamente da tutto il Bernabeu) ha sigillato la qualificazione. Con il 5-3-2 la Juve ha chiuso tutti varchi e ha finito per far sbattere contro un muro un Real a cui non è bastata la freschezza di Hernandez, gettato nella mischia per riuscire almeno ad agguantare i supplementari. In finale così va la Juve. E il sogno del "triplete", allora, resta più vivo che mai. Per tenerlo in piedi, però, bisognerà prima battere la Lazio nella finale di Coppa Italia che sarà anticipata al 20 maggio.
REAL MADRID-JUVENTUS 1-1 (1-0)
Real Madrid (4-3-3): Casillas 7, Carvajal 6.5, Ramos 6.5, Varane 6, Marcelo 7, James Rodriguez 6.5, Kroos 6, Isco 5.5, Bale 5.5, Benzema 6 (22′ st Hernandez 5), Ronaldo 5.5. (13 Navas 3 Pepe 5 Coentrao 17 Arbeloa 20 Jesè 24 Illaramendi). All. Ancelotti.
Juventus (4-3-1-2): Buffon 7, Lichtsteiner 7, Bonucci 6, Chiellini 6.5, Evra 7, Pogba 6.5 (44′ st Pereyra sv), Pirlo 6 (34′ st Barzagli sv), Marchisio 6.5, Vidal 7.5, Tevez 6, Morata 7.5 (39′ st Llorente sv). (30 Storari 11 Coman 20 Padoin 27 Sturaro). All. Allegri.
Arbitro: Eriksson (Svezia) 6.5. Reti: nel pt 23′ Ronaldo (rigore); nel st 12′ Morata.
Angoli: 8-6 per il Real. Recupero: 1′ e 4′.
Ammoniti: Isco e Tevez per gioco scorretto, Rodriguez per simulazione, Lichtsteiner per comportamento non regolamentare.
"El Moratazo!" manda la Juve a Berlino contro il Barcellona. Possibile? No, non è vero dai. Che lezione al Real: dalla serie B alla finale di Champions, la gioia di una squadra rinata
Dalla B a Berlino. Juve-Barcellona? Possibile? Sì, Juve-Barcellona. E cos’è successo? Botta di Morata - a Torino prima e al Bernabeu pure - etié, la Juve va in finale di Champions League a Berlino. E il Real Madrid - il Real Madrid! - resta lì dov’è. Davanti alla faccia imbronciatissima del ragazzo di Madrid che s’ in….za come una bestia ogni volta che fa gol alla squadra che lo ha sbolognato alla Juventus come uno scarto qualsiasi. Tanto noi c’abbiamo Ronaldo, vai vai… Cosa darei per sapere cosa prova davvero dentro. E com'è ridicola, francamente, quella faccia imbronciata. Ma chissenefrega, immagino pensino i tifosi della Juve, che faccia tanti gol e s'imbronci quanto vuole.
"El Moratazo" ha titolato sconsolato Marca, organo pressoché ufficiale del Real Madrid. Alvaro Morata porta la Juve a Berlino. Juve-Barcellona: sì è vero, ripetiamolo. Detta così è quasi difficile crederci, è una storia che non sai da dove cominciare. Perché si porta appresso troppe cose, troppe facce e troppi anni. Erano 12 anni che la Juve non riusciva ad arrivare così lontano, 12 anni che hanno cambiato tutto, in cui la Juve è morta e rinata a cavallo del 2006. Dalla B a Berlino centinaia di facce da Del Piero a Tevez, una dozzina di allenatori da Deschamps ad Allegri, persino dei presidenti diversi, per poi ritrovarsi, ovviamente, sempre attorno ad un Agnelli. Si chiude o ricomincia una storia, decidete voi.
Buffon –Lichsteiner, Bonucci, Chiellini, Evra – Pogba, Pirlo, Marchisio – Vidal – Morata, Tevez. Cominciamo da loro, dai giocatori. Sono stati loro i protagonisti di questa storia grandissima, ma non ancora straordinaria. Buffon alla fine è stato subito chiarissimo: "Alla mia età non si hanno più tante occasioni, si va a Berlino per vincere". Buffon è campione del mondo, ma la Champions League non l'ha mai vinta. Dodici anni fa era in finale, ma vinse il Milan. Al Barcellona forse si potrebbe pure non pensarci, non farne subito un'ossessione, c'è un po' di tempo per godere e respirare questa vittoria con la squadra più titolata al mondo. E c'è pure una finale di Coppa Italia, da giocare adesso, subito, perché la finale di Champions travolge positivamente il calcio italiano, che all'improvviso ritrova un po' di se stesso. La Juve in finale, il Napoli può farcela, alla Fiorentina serve un miracolo. Non è mica male come bilancio dai. Forse essere stati a dieta e in ristrettezze per qualche anno ci ha insegnato qualcosa.
La Juve è il club più forte d’Italia, il più potente e oggi anche il più ricco, ma non ha potuto accumulare pezzi da 90, come altri possono e hanno fatto con un solo schioccare di dita. Il Real Madrid rimasto al Bernabeu ha speso due anni fa 100 milioni per Bale e lo scorso anno 80 per James Rodriguez, quello che al primo tocco dello scoordinatissimo Chiellini finisce a terra e mette i brividi addosso alla Juve. A Berlino troverà il Barcellona, la squadra migliore e più forte al mondo oggi, col suo straordinario attacco costruito anche a forza di botte milionarie, 75 milioni per Suarez e una cifra che ha fatto scandalo per Neymar (57, 70, 80, 90, 100 milioni?). La Juve invece è una squadra costruita pazientemente negli anni senza spese straordinarie, con investimenti terreni e non ultraterreni. E Pogba rischia magari di venderselo a caro prezzo a giugno: vedremo come finirà. La Juve è una squadra costruita attorno allo zoccolo duro dei suoi grandi vecchi: da Buffon a Pirlo. Certo Pirlo non ha lo stesso tocco di tre o quattro anni fa, ma del resto era uno scarto del Milan no? Se dovessi scegliere un nome, la bandiera di questa Juve, direi comunque sicuramente Buffon. Rimase anche quando la Juve sprofondò in serie B: è una storia lunga e anche lacerante, mai veramente chiusa. Ma oggi la Juve è addirittura oltre, quella storia da oggi diventa veramente il passato.
Massimiliano Allegri ha guidato la Juve allo scudetto prima e alla finale di Champions League poi con prudente saggezza, senza fare appelli alle armi, senza plateali richiami all’orgoglio. Ha tenuto perfettamente botta al Real Madrid, campione d’Europa. E' più freddo e strategico di Antonio Conte, che nei tre anni precedenti si era giocato tutte le energie bianconere sul campionato, Allegri ne ha riservate un po' all'avventura internazionale. Ha rigenerato una squadra spremuta come un limone, e non sto qui a ripetere la storia del ristorante da 100 euro quando ne hai solo 10 in tasca. Da buon allenatore di scuola italiana ha dato il giusto peso alla difesa, ma ha anche progressivamente rischierato la squadra a 4 difensori in linea, un modello più internazionale, più all'altezza del Real Madrid, per capirsi.Adesso gli tocca un Barcellona eccezionale, forse addirittura più forte e temibile di quello di Guardiola. Ma su una partita si può fare, certo che si può. Juventus-Barcellona, in finale di Champions League il 6 giugno a Berlino. Possibile che sia vero?
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